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San Pio V

Santi: ritratti di fede07 Ottobre 2018
Podcast "Santi: ritratti di fede" di Cristina Siccardi | Radioromalibera.org
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San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri (nato a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria, il 27 gennaio 1504 e morto a Roma il 1º maggio 1572), è il Papa della Controriforma, della battaglia di Lepanto, del Catechismo romano, del Breviario romano riformato e del Messale romano.

Negli anni di preparazione al sacerdozio, insieme a una solida formazione teologica, facilitata da una fervida intelligenza, Ghislieri manifestò quella austerità di vita che sempre lo caratterizzerà. Nel 1518 entra a far parte dell’Ordine Domenicano nel convento di Santa Maria della Pietà a Voghera, prendendo il nome di Michele. Nel 1528 riceve l’ordinazione sacerdotale a Genova e già a quel tempo si distingue per la forza della sua fede, a Parma, infatti, sostiene trenta proposte a supporto del seggio pontificio contro le eresie che si scagliano su di esso.

Come rettore di vari conventi domenicani si distingue per la rigida e santificante disciplina imposta, e riceve la nomina di inquisitore della città di Como. Giunto a Roma nel 1550 diviene Commissario generale dell’Inquisizione romana. Paolo IV (1476-1559) lo nomina Vescovo di Sutri e Nepi nel 1556; l’anno seguente viene creato Cardinale con il titolo di Santa Maria sopra Minerva. Nel 1558 viene nominato Grande Inquisitore e due anni dopo Vescovo di Mondovì.

Il 7 gennaio 1566 fu inaspettatamente eletto Sommo Pontefice grazie ad un accordo stabilito fra i Cardinali Carlo Borromeo (1538-1584) e Alessandro Farnese (1520-1589). La sua elezione fece tremare la Curia romana e non solo. Serietà e inflessibilità iniziarono immediatamente: niente festeggiamenti e sontuosi banchetti per solennizzare l’elezione pontificia.

Cercò, con ogni mezzo, di migliorare i costumi della gente emettendo bolle, punendo l’accattonaggio, vietando le dissolutezze del carnevale, cacciando da Roma le prostitute, condannando i fornicatori e i profanatori dei giorni festivi. Per i bestemmiatori furono previste sanzioni. Difese strenuamente il vincolo matrimoniale e si oppose fermamente all’adulterio. Ridusse il costo della corte papale, impose l’obbligo di residenza dei Vescovi e affermò l’importanza del cerimoniale. Le sue decisioni furono di enorme importanza, per esempio rafforzò gli strumenti della Controriforma per combattere l’eresia e il Protestantesimo, e diede nuovo impulso all’Inquisizione romana.

Risoluto e onesto, subalpino tutto d’un pezzo, San Pio V fu rigido oppositore del nepotismo. Ai numerosi parenti accorsi a Roma con la speranza di ottenere da lui qualche privilegio e beneficio economico, Pio V disse che un parente del Papa può considerarsi sufficientemente ricco se non conosce la miseria.

Fu lui, l’11 aprile 1567, a dare il titolo di Dottore della Chiesa a san Tommaso d’Aquino (1225-1274). Nel 1568 lo stesso titolo fu concesso anche a quattro Padri della Chiesa d’Oriente: sant’Atanasio (295 ca.- 373), san Basilio Magno (329-379), san Giovanni Crisostomo (344/354-407) e san Gregorio Nazianzeno (329 – 390 ca.). Da questi suoi atti si evince la sua ferma volontà di custodire in sommo grado l’integrità della Fede e di difendere la Chiesa dagli avversari e dalle eresie, ben sapendo che il consenso nei suoi confronti avrebbe ricevuto duri colpi: la sua intransigenza e il suo zelo gli valsero molti nemici. Celebri sono rimaste le volgari pasquinate dileggianti la sua persona.

Fu coraggioso difensore dei diritti giurisdizionali della Chiesa e per questo si scontrò con Filippo II di Spagna (1527-1598). Durante le guerre di religione in Francia, sostenne i cattolici contro gli Ugonotti, mentre in Inghilterra appoggiò la cattolica Maria Stuarda (1542-1587) contro l’anglicana Elisabetta I (1533-1603), che scomunicò nel 1570 con la bolla Regnans in Excelsis.

Non ebbe paura della violenza musulmana e preoccupato delle mire geopolitiche dei turchi, promosse la «Lega Santa» dei Principi cristiani contro la mezzaluna, unendosi in alleanza con Genova, Venezia e Spagna. Le forze navali della Lega si scontrarono, il 7 ottobre 1571, con la flotta ottomana nelle acque al largo di Lepanto, riportando una memorabile vittoria, che si verificò grazie, soprattutto, alla crociata di Rosari che erano stati recitati per ottenere l’aiuto divino. La vittoria venne comunicata “in tempo reale”: Pio V ebbe, infatti, una visione, dove vide Angeli in coro intorno al trono della Beata Vergine che teneva in braccio il Bambino Gesù e in mano la Corona del Rosario. Dopo l’evento prodigioso – era mezzogiorno – il Papa diede ordine che tutte le campane di Roma suonassero a festa e da quel giorno viene recitato l’Angelus a quell’ora. Due giorni dopo un messaggero portò la notizia dell’avvenuto trionfo delle forze cristiane. Il 7 ottobre del 1571 venne celebrato il primo anniversario della vittoria di Lepanto con l’istituzione della «Festa di Santa Maria della Vittoria», successivamente denominata «Festa del Santissimo Rosario».

San Pio V nella sua vita non cercò mai altri traguardi che quelli del Regno di Dio e prima di spirare dichiarò ai Cardinali, radunati intorno al suo capezzale: «Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di eleggermi un successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia altri interessi quaggiù che l’onore della Sede Apostolica e il bene della cristianità».

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