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Siamo in guerra e il nemico è la natura umana

Attualità29 Agosto 2018
Testo dell'audio

La tempesta che scuote dalle fondamenta le leggi di natura sembra ormai inarrestabile.

 

La ribellione alla natura

Quello che stupisce è la rapidità con cui il fenomeno si sta verificando, almeno per chi vive una vita “normale” cercando di far quadrare i bilanci sempre più magri, con la testa immersa in bollette, rate da pagare, con il pensiero di fare le scelte giuste per assicurare ai figli un futuro, e, dunque, non ha il tempo di seguire le peripezie culturali dell’élite intellettuale di turno.

Quello cui assistiamo frastornati e increduli è il risultato di una rivoluzione culturale che è maturata negli anni e che si è infiltrata nelle nostre case, attraverso i mezzi di comunicazio ne di massa, senza che ce ne accorgessimo e quindi senza poter mettere in atto alcuna difesa.

Qualche “intellettuale” ha sostenuto, e sostiene, che non esiste una realtà oggettiva cui far riferimento, ma che tutto è frutto delle influenze ambientali, della socializzazione e della volontà dell’individuo. L’uomo è nato ribelle e vuole essere liberato da tutti i vincoli: religiosi, culturali, morali, ma tutto ciò ancora non gli basta. Per sentirsi veramente libero l’uomo ha bisogno di essere liberato dai vincoli imposti dalla natura.

Il fine ultimo e la nuova utopia progressista è la creazione di quel genere neutro (né maschio, né femmina) in cui tutte le differenze saranno state eliminate, le nuove generazioni saranno prodotte in laboratorio e la vera uguaglianza sarà finalmente raggiunta.

Nel frattempo è necessario eliminare tutte le differenze che codificano l’esistenza di una natura binaria divisa in maschi e femmine e il significato di questa suddivisione necessaria per la conservazione della specie.

 

Il business della rivoluzione anticristiana

Nel paradigma giudaico-cristiano è previsto che l’essere umano ponga un freno alle sue passioni per evitare i problemi che, inevitabilmente, emergeranno se la vita viene affrontata senza la mediazione della ragione. Quello liberal-progressista dice l’esatto contrario: dài libero sfogo alle tue passioni.

Nel paradigma giudaico-cristiano la virtù è considerata un valore che protegge non solo il benessere fisico, psichico e morale del singolo e della famiglia ma anche quello economico e finanziario, ma non favorisce il fiorire dell’industria. Nel paradigma liberal-progressista la virtù è considerata un nemico da abbattere perché è considerata un freno al progresso dell’umanità e un freno per l’economia.

Se le giovani donne aspettassero il momento della maturità psichica prima di accedere alla vita sessuale, non avrebbero bisogno né delle pillole contraccettive, né della vaccinazione contro il papilloma virus, né di ricorrere all’aborto. Ciò significherebbe, però, una perdita secca per tutto il mondo che ruota attorno all’industria del sesso libero, senza contare i profitti derivanti dalla pornografia, dalla prostituzione, dalle malattie sessualmente trasmissibili. Un affare colossale in termini economici.

Dopo aver ceduto alle lusinghe del sesso libero, e dopo anni di contraccezione, improvvisamente la donna si accorge che il tempo per avere un figlio si sta esaurendo e a quel punto cerca quel figlio che non arriva in un corpo che ha le sue regole e, una volta scardinate, non si ripristinano a comando. A quel punto subentra l’industria della procreazione medicalmente assistita.

Nel momento in cui la procreazione ha bisogno dell’intervento della tecnica, che differenza fa se a usufruirne sono le coppie eterosessuali o omosessuali? La nascita di un figlio non è più un dono della natura, ma un prodotto commerciale che dovrà essere pagato da chi se lo potrà permettere.

Il tragitto che ci ha condotto a questo punto è stato lungo i danni prodotti immensi, il prezzo da pagare sarà altissimo soprattutto per le giovani generazioni, ma i fatti sono più difficili da smantellare a differenza delle opinioni degli “intellettuali” e dunque noi sappiamo, per certo, che i fatti torneranno ad avere ragione sulle opinioni.

 

Questo testo di Dina Nerozzi è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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