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Il primo monumento all’Immacolata

Storia05 Gennaio 2018
Radio Roma Libera - Il primo monumento all'Immacolata
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Oltre alla grande Storia ci sono piccole storie, sconosciute ai più, ma che sono entrate a far parte della vita di singole comunità, segnandone il cammino e testimoniando la fecondità dello Spirito, che, ove accolto con fede e umiltà, produce molti buoni frutti. Tra queste storie, figura una particolare avventura della comunità di Bosco Chiesanuova (a quei tempi di circa 4.000 abitanti), a nord di Verona, uno dei tredici comuni montani  “Cimbri” dei Monti Lessini, un’avventura che ha portato all’edificazione e solenne benedizione di un monumento all’Immacolata, il primo eretto al mondo dopo la proclamazione del dogma da parte di Pio IX.

A Roma

Dal 1831 al 1864 è parroco a Chiesanuova (oggi Bosco Chiesanuova) don Stefano Crosatti, un sacerdote “mariano”, nato a Ferrara di Monte Baldo il 2 marzo 1801 e battezzato in quello stesso giorno nel santuario della Madonna della Corona.

Egli svolge opera di pacificazione tra i suoi parrocchiani, riuscendo a trattenerli dal compiere manifestazioni contro l’Impero austroungarico, tanto da venire insignito dall’imperatore Francesco Giuseppe della Croce d’Oro al merito. È quindi un sacerdote capace di gestire situazioni difficili e uno dei parroci più in vista della diocesi di Verona; anche per questo fa parte della ristretta delegazione, che, guidata dal Vescovo di Verona, si reca a Roma per partecipare alla proclamazione del Dogma. Si ferma a Roma per circa un mese ed ottiene un’udienza privata da papa Pio IX, il quale lo nomina suo «Cameriere Segreto soprannumerario».

I Santi Esercizi

Ritornato nel suo paese di montagna, si affretta ad organizzare i Santi Esercizi e un Triduo Solenne per celebrare questo grande dogma con i suoi parrocchiani, programmandone l’inizio per il 21 e la fine per il 31 gennaio 1855. A questo scopo, su suggerimento dei Francescani di Verona e con il consenso del Provinciale, invita quale predicatore Padre Bernardino di Portogruaro dei Francescani Riformati di San Michele di Venezia. Padre Bernardino porta a Chiesanuova, per distribuirle ai fedeli, molte copie di due tipi di “santini”: uno con l’Immacolata ed un altro con l’apostolo della proclamazione del dogma, San Leonardo da Porto Maurizio.

Dopo aver concluso  esercizi e Triduo, don Crosatti invia al Vescovo di Verona una dettagliata relazione, dove racconta come nei primi giorni, con tempo particolarmente cattivo, «maligno e brumagioso» e con oltre 60 cm di neve sulle strade, «si sarebbe detto impossibile superare gli ostacoli occorsi». Tuttavia, la volontà dei parrocchiani: «vinse per tal modo le difficoltà del freddo, del ghiaccio, dei venti, delle nevi, da farsi meravigliare» e la chiesa si riempì di fedeli sino all’inverosimile: «ogni giorno avea così calcata la Chiesa, che non si poteva trovare spazio da sedersi od inginocchiarsi per la moltitudine accorrente».

Con la S. Comunione del giorno 29 si chiude la novena dei Santi Esercizi e inizia il «Triduo devoto e solenne in onore dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine. Il Tempio era straordinariamente riboccante di popolo e la Chiesa era parata con insolito splendore e maestà». Dopo il Vangelo, Padre Bernardino di Portogruaro parla dell’Immacolata Concezione in modo così «eloquente e così adatto all’intelligenza di tutto il popolo, che gli rapì il cuore». Dopo di che tutti, unanimi, ripetono, parola per parola, ad alta voce e con profonda commozione, la seguente professione di fede: «Io credo che la SS.ma Vergine, Madre di Dio, fu preservata nella Sua Concezione dalla macchia dell’originale peccato, in vista dei meriti di Gesù Cristo. Lo credo perché lo Spirito Santo l’ha rivelato alla S. Chiesa e la S. Chiesa lo ha insegnato a me: e lo credo così fermamente che darei la mia vita piuttosto che negare o mettere in dubbio questa verità di fede».

Mentre impartisce la benedizione finale a nome del Papa, don Stefano si sente interiormente spinto a porre il suo paese sotto la protezione di Maria Immacolata e d’impulso propone ai fedeli di affidarsi a Maria Santissima sia come comunità parrocchiale, sia come singoli e di innalzare nella piazza principale un monumento in pietra con l’immagine di Maria Immacolata, che resti come segno di tale affidamento.

Tale proposta viene subito accolta con entusiasmo e condivisa da tutto il popolo. Si apre quindi una sottoscrizione per raccogliere la somma necessaria per l’erezione del monumento: «Incominciarono le offerte; alcune donne perfino offrirono i loro ornamenti femminili d’oro e d’argento; ed attualmente ognuno desidera che si compia più presto che si possa tale progetto». Il triduo si chiude poi con il canto solenne di ringraziamento del Te Deum e con la benedizione col Santissimo.

Don Crosatti conclude confidando al Vescovo come i frutti spirituali siano stati grandi, tanto da aver visto, in tale occasione, accostarsi ai sacramenti «anche quelle poche persone di cui avrei disperato».

Mentre don Stefano scrive al Vescovo, fra’ Bernardino, temporaneamente ospite nel convento del Cimitero di Verona, dal quale sta partendo, scrive a mons. Crosatti raccontandogli del suo viaggio a Verona e soprattutto per esprimergli la sua gratitudine e la sua vicinanza spirituale a lui e alla gente di Bosco. Afferma tra l’altro: «Mi pareva (perdoni se dico troppo) d’essere il padre di tutti, “nam in Christus Jesus per evangelium ego vos genui”, e sentiva in me l’affetto e il dolore che son propri di un Padre. Oh! come avrei voluto, in quel momento specialmente, abbracciar tutti e mettere tutti in Paradiso! Con tutta l’anima io invocai le benedizioni di Dio e della Immacolata Vergine sopra di Lei, monsignore, e sopra codesto buon popolo. Possa Iddio e la Madonna SS.ma avere accettato ed accettare i desideri, le preghiere, le lacrime che furono offerte e si offrono e si offriranno al Cielo da me miserabile e dai miei frati, tanto migliori di me, per ogni miglior bene di codesto devoto paese. La Madonna SS.ma, scelta a protettrice sotto il titolo della Immacolata Sua Concezione, concederà certamente e impetrerà grazie nuove e maggiori ai suoi devoti».

La consacrazione del monumento

Già il giorno 5 febbraio, don Stefano scrive una lettera all’architetto Francesco Ronzani per chiedergli di progettare il monumento e dirigere i lavori. L’architetto si mette al lavoro e il 6 marzo invia a don Stefano il disegno del monumento e nello stesso tempo compila preventivi dei costi sia delle parti in pietra, sia dei lavori necessari per la sua realizzazione e messa in loco. Coinvolge quindi tagliapietre del posto e altri personaggi, tra cui lo scultore e l’argentiere che dovrà eseguire la mezzaluna e la corona di stelle.

Il 24 giugno sono ormai pronte tutte le parti in pietra del monumento, con l’esclusione della statua, e si procede alla messa in opera della prima pietra all’interno della quale viene posta una pergamena, contenente una lode alla Santissima Trinità e a Maria Vergine Immacolata, nonché le motivazioni per cui viene eretto il monumento. Tra le finalità scritte nella pergamena primeggia quella di porre sotto la protezione di Maria, concepita senza colpa originale, la comunità parrocchiale. Ciò è anche scolpito sul lato occidentale del parallelepipedo di base: «Sotto l’immediata protezione – della Gran Madre di Dio – Concepita senza colpa originale – questa parrocchia  da affettuosa divozione compresa – nel di XXXI gennaio MDCCCLV – con giubilo universale si pose».

Il 4 luglio anche la statua è finita e così, entro il mese di luglio, il monumento viene completato e mons. Crosatti entra nel pieno dei preparativi per la solenne inaugurazione, programmata per i giorni 14 e 15 Agosto.

Si procede coi preparativi della festa. Il ferragosto si avvicina e giungono due Vescovi (il Vescovo di Verona, Mons. Benedetto De Riccabona, e l’Arcivescovo di Teodosiopoli, Mons. Giovanni Neuschel, suo ospite a Verona). Giunge anche Padre Bernardino di Portogruaro. Si iniziano le Santissime Quarantore e la sera della vigilia i due prelati presiedono i vespri. Ma l’atmosfera è ben espressa dal resoconto scritto da Mons. Crosatti il giorno 16 agosto e pubblicato nella Gazeta Uffiziale di Verona, n. 229 del 20 Agosto 1855: «Chiesanuova, 16 agosto. Nei giorni 14 e 15 del corrente mese vide Chiesanuova uno spettacolo commovente di religione e di fede. Eretto sopra di questa piazza dalla pietà dei parrocchiani un monumento in pietra per ricordare ai posteri la dogmatica definizione dell’immacolato concepimento di Maria, era invero inesprimibile la gioia, che leggevasi dipinta a chiare note sul volto di questo popolo».

È difficile immaginare il fervore di quei giorni. Alle funzioni solenni parteciparono, oltre ai parrocchiani di Chiesanuova, sacerdoti e fedeli accorsi da tutte le parrocchie vicine. Tra l’altro, il 16 agosto il Vescovo di Verona amministrò la Cresima a ben 173 ragazzi, provenienti da 10 parrocchie della montagna.

Gli effetti della consacrazione

In seguito don Crosatti ebbe altre occasioni di incontrare personalmente papa Pio IX, soprattutto quando questi si recava in visita a Bologna. Raccontava agli amici che una volta, confidenzialmente disse al Pontefice: «Vostra Santità ha il primo monumento eretto all’Immacolata dopo la proclamazione del Dogma (quello di Piazza di Spagna) ed io ho il secondo». Ma agli amici confidava: «Non posso dire al Papa che io ho il primo e Lui il secondo».

A questo punto, ci si può chiedere se l’evento di quell’affidamento solenne della Comunità parrocchiale di Bosco abbia avuto degli effetti. Nessuno può dirlo con certezza, ma il fatto che la Lessinia non sia diventata fronte attivo durante la prima grande guerra, a differenza di altri gruppi prealpini, il fatto che il comune di Bosco Chiesanuova sia stato solo marginalmente interessato dagli eventi della seconda guerra, insieme ad altri singolari privilegi, tra cui l’essere stato la culla di una nuova Congregazione religiosa, quella dei Servi di Nazareth fondati da don Igino Silvestrelli, invitano alla lode e al ringraziamento alla Santissima Trinità e alla Gran Madre di Dio, Maria Santissima Immacolata.

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