Quando san Pietro passò da Otranto…

La tradizione narra del transito dell’apostolo Pietro ad Otranto, mentre era in viaggio verso Roma. Oggi sul posto c’è una chiesa bizantina, a lui intitolata. Ma anche il Castello aragonese è un luogo da visitare per chi si trova ad Otranto.
La tradizione narra del transito di San Pietro in viaggio verso Roma presso una chiesa bizantina, intitolata al Principe degli Apostoli. Secondo alcune fonti sarebbe stata, tra l’altro, la prima sede della cattedra vescovile idruntina. Ha una pianta a croce greca inscritta, quasi quadrata, ed è presumibilmente databile tra la fine del IX e la metà del X secolo.
Questo santuario è tripartito con absidi semicircolari. La cupola centrale – priva di tamburo – è impostata su quattro colonne ed è traforata da quattro aperture (modificate in età barocca). Il pulvino è ricavato semplicemente scolpendo le estremità delle arcate sovrastanti.
Incantevoli gli affreschi dell’Ultima Cena, della Lavanda dei piedi, di Maria col bambino Gesù; il ciclo della Genesi; il Battesimo di Gesù e la Pentecoste. Nel catino absidale è dipinta la Vergine in posizione orante, mentre tiene il Bambino benedicente tra le ginocchia, affiancata da due angeli inginocchiati.
Lungo l’arco absidale scorre un’iscrizione in caratteri pseudo-cufici. Ai lati dell’abside, ricoperti da strati di pittura più recente, si notano i resti dell’Annunciazione. Sulla parete sinistra è raffigurata l’Anastasis e sui due versanti della volta gli Apostoli a gruppi di sei per lato. Sulla parete destra, molto deteriorata, è raffigurata la scena della Natività.
Questi affreschi mostrerebbero l’adesione ai canoni della pittura bizantina d’epoca paleologa; in particolare la supposta Pentecoste, con le sue figure monumentali avviluppate in panneggi volumetrici antichizzanti, presenterebbe significative assonanze con il celebre ciclo di affreschi del monastero della SS. Trinità di Sopočani in Serbia (1265).
Il castello
Il castello aragonese fu eretto dopo l’invasione turca dal re di Napoli, Ferdinando d’Aragona, tra il 1485 ed il 1498 sui resti di un fortino di epoca bizantina. Nel contempo gli spagnoli costruirono, per proteggere la città, tre torri principali: Ippolita, Alfonsina (deve il nome ad Alfonso d’Aragona, il liberatore della città) e Duchessa (forse la moglie del duca Alfonso).
Le sale circolari presenti nelle torri hanno finestre con bocche di fuoco, mentre le sale inferiori sono ricche di scorciatoie, sotterranei e vie di fuga. Lo stemma degli Angioini campeggia sopra un piombatolo. Ultimamente il castello è stato ristrutturato e sono stati riportati alla luce l’antico fossato ed il ponte levatoio. Il celebre romanzo Castello di Otranto, scritto nel Settecento dal letterato inglese Horace Walpole, ha trovato la propria ambientazione all’interno delle mura idruntine.
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Questo testo di Cinzia Notaro è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it