Raffaello, 500 anni dopo

Diceva l’allora cardinale Ratzinger che le due prove della veridicità della fede cattolica potevano essere identificate nei santi e nella bellezza. Certamente la Chiesa cattolica, in passato, è stata la più grande patrona di artisti di ogni genere, permettendo di mettere in piedi il più imponente lascito culturale che l’umanità abbia mai conosciuto. Oggi purtroppo si accontenta di rincorrere mode culturali, che una volta raggiunte sono già superate.
Tra i grandissimi artisti cattolici non si può non nominare Raffaello Sanzio, morto il 6 aprile di 500 anni fa. Raffaello fu giudicato pittore “divino” proprio perché con la sua arte è stato in grado di approssimarsi a quella Bellezza originaria che è la fonte di tutte le bellezze possibili. Certo era consapevole che qualunque approssimazione, anche la più accurata, non darà mai come risultato una riproduzione originaria di quella Bellezza divina che ogni artista aspira a riprodurre. È un poco come la storia su san Tommaso d’Aquino, che voleva bruciare la sua opera dopo avere avuto la grazia di una visione, al cui paragone tutto poteva sembrare fatuo. Eppure Raffaello, figlio di pittore, era predestinato fin dall’infanzia a tentare questo impossibile, ad avere quel talento quasi intollerabile che dona una percezione quasi infusa delle realtà superiori. Fu come Mozart, inconsapevole portatore di genio, e come lui morirà a metà vita, intorno ai 35 anni. Ma, malgrado vite brevi, questi geni colossali sono stati in grado di lasciare una traccia che si può forse contestare, a proprio rischio e pericolo, ma certo non ignorare.
Ci sono tante informazioni contrastanti sulla vita di questi geni, una vita non sempre esemplare. Ma non dimentichiamo che essi non annunciavano se stessi, ma puntavano il dito verso una realtà altra. Non dobbiamo prenderli necessariamente ad esempio di vita esemplare, erano esseri umani con i loro limiti e difetti. Loro hanno parlato con la loro arte, ed è quella su cui dobbiamo puntare il nostro sguardo. Per la loro vita se la sono vista certamente con il loro confessore e poi con il buon Dio.