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Papa Pio II, difensore della Cristianità

Storia29 Maggio 2020
Testo dell'audio

Primogenito di diciotto fratelli, Enea Silvio Piccolomini nacque il 18 ottobre 1405 a Corsignano, una piccola località non lontano da Siena, oggi nota col nome di Pienza, datole proprio in onore del suo illustre figlio che divenne Papa.

Fin da ragazzo, il futuro Pontefice dimostrò una passione divorante per le lettere classiche e ben presto venne notato dal cardinale Domenico Capranica che lo condusse con sé al Concilio di Basilea. Per il giovane Piccolomini fu l’inizio di un periodo particolarmente movimentato che lo vide partecipare in prima persona alle grandi controversie relative alla questione del rapporto tra il potere del Sommo Pontefice e quello del Concilio, un periodo nel quale egli ebbe modo di conoscere uomini e popoli diversi e di accrescere il suo straordinario bagaglio culturale, cosa che ne fece un raffinatissimo uomo di lettere.

A questo riguardo, v’è accordo tra gli studiosi nel ritenere che Enea Silvio Piccolomini si sarebbe conquistato un posto non trascurabile nella storia, anche se non fosse diventato Papa, in virtù della sua importante opera di scrittore e di umanista. Intorno al 1444 la sua vita conobbe una svolta: all’intellettuale fine ma indubbiamente gaudente e ambizioso cominciò a sostituirsi un uomo assai più pensoso e attento alla dimensione spirituale dell’esistenza, e il 4 marzo 1447 Enea Silvio venne ordinato prete.

In quegli stessi anni, rinnegate le dottrine conciliariste, egli aderì con forza alla tesi della supremazia papale nei confronti del concilio. Nel settembre del 1450 fu nominato vescovo di Siena: in questa veste fu protagonista di varie delicate operazioni politico-religiose, che gli dettero modo di mostrare eccezionali doti diplomatiche.

Nel 1455 il Piccolomini si trasferì a Roma e nel dicembre dell’anno seguente ricevette la berretta cardinalizia, come riconoscimento per il suo grande impegno al servizio della Chiesa e del Papato. Alla morte di Callisto III, il 19 agosto 1458 il Conclave elesse Sommo Pontefice il cardinale Piccolomini, che prese il nome di Pio II e venne incoronato il successivo 3 settembre. Il suo stato di salute non particolarmente soddisfacente faceva presagire un pontificato breve: esso durò sei anni e lasciò comunque una traccia molto importante nella storia della Chiesa.

Pio II si spese senza risparmio per rimuovere i più gravi motivi della decadenza spirituale della Cristianità del tempo, per perseguire il grande disegno di una riunificazione religiosa dell’Occidente sotto la somma autorità del Romano Pontefice e, infine, per liberare l’Europa dalla minaccia musulmana, che aveva raggiunto il suo più drammatico acme con la conquista di Costantinopoli da parte del sultano turco Maometto II nel maggio del 1453.

Potendo contare su una relativa tranquillità della situazione italiana, Pio II convocò un congresso di tutti i prìncipi a Mantova con lo scopo di preparare una nuova crociata. La riunione ebbe inizio il 1° giugno del 1459 e dopo estenuanti attese e trattative il 14 gennaio 1460 il Papa indisse la crociata e chiuse il congresso. Pochi giorni dopo, per rendere ancora più forte e solenne il suo appello alla crociata, Pio II pubblicò un’altra importante bolla, denominata Execrabilis, nella quale riaffermò con estrema decisione la superiorità dell’autorità del Papa sul concilio.

Imbarazzato per il fatto di aver sostenuto in gioventù le opposte tesi conciliariste, egli pensò opportuno ritrattare in modo ufficiale le idee professate in passato: con un’altra bolla riconobbe i propri errori e ribadì che «al Papa soltanto spetta il diritto di convocare e di sciogliere i concili generali; da lui, quale capo della Chiesa, deriva ogni autorità nelle sue membra».

Nel frattempo, turbolenze e complotti più o meno gravi frenarono l’azione del Pontefice, mentre le teorie conciliari continuarono a trovare ampi consensi specialmente in Francia e in Germania, le nazioni che, insieme alla Boemia, dettero non poche preoccupazioni al Papa. Sebbene il primo pensiero di Pio II sia stato costantemente quello della crociata, egli desiderò con forza porre mano a una profonda riforma della Chiesa e della curia romana in particolare, riforma che tuttavia non riuscì a concretizzare, assorbito come fu dalla grave questione turca, la quale per altro rimase a sua volta irrisolta a motivo della scarsa volontà manifestata dalle varie potenze europee di impegnarsi fattivamente per realizzare la crociata voluta dal Pontefice.

 

Questo testo di Maurizio Schoepflin è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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