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S.Cunegonda. Testimone della vita matrimoniale e dell’autorità di governo

Santi: ritratti di fede02 Marzo 2022
Testo dell'audio

Il 3 marzo si festeggia santa Cunegonda del Lussemburgo (Castello di Gleiberg, 978 ca. – Kaufungen, 3 marzo 1039), imperatrice del Sacro Romano Impero e regina consorte d’Italia in quanto moglie dell’imperatore san Enrico II, re della penisola italiana dal 1002 al 1024 ed ultimo esponente della dinastia degli Ottoni. 

Discendente in linea diretta da Carlo Magno, alla morte di Ottone III, che non aveva eredi, i due coniugi vennero incoronati re e regina di Germania nel 1002 da Willigis, arcivescovo di Magonza. Secondo un’antica tradizione della Chiesa i due sposi fecero voto di castità; un’altra versione, sostenuta in particolare dal monaco cluniacense Rodolfo il Glabro, uno dei maggiori cronisti dell’età medievale, ritiene che prendendo atto della sterilità di Cunegonda, l’Imperatore non la ripudiò, ma accordò alla Chiesa di Cristo tutto il patrimonio che avrebbe dovuto consegnare in eredità ai figli. Per questa ragione tale santa coppia viene considerata modello del sacramento matrimoniale perché testimone dell’indissolubilità coniugale. Alla morte del papa Sergio IV, nel 1012, Enrico e Cunegonda raggiunsero la città di Roma e diedero il loro sostegno all’elezione, nello stesso anno, di papa Benedetto VIII, che li incoronerà imperatori il 14 febbraio del 1014. 

La straordinaria coppia di sposi aveva fatto costruire, nel 1007, la cattedrale di Bamberga, che dedicarono a San Pietro e a San Giorgio, ma fecero erigere anche un’abbazia benedettina intitolata all’arcangelo San Michele, sia la cattedrale che l’abazia verranno consacrate da Benedetto VIII in persona. Cunegonda con la sua dote fece edificare pure il monastero di Santo Stefano ed un terzo, il monastero femminile di Santa Croce nel 1021 a Kaufungen, vicino a Kassel, fatto innalzare per adempiere ad un voto rivolto al Signore durante una grave malattia da cui guarì miracolosamente.

Cunegonda partecipò attivamente al governo dell’Impero, prendendo anche le veci dell’Imperatore quando questi fu protagonista di una guerra innescata da diversi signorotti ribelli. Quando il consorte morì, il 13 luglio 1024, ella governò direttamente fino al 4 settembre, quando salì al trono il nuovo imperatore Corrado II il Salico.

Nel primo anniversario della morte di Enrico II, avvenuta nel luglio del 1024, Cunegonda, con una solenne cerimonia nel monastero di Kaufungen, rinunciò al potere, al prestigio e agli abiti imperiali per consacrarsi a Cristo nel chiostro e da allora, fino alla morte, si dedicò ad una vita di preghiera e ascesi, con digiuni e penitenze, occupandosi di umili lavori manuali e assistendo le consorelle malate. Dopo quindici anni, prossima alla fine della sua vita terrena, le monache le confezionarono un sontuoso abito, ma Cunegonda non lo volle e con la semplicità che l’aveva contraddistinta nella sua dedizione claustrale, chiese di essere vestita per la sua sepoltura con un grezzo saio. 

Nella bolla pontificia di canonizzazione si legge che la santa fu accusata ingiustamente da persone infami di infedeltà coniugale e che Enrico II, al fine di provare la sua innocenza, le chiese di sottoporsi pubblicamente all’ordalia del fuoco. Cunegonda accolse l’invito, passò quindi a piedi nudi sopra dei vomeri infuocati, senza ustionarsi. Fu così che l’Imperatore chiese perdono alla moglie per aver ascoltato i calunniatori. L’episodio rafforzò la stima e l’amore che legava i due santi coniugi. Inoltre, nella stessa bolla, è registrato un evento prodigioso, avvenuto una notte quando, addormentatasi mentre leggeva la Bibbia alla luce di una candela, si creò un incendio, le cui fiamme l’avvolsero completamente, ma quando le consorelle accorsero per soccorrerla la videro mentre tracciava un segno di croce, che fu sufficiente per spegnare le lingue di fuoco.

Fra il 1499 e il 1513, nella maestosa cattedrale di Bamberga, lo scultore Tilmann Riemenschneider eseguì il sepolcro di Enrico II e di Cunegonda, uniti insieme anche nel riposo del corpo prima della risurrezione. Nei bassorilievi ai lati del sarcofago, santa Cunegonda è rappresentata mentre paga i costruttori della cattedrale, mentre distribuisce elemosine ai poveri e mentre si sottopone all’ordalia. Enrico II viene invece rappresentato nel momento in cui è condotto in cielo da san Lorenzo. Nell’iconografia la santa coppia è raffigurata con gli abiti imperiali, la corona sul capo e un giglio in mano, oppure con un modellino della cattedrale di Bamberga fra di loro. Santa Cunegonda viene anche rappresentata da sola, mentre cammina sui vomeri ardenti oppure mentre appende il suo mantello ad un raggio di sole, o ancora incoronata, con uno scettro nella mano destra e il modellino della chiesa di Kaufungen nella mano sinistra.

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