Ma quanto sono cattivi, questi buoni e misericordiosi…

Se c’è un evento – uno dei tanti – che rivelino il vero volto di alcuni dei fan più sfegatati della Nuova Chiesa, quella della Misericordia, un volto violento nelle parole e nei sentimenti, intollerante e decisamente molto poco dialogante, beh, questo è l’intervista che il cardinale Camillo Ruini ha concesso qualche giorno fa al Corriere. Non l’intervista stessa, naturalmente; ma alcune reazioni alle parole pacate, lucide del porporato, certamente una delle più belle teste della Chiesa in questa stagione di ben scarse eccellenze.
Come ricorderete il cardinale ha sottolineato l’inopportunità di un partito di cattolici; ha detto che demonizzare Salvini non serve a nulla, e che bisogna dialogare; e che non è così sicuro – come invece altri – che l’ostentazione del Rosario fosse solo un escamotage elettorale, un ricercare consensi presso l’elettorato cattolico.
Naturalmente c’è chi, come Marco Politi, un passato comunista d.o.c., da sempre nemico del cardinale Ruini e della sua idea di Chiesa (e di Italia…) si è buttato sulla vicenda, indicando nell’anziano cardinale il nuovo punto di riferimento per tutti gli oppositori della linea di papa Bergoglio. Abbiamo già visto questo giochino quante volte? Basta che un cardinale, o un vescovo importante, esprimano perplessità, o un disallineamento rispetto alla linea del Numero Uno che subito i giornalisti di regime si gettano come un sol uomo a indicare il malcapitato come il nuovo “punto di riferimento” dell’opposizione. Che ormai dovrebbe contare un sacco di gente…
Poi ci sono quelli che mi diverte assimilare, mutatis mutandis, al ruolo dei Centri sociali e dei loro occupanti, in rapporto alla sinistra “perbene”. Sono loro che si occupano in toni e modi eccessivi e violenti del lavoro di vanga.
Per esempio tal Andrea Grillo, che insegna al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo Teologia dei Sacramenti e Filosofia della Religione (davvero, non scherzo) che scrive: “L’arte di Ruini è di ridurre il cattolicesimo ad un mostro tale, rispetto a cui avrei fatto apostasia almeno da 40 anni”. Il problema è che questo è accaduto magari davvero, e il prof. Grillo non se è accorto…Come non lo sanno i suoi committenti a Sant’Anselmo…
Poteva mancare Alberto Melloni, questa colonna del sinistrismo ecclesiale e non, pilastro della famosa scuola di Bologna? Melloni risponde a Ruini, che non condivide l’immagine tutta negativa di Salvini, e che pensa che abbia davanti a sé prospettive notevoli, buttandola sulla “reductio ad Hitlerum”. Scrive Melloni: <Per una beffa della storia quel che Ruini dice oggi sul Corriere delle possibili prospettive di Salvini è identico a quel che Von Papen diceva di Hitler a Roncalli nel 1941. Roncalli lo zittì citando i “milioni di ebrei” uccisi “nelle camere a gas”>.
A parte che con le sue parole Melloni conferma esattamente quello che sostiene lucidamente e intelligentemente Ruini: e cioè che la demonizzazione è un’operazione scadente, e perdente, c’è da far notare al professore di storia Melloni che le camere a gas cominciarono a funzionare l’8 dicembre 1941, e quindi Roncalli, a Istanbul, difficilmente avrebbe potuto pronunciare quelle parole. Ma capiamo Alberto Melloni: a gennaio si vota in Emilia Romagna, e ci sono le condizioni perché la regione dopo mille anni venga tolta dalle mani dei comunisti e dei loro nipotini. E d conseguenza che anche i fondi regionali, cospicui, donati dalla Regione rossa alla sua Fondazione Giovanni XXIII corrano seri pericoli. Il che non sarebbe poi così sbagliato, no?