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Un’azienda europea… ma per dire che cosa?

Zoom: una notizia alla settimana08 Giugno 2020
Testo dell'audio

L’operazione si sarebbe dovuta concludere alla fine dell’anno scorso, ma, tra emergenza Coronavirus e udienze rinviate, è slittato tutto a quest’estate: poi Mfe ovvero Media for Europe, la holding olandese con aspirazioni europee voluta da Mediaset italiana, dovrebbe diventare realtà. Frutto della fusione tra Mediaset e Mediaset España: in essa il Biscione sta concentrando le proprie tv commerciali sparse tra Belpaese, Spagna con Telecinco e Germania col 20% di ProsiebenSat. Intanto gli spot sono già partiti sui nostri canali nazionali, preparando il pubblico, anche concettualmente, all’idea di una grande azienda non più solo nazionale, ma di respiro europeo a traino italiano. Una grande azienda europea: ma per dire, per proporre, per trasmettere che cosa? Quali contenuti?

Se sono quelli di alcuni loro format, ahimé di successo – almeno dando credito ai dati ufficiali di ascolto -, c’è di che preoccuparsi. Facciamo qualche esempio, partendo da quello forse più noto, Temptation Island: in esso finisce nel mirino la relazione di coppia tra uomo e donna, fragile e delicato bocciolo da cui si origina la famiglia, fondamento della società. La trasmissione si basa sostanzialmente su tentazioni e tradimenti: la sfida consiste, dunque, nel minare tanto la morale quanto la coppia, calpestati facendo leva sulla morbosità. È un format proposto ormai in diverse nazioni, tra cui Stati Uniti, Finlandia, Olanda, Romania, Regno Unito ed Australia: le edizioni italiana e spagnola sono prodotte da Mediaset.

Concentriamoci sull’iberica Telecinco, sia perché si è purtroppo distinta per altri format ritenuti da più parti gravemente diseducativi, sia perché le ultime polemiche sono esplose proprio in questi giorni per un programma di cucina ritenuto – a ragione – dissacrante. Ma procediamo con ordine, parlando de Il Patto, una miniserie finalizzata a fornire una caricatura distorta del ruolo di genitori ed educatori, ridicolizzandolo, nonché a banalizzare esperienze pur preziose, uniche ed importanti, quali le relazioni affettive e la stessa maternità, come si evince dalla stessa trama: prendendo spunto da un fatto realmente accaduto nella cittadina statunitense di Gloucester, nel Massachusetts, anche qui sette studentesse decidono di restare incinta unicamente in segno di protesta contro il preside della loro scuola, che ha espulso una loro compagna di classe, perché in dolce attesa. Il che ha suscitato vivaci proteste: ATR-Associazione dei Radiotelespettatori ha biasimato i contenuti riguardanti infanzia e adolescenza ed ha invocato un immediato cambio di rotta, la Confapa-Confederazione dei genitori degli studenti ha subito chiesto il ritiro della miniserie – purtroppo senza esito -, denunciando il suo impatto negativo sul pubblico adolescenziale. Il Patto si è chiuso come da copione tra le polemiche, ma anche con indici di ascolto altissimi, al punto da convincere a produrne un’edizione americana.

Ed ora giungiamo ai nostri giorni con L’Ultima Cena, un reality show di cucina, condotto da Jorge Javier Vázquez, che utilizza in modo dissacrante l’omonimo capolavoro di Leonardo da Vinci. La sfida consiste in una cena di gala, preparata da alcuni, improvvisati chef con poca esperienza. Se gli indici di ascolto premiano la trasmissione, che ha conquistato la leadership assoluta del venerdì sera, suo giorno di programmazione, l’agenzia online InfoCatólica non ha esitato a parlare, giustamente, di «profanazione» sia per lo sgradevole sfruttamento dell’opera di Leonardo da Vinci, che propone la vera «Ultima Cena», quella di Nostro Signore, a fini biecamente commerciali ovvero per lanciare un reality, sia ed ancor più per il fatto che i volti del dipinto originario siano stati sostituiti da quelli dei concorrenti del programma col conduttore, Vázquez, addirittura al posto di Gesù Cristo. Questa non è una trovata per far spettacolo, questo significa insultare e calpestare la sensibilità del pubblico cattolico. Forumlibertas, giornale digitale che si propone di offrire un’interpretazione cristiana dei fatti, ha bocciato a sua volta la trasmissione, definendola l’ennesimo «attacco contro i cristiani» da parte della rete, già distintasi purtroppo in passato per scelte analoghe.

Si tenga presente che Telecinco è gestita totalmente da Mediaset España Comunicación, società del Gruppo Mediaset, divenuto nel 2002 proprietario di maggioranza assoluta col 52% delle quote. È lo stesso gruppo, che oggi punta al lancio di Media for Europe, proposta come prima azienda europea nel settore televisivo. E qui torniamo alla domanda iniziale: un’azienda europea per dire che cosa? Per proporre cosa? Contenuti come quelli proposti, ad esempio, da Telecinco, già oggi nella galassia Mediaset? Se l’offerta è questa, di certo non ne abbiamo bisogno…

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