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Trani, terra del Sacro

Tesori d'Italia30 Maggio 2020
Testo dell'audio

Trani, chiesa di San Basilio, intorno all’anno Mille: da qui fu sottratta con intenti sacrileghi l’Ostia consacrata, che, posta poi da una donna ebrea in una padella di olio bollente, iniziò a sanguinare. Il Vescovo, informato dell’accaduto, recuperò la reliquia ed ordinò al popolo una processione riparatoria. Ciò avvenne oltre un millennio addietro. Eppure ancora oggi, la città di Trani conserva diverse testimonianze di quel miracolo eucaristico: la chiesa di Sant’Andrea custodisce, in un reliquario d’argento, i resti dell’Ostia sacra, mentre la casa della donna è stata eretta in cappella e dedicata al Santissimo Salvatore; inoltre, ogni anno, il Venerdì Santo, la processione notturna dei Misteri commemora questo evento con una straordinaria rievocazione della Via Crucis, che percorre tutte le strade dell’abitato per chiudersi sul sagrato della cattedrale.

Edificio risalente al XII secolo, il duomo di San Nicola Pellegrino perpetua la memoria del giovane devoto che, secondo la tradizione, sbarcò in Puglia e a Trani morì, nel 1094, dopo aver operato diversi miracoli ed essere stato riconosciuto come beato dall’intera comunità: in suo onore, la basilica venne ricostruita su una precedente chiesa dedicata a Santa Maria della Scala in stile romanico pugliese, con l’uso di tufo calcareo tipico della regione.

Sotto il dominio normanno, Trani divenne una delle più importanti città marinare del Meridione: il suo porto fu punto di partenza per derrate alimentari dirette verso Oriente e luogo di imbarco per i Crociati alla volta della Terra Santa. La circolazione di uomini, merci e preziosi trasformò presto il piccolo borgo in un centro nevralgico dei traffici mediterranei, ove si sviluppò una solida cultura marinara, tanto che nel 1063 i consoli della città promulgarono gli Ordinamenta Maris, fra i più antichi codici marittimi europei, che regolavano la navigazione, i contratti, le condizioni dei vogatori, i salari dei marinari, considerati quali lavoratori e perciò bisognosi di precise regole professionali.

Il prospero periodo portò alla costruzione di splendidi monumenti e fortilizi, giunti intatti fino a noi: dalla chiesa di Ognissanti alla chiesa di San Francesco, composta da tre navate sormontate da altrettante cupole, originariamente sede dei Benedettini e, dal 1537, dei Francescani, fino al noto castello svevo. Progettato dal conte d’Acquaviva Filippo Cinardo e da Stefano di Romualdo Carabarese, il forte fu costruito per volere dell’imperatore Federico II con lo scopo di proteggere l’accesso alla città dal mare. Restaurato e ampliato durante la dominazione angioina, nel 1268 ospitò le nozze fra il nuovo sovrano Carlo I e Margherita di Borbone come, dieci anni prima, aveva visto il matrimonio tra Manfredi di Svevia e una giovane principessa d’Acaia, Elena d’Epiro, ultimi rappresentanti della dinastia tedesca nel Sud Italia.

Nel corso della dominazione francese, Trani perse in parte quella ricchezza mercantile e culturale che ne aveva fatto un vivace centro nei secoli precedenti: nel 1383 fu concessa in feudo al capitano di ventura Alberico da Barbiano, alleato di Carlo III contro la regina Giovanna di Napoli, come ricompensa per i suoi servigi militari; alla sua morte, nel 1409, passò sotto diretta dipendenza della Corona. Durante il Rinascimento furono costruiti alcuni dei palazzi più belli della città, segno della potenza progressivamente acquisita da diverse famiglie notabili, oltre alla chiesa di San Rocco, invocato contro la peste, ed a quella dedicata alla Vergine del Carmelo, che custodisce una preziosa tavola bizantina raffigurante la Madonna della Fonte.

Al XVI secolo risale anche la devozione verso il Crocifisso ligneo di Colonna, che sanguinò dopo esser stato mutilato da uno dei pirati che il 3 maggio del 1480 lo sottrassero dalla chiesa di Santa Maria. Ancora oggi, una processione di barche dalla penisola di Colonna fino al porto ricorda l’avvenimento miracoloso: tutti gli anni viene impartita la benedizione alle acque e, tra fuochi d’artificio ed il suono delle campane, si celebra la Via Lucis lungo le vie di Trani, a ricordo dell’antica fede degli abitanti, abitanti che, dall’epoca paleocristiana fino al nostro secolo, non hanno perso il senso del sacro e la consapevolezza della finitezza dell’uomo di fronte alla maestà di Dio.

 

Questo testo di Lorenzo Benedetti è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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