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Perché i “gender studies” non sono scientifici?

Diario di bioetica24 Dicembre 2019
Testo dell'audio

Ha avuto molta risonanza sul web la “confessione” di Christopher Dummitt, uno dei più grandi sostenitori della “scientificità” delle tesi gender: il docente canadese ha ammesso di aver fondato le sue tesi più su sue convinzioni di stampo costruttivista che su dati reali. I “gender studies”, infatti, altro non sono che il tentativo – su base demoscopica – di dimostrare che i generi esistono naturalmente nella popolazione, non sono il prodotto né dell’ideologia né della filosofia, e – proprio perché tali – devono trovare naturale accoglienza ed adeguato sviluppo nel tessuto sociale.

In questa puntata, vedremo che il primo dato scientifico ed evidente che abbiamo è il fatto che la sessuazione, maschile e femminile, non è né una scelta, né un prodotto della cultura: è un imprinting strutturale scritto in ogni cellula del nostro corpo. L’ideologia gender avvalla, invece, una visione dualistica dell’essere umano che però non corrisponde a ciò che noi siamo per natura: un unicum, un sinolo di corpo e psiche. La persona umana è costitutivamente sessuata: questo non è solo un dato naturale (biologico) ma di natura (essenziale).

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