Verità e realtà del Sacrificio Eucaristico (Parte II)

San Luca riporta così le parole della consacrazione: “Questo è il calice, il nuovo testamento nel Mio Sangue, il quale (calice) sarà versato per voi;” San Matteo: “Poiché questo è il Mio Sangue del nuovo testamento, che sarà versato per molti, per la remissione dei peccati.” Spargere sangue per l’espiazione dei peccati di altri, – è un’espressione frequentemente impiegata nella Sacra Scrittura per designare il sacrificio. Quindi le parole dell’istituzione esprimono questo concetto: questo è il calice che viene offerto per voi; questo è il Mio Sangue che viene offerto per molti, per cancellare i peccati. Nostro Signore, pertanto, dichiara che Egli presenta il Suo Sangue sacrificale ai Suoi discepoli come bevanda, e che il Suo Sangue è offerto in sacrificio.
Le parole di nostro Signore sono (secondo il testo greco originale) configurate in modo da designare direttamente ed espressamente l’offerta del Suo Sangue mediante un mistico o misterioso spargimento nel calice, e non quello di un vero e reale spargimento del Suo Sangue sulla Croce. – Perciò per mostrare che qui si intende l’offerta sacramentale del Sangue di Cristo, si fa riferimento, e molto giustamente, all’uso del verbo al presente da parte degli Evangelisti: “che è sparso” (qui effunditur); e non c’è motivo per discostarsi qui dal significato del tempo presente. Ora che noi dobbiamo aderire a questo significato è chiaramente e incontestabilmente dimostrato dall’espressione impiegata da San Luca.
Secondo essa, non è detto che il sangue è versato, ma che il calice viene versato (calix, qui pro vobis effunditur). Questo modo di parlare figurato non afferma semplicemente che il contenuto del calice, cioè che il Sangue di Cristo contenuto nel calice, sarà in qualche modo o da qualche parte versato, per esempio, sulla Croce, ma, al contrario, che Il Sangue di Cristo sarà versato proprio in quanto è presente e contenuto nel calice – in altre parole, che è versato nello stato sacramentale sotto l’aspetto del vino. – Nostro Signore stesso dichiara inequivocabilmente che aveva sparso e versato misticamente il Suo Sangue eucaristico nel calice, cioè che l’aveva veramente offerto a Dio Padre; di conseguenza, l’atto di consacrazione durante l’Ultima Cena era un vero atto sacrificale.
Ma il sangue, da solo, non può essere versato, cioè sacrificato, senza che, sia sacrificato contemporaneamente anche il corpo; corpo e sangue costituiscono insieme un unico dono sacrificale. La prova di cui sopra, cioè che Cristo nella prima celebrazione dell’Eucaristia ha sacrificato il Suo Sangue, allo stesso modo serve a stabilire la conclusione e la supposizione che Egli allo stesso tempo e nello stesso modo abbia anche offerto il Suo Corpo, un fatto che può essere appositamente dimostrato dalla formula della consacrazione del pane. Secondo San Luca nostro Signore consacrò il pane con le parole: “Questo è il Mio Corpo che è dato per voi;” San Paolo nel testo greco riporta la formula: “Questo è il mio Corpo che sarà consegnato per voi.” Quindi Cristo non dice che il Suo Corpo sarà dato, o spezzato, ai discepoli, ma dichiara che il Suo Corpo sarà consegnato per (pro) i Suoi discepoli e “per molti in remissione dei peccati“, così come deve essere offerto in questo luogo applicando la formula della consacrazione del vino.
Ora, l’immolazione vicaria del Corpo di Cristo per l’espiazione dei peccati è indiscutibilmente un vero sacrificio. Le parole di nostro Signore: “Questo è il Mio Corpo che è dato e consegnato, o spezzato, per voi“, hanno quindi questo significato: questo è il Mio Corpo che è sacrificato per voi. – La donazione o la frazione del Corpo di Cristo nella celebrazione dell’Eucaristia è indicata e inquadrata nel tempo presente, non semplicemente come in procinto di avvenire in futuro sulla Croce; di conseguenza, qui può essere letteralmente inteso e compreso solo il Sacrificio incruento del Corpo di Cristo nell’Eucaristia, e non il Sacrificio cruento della Croce. – Ciò è dimostrato, in primo luogo, dall’uso del tempo presente: il “Corpo che è dato (quod datur) e spezzato (quod frangitur) per voi”; pertanto finché non c’è motivo per costringerci a farlo, non osiamo discostarci dal significato del tempo presente nel testo. In questo caso nulla ci richiede o ci giustifica nell’applicare o nel trasferire la forma attuale del verbo al futuro Sacrificio della Croce.
Al contrario, ci sono ragioni che ostano a tale applicazione.– Poiché, dalla circostanza che l’effusione del sangue deve essere intesa nel tempo presente, ne consegue necessariamente che anche il Sacrificio del corpo deve essere considerato come avvenuto nel tempo presente. – E l’espressione di San Paolo, “il corpo spezzato per voi” (corpus pro vobis fractum) è di natura tale da designare inequivocabilmente il Sacrificio dell’Eucaristia. La parola spezzato (frangere) in questo contesto può essere applicato solo al Corpo di Cristo, in quanto, sotto l’aspetto del pane, viene presentato e mangiato come alimento; poiché solo il Corpo Eucaristico viene spezzato o distribuito.
Il significato letterale dell’Apostolo è, quindi: Questo è il Mio Corpo che come cibo sotto le sembianze del pane è spezzato per voi. – Ora, queste parole hanno necessariamente lo stesso significato di quelle di San Luca: “Questo è il Mio Corpo che è dato per voi“, cioè sacrificato; quindi devono esprimere allo stesso modo il Sacrificio del Corpo di Cristo.
Il pieno significato delle parole di San Paolo è di conseguenza: questo è il Mio Corpo che è sacrificato per voi nello stato sacramentale, in cui è dato come cibo. Così Cristo ha offerto Il Suo Corpo, innanzitutto, al Suo Padre Celeste come sacrificio per i Suoi discepoli, e successivamente ha distribuito loro il Suo Corpo sacrificato per essi stessi per essere mangiato come cibo. Tramite ciò Egli ha realizzato una precedente predizione: “Il pane (del cielo) che darò (vobis) è la Mia Carne per la vita del mondo ” (pro mundi vita – Giov. 6, 52).