Verità e realtà del Sacrificio Eucaristico (Parte IV)

L’agnello pasquale dell’Antica Dispensazione era la figura più espressiva e universale dell’Eucaristia. Cristo nel Santissimo Sacramento è il vero agnello pasquale, è il nostro agnello pasquale, avendo preso il posto dell’antico. Pertanto, il sacerdote durante la Messa, immediatamente prima della sua Comunione, dice l’Agnus Dei, e prima di somministrare ai fedeli il celeste Cibo Eucaristico, dice loro ad alta voce: “Ecco l’Agnello di Dio!” Ecce Agnus Dei!
L’antico agnello pasquale aveva senza dubbio il carattere di sacrificio; la celebrazione della Pasqua era una celebrazione sacrificale. Di conseguenza l’Eucaristia deve anche essere un vero sacrificio; altrimenti non corrisponderebbe perfettamente alla figura dell’agnello pasquale né soddisferebbe sotto ogni aspetto questo eccellente modello. Ma l’Eucaristia è assolutamente perfetta in riferimento al nuovo Agnello pasquale e al Banchetto pasquale della Nuova Dispensazione, – quindi, è anche il vero Agnello Pasquale che viene immolato sull’altare in modo incruento, e condiviso come un eterno ricordo della nostra liberazione dalla schiavitù del peccato e come un perpetuo rendimento di grazie per la meravigliosa opera di redenzione.
L’ombra della Pasqua ebraica è scomparsa davanti al fulgore della celebrazione Eucaristica. In hac mensa novi Regis – Novum Pascha novae legis – Phase vetus terminat. “In questo banchetto del nuovo Re, il nuovo Agnello Pasquale della Nuova Legge pone fine all’antica Pasqua“. A significare questo, nostro Signore unì direttamente con la (tipica) Celebrazione pasquale dell’Antica Dispensazione l’istituzione dell’Eucaristia come Sacrificio Pasquale e Banchetto della Nuova Legge. Dapprima, “Egli diede ai suoi discepoli l’agnello e i pani azzimi, secondo il decreto della Legge, che era stata data ai padri“. Poi offrì Se stesso come l’Agnello sacrificale immacolato e irreprensibile in sacrificio a Dio. E, infine, nutrì i Suoi Apostoli con la Sua carne sacrificale, e diede loro da bere del Suo Sangue sacrificale. Il banchetto sacrificale fu necessariamente preceduto da un’azione sacrificale; poiché l’agnello deve essere ucciso prima che possa essere mangiato.
La dottrina e la pratica degli Apostoli dimostrano che essi da allora in poi hanno celebrato l’Eucaristia come il Sacrificio della Religione cristiana.
È in riferimento all’altare cristiano, su cui il Sacrificio dell’Eucaristia è offerto a Dio e da cui questo cibo sacrificale celeste è distribuito ai fedeli per l’effettiva partecipazione, che le seguenti parole, che San Paolo rivolse agli Ebrei, sono spesso intese: “Noi abbiamo un altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare quelli che sono al servizio del Tabernacolo,” cioè gli ebrei; perché per avere il diritto e il privilegio di partecipare per mezzo della Santa Comunione al Sacrificio Eucaristico, dovevano cessare “di servire il tabernacolo,” cioè rinunciare alla religione mosaica ed entrare nella Chiesa del Crocifisso.
Lo stesso Apostolo “allude distintamente al Banchetto Eucaristico (non obscure innuit), quando dice che coloro che sono contaminati partecipando alla tavola dei diavoli, non devono partecipare alla mensa del Signore, poiché per tavola egli ogni volta intende l’altare.” – Nel suddetto passaggio (1 Cor. 10, 20-21) la tavola e il banchetto del sacrificio pagano sono in contrasto con la Tavola e il banchetto eucaristico, per mostrare ai cristiani che non è loro permesso “prendere parte alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni, bere del calice del Signore e del calice dei diavoli“. Il contrasto tra la mensa eucaristica e i banchetti sacrificali del pagani è solo allora completamente stabilito, quando l’Eucaristia è considerata come un sacrificio di cibo e come un banchetto sacrificale.
Infine, quando viene riportato negli Atti degli Apostoli, che il clero (profeti e dottori) della Chiesa di Antiochia “celebrava il culto del Signore,” è quindi inequivocabilmente intesa la celebrazione del Sacrificio della Messa; sacrificio essendo il servizio più degno (oblatio servitutis) che può e deve essere reso a Dio solo. È quindi evidente che la Celebrazione eucaristica, che è spesso chiamata nella Sacra Scrittura lo spezzare il pane (fractio panis) (Atti 2, 42; 20, 7, 11; 1 Cor 10, 16) è stata, sia ai tempi apostolici che della Chiesa, sempre considerata e compiuta come una vera celebrazione sacrificale.