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Stefano il Grande atleta di Cristo e icona della Romania

Storia15 Settembre 2018
Testo dell'audio

I 47 anni (1457-1504) di Stefano il Grande sul trono della Moldavia costituiscono un periodo d’immani sforzi nella difesa dell’integrità territoriale e dell’indipendenza della sua patria.

Grande comandante di eserciti e uomo politico, egli perseguì il rafforzamento dell’autorità principesca; si occupò dell’organizzazione e della prosperità economica del Paese appoggiando lo sviluppo dell’artigianato e del commercio; rafforzò l’ esercito e le fortezze, facendo della Moldavia uno Stato forte e potente.

Nella sua lunga lotta tesa a fermare l’espansione ottomana verso  l’Europa centrale, ottenne una serie di prestigiose e decisive vittorie che fermarono l’avanzata degli Ottomani, costituendo così l’antemurale difensivo della civiltà e della cultura cristiane di altri popoli europei.

 

Destinato a segnare la storia

Stefano il Grande ebbe una ricca personalità. Ebbe una chiara e lungimirante visione politica; diede prova di coraggio e di grande abilità; fu un bravo e coraggioso diplomatico; fu ritenuto un comandante severo, tuttavia onesto e imparziale; ebbe un accentuato senso della giustizia; fu un esperto organizzatore del suo Stato; comandò in modo brillante gli eserciti. Fu anche uno tra i più grandi costruttori e fondatori di chiese e monasteri in stile bizantino, impreziositi con elementi autoctoni.

Queste straordinarie qualità del condottiero moldavo hanno fortemente impressionato i suoi connazionali contemporanei e i loro discendenti, ma anche gli stranieri. Innumerevoli  sono le opere di autori romeni e non romeni che hanno commemorato la gesta del grande Principe e Signore della Moldavia.

 

Grande costruttore di luoghi di culto

Stefano il grande non fu solo un impareggiabile condottiero di eserciti, ma anche un grande committente e fondatore di luoghi di culto. Il cronista Grigore Ureche ci racconta che avrebbe costruito o consolidato ben 44 monasteri e chiese sopravissuti nei secoli agli attacchi dei nemici conservando accesa la fiammella della fede in Cristo.

Molti di questi luoghi di culto furono costruiti in onore delle vittorie militari importanti e li troviamo ovunque nel territorio della Moldavia. Tuttora sono per i cristiani luoghi di pellegrinaggio e per gli stranieri luoghi di attrazione turistica. Molti di essi sono stati dichiarati dall’UNESCO patrimonio culturale dell’umanità.

 

Putna: la “Gerusalemme romena”

Il Monastero di Putna, il primo e più importante luogo di culto costruito da Stefano il Grande, veglia da più di cinque secoli sulla regione leggendaria della Bucovina. Si trova a 72 chilometri dalla rinomata città di Suceava.

La costruzione del monastero, dedicato all’Assunzione di Maria, iniziò il 10 luglio e fu portata a termine nel 1469, mentre la benedizione e la consacrazione ebbe luogo il 3 settembre del 1470. Nel 1871, tra il 14 e il 16 agosto, ci fu a Putna una grande festa in occasione dei 400 anni della consacrazione della chiesa. Nell’occasione Mihai Eminescu, il più grande poeta romeno, pronunciò le seguenti parole: «Facciamo di Putna la Gerusalemme del popolo romeno e del sepolcro di Stefano il Grande l’altare della coscienza nazionale».

Per i romeni Putna significa allo stesso tempo preghiera, arte, cultura, ma anche una pagina gloriosa della storia del popolo. Per i cristiani Putna è stata e rimane un luogo di preghiera e di spiritualità, una finestra aperta verso il cielo e anche una sorgente di luce.

 

Voronet: “Cappella Sistina dell’Oriente”

Tra i meravigliosi monasteri di Stefano ne ricordiamo solo alcuni: il Monastero Neamt, i monasteri Volovat, Dobrovat, Tazlau, Moldovita, Probota e Voronet.

L’elemento caratteristico che ha reso Voronet noto in tutto il mondo sono i suoi meravigliosi affreschi esterni dalla peculiare tonalità azzurra. Il principale affresco raffigura il Giudizio Universale, motivo per cui il monastero viene spesso chiamato la “Cappella Sistina dell’Orie cnte”.

Per il suo zelo nei riguardi della fede cristiana e per la sua munificenza verso chiese e monasteri, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena, riunito il 20-21 giugno del 1992 decise di canonizzare Stefano il Grande, conferendogli il titolo di “fedele Principe”.

 

Questo testo di Paul Balint è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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