Perché i “gender studies” non sono scientifici?

Ha avuto molta risonanza sul web la “confessione” di Christopher Dummitt, uno dei più grandi sostenitori della “scientificità” delle tesi gender: il docente canadese ha ammesso di aver fondato le sue tesi più su sue convinzioni di stampo costruttivista che su dati reali. I “gender studies”, infatti, altro non sono che il tentativo – su base demoscopica – di dimostrare che i generi esistono naturalmente nella popolazione, non sono il prodotto né dell’ideologia né della filosofia, e – proprio perché tali – devono trovare naturale accoglienza ed adeguato sviluppo nel tessuto sociale.
In questa puntata, vedremo che il primo dato scientifico ed evidente che abbiamo è il fatto che la sessuazione, maschile e femminile, non è né una scelta, né un prodotto della cultura: è un imprinting strutturale scritto in ogni cellula del nostro corpo. L’ideologia gender avvalla, invece, una visione dualistica dell’essere umano che però non corrisponde a ciò che noi siamo per natura: un unicum, un sinolo di corpo e psiche. La persona umana è costitutivamente sessuata: questo non è solo un dato naturale (biologico) ma di natura (essenziale).