Qualche riflessione su Benedetto XVI

In questi giorni in cui si festeggia il compleanno di Benedetto XVI si è molto parlato del Papa emerito, oramai consegnato alla condizione fragile della sua veneranda età. Io credo che l’opera di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI andrà giudicata alla distanza, per intravederne le grandi ricchezze ma anche le possibili miserie.
Mi sembra che Benedetto XVI ha tentato di arginare le perversioni della società moderna mentre in parte ne veniva travolto anche lui. Il suo ruolo di supremo Pastore di una Chiesa che da decenni, almeno in parte, rincorre il favore di forze che certamente non si ispirano ai principi eterni della religione cristiana, lo ha costretto a compromessi che forse il teologo Ratzinger non avrebbe condonato. Ma questo è comprensibile, quando si ha il potere bisogna anche accettare che l’unico potere che forse si perde è quello su se stessi. Pensiamo però all’importanza che ha avuto Benedetto XVI per un risveglio di consapevolezza sulla liturgia, non solo per il motu proprio Summorum Pontificum ma per un’attenzione costante per la dignità del culto divino.
È impossibile dimenticare che egli ha ispirato tantissimi vescovi, sacerdoti e laici nel guardare con nuovi occhi alla riforma liturgica dopo il Concilio, chiedendosi se tutto quello era veramente un frutto del Concilio stesso o piuttosto una manovra da parte di abilissimi giocatori che dietro le quinte e con il favore di una parte influente della gerarchia hanno potuto causare il disastro liturgico a cui siamo stati abituati negli ultimi decenni. Ecco, Benedetto XVI si è messo di mezzo a questo processo distruttivo, attirando ovviamente l’odio su di se di potenti settori nella Chiesa stessa. Questo perché sulla liturgia si è giocata la partita più devastante, perché noi sappiamo che essa è il dono più prezioso che abbiamo ricevuto dal cielo, e una volta distrutta la liturgia è come aver espugnato l’entrata principale di un castello. Benedetto XVI, pur con la sua timidezza e delicatezza, ci ha detto che c’era qualcosa che era andato storto e ha cercato con alcune sue iniziative di mettere un riparo. Se fosse solo per questo, avrebbe comunque nella storia della Chiesa un posto di prima grandezza.