Rostov Velikij. Il Cremlino “grandioso”

Nell’immaginario internazionale la Russia è spesso visivamente limitata a Mosca e, più raramente, a San Pietroburgo. Certamente la capitale, simbolo tangibile del potere russo, e l’elegante Venezia del Baltico occupano un posto privilegiato, ma questo immenso Paese nasconde molte altre gemme.
Una di queste è la cittadella di Rostov Velikij (in russo, Rostov “la grande”), adagiata sulle rive del lago Nero, circa 250 km a nord est di Mosca. Tra i centri più antichi della Russia Europea, richiamata dalle cronache russe già nel X secolo, l’appellativo di “grande” le fu attribuito all’inizio del 1200, quando si conquistò l’indipendenza dal Principato di Kiev, raggiungendo in breve tempo un notevole grado di sviluppo commerciale. Divenuta celebre per la raffinatezza delle sue architetture, la sua parabola declinò irrimediabilmente con la conquista mongola e la successiva, definitiva, annessione al Principato di Mosca.
A testimoniare il passato glorioso è rimasto il Cremlino, una poderosa fortezza costruita su un terrapieno a pochi metri dalla sponda del lago, munita di undici grandi torri e circondata da mura alte e spesse con tanto di camminamenti e passaggi interni.
L’imponente struttura
L’intero complesso occupa un vasto territorio e può essere diviso in tre parti. Il blocco principale, detto corte padronale, la piazza Sobornaja o piazza della chiesa ed il giardino del metropolita.
La corte padronale,dove vivevano i Principi con i loro boiari, si presenta come un ampio piazzale comprendente uno stagno con un piccolo parco ed alcuni spazi erbosi, su cui si affacciano vari edifici civili e religiosi, che vedono alternare alla prevalente tinta bianca, varie sfumature di beige di pietre al naturale, i tipici mattoncini rosso scuri e un’elegante ocra acceso.
Da questo cortile, muovendo verso sinistra si accede ad un altrettanto vasto piazzale su cui si staglia la chiesa Uskenskaja, vero e proprio scrigno di affreschi e legni intarsiati e decorati tra XV e XVII secolo.
A destra del cortile si trova, invece, il giardino del metropolita, comprendente un rigoglioso frutteto di meli, cui anche pellegrini e visitatori possono attingere liberamente.
Questo testo di Andrea Giannotti è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it