Verità e bellezza del rito antico

La differenza tra la Messa in Rito antico e quella riformata dal Concilio Vaticano II non si riduce ad una mera questione linguistica ovvero all’uso o meno del latino. Ricostruendo la storia ed analizzando l’ordinamento liturgico ed il significato profondo del cosiddetto Vetus Ordo, Massimo Cicero dimostra come il suo contenuto teologico sia molto più aderente alla millenaria Tradizione cattolica rispetto alla nuova Messa, per molti versi snaturata dall’ansia di modernizzazione, che ha contraddistinto la Chiesa negli ultimi decenni. Non a caso l’autore riporta all’inizio una significativa frase di Benedetto XVI, tratta da La mia vita: «Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia».
Questo testo vuol essere, dunque, un atto d’amore verso quella che è stata la Messa tanto di san Francesco quanto di san Pio da Pietrelcina. Il primo, san Francesco, affermò: «L’uomo deve tremare, il mondo deve fremere, il cielo intero deve essere commosso, quando sull’altare, tra le mani del sacerdote, appare il Figlio di Dio»; il secondo, san Pio, gli fece eco: «Intorno all’altare nella Messa c’è tutto il Paradiso». Ma l’autore cita anche san Gregorio Magno, che nei Dialoghi precisò: «Nell’ora del Sacrificio, alla voce del sacerdote, si aprono i Cieli e anche i cori degli angeli partecipano a questo mistero, poiché l’Alto e il basso si congiungono, il Cielo e la terra si uniscono, il visibile e l’invisibile diventano una cosa sola».
Il libro di Massimo Cicero rappresenta dunque un atto d’amore verso la Verità per l’antica liturgia, per la profondità del silenzio, per l’universalità del latino e del canto gregoriano, per quel Santo Sacrificio, che riesce a toccare le corde più profonde dell’animo umano.
Cicero Massimo
Edizioni La Fontana di Siloe,
Torino 2021, p. 156, 16,50 €