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L’incoerenza del secondo tipo d’ecumenismo falso

Catechesi15 Marzo 2018
Testo dell'audio

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

Il secondo tipo d’Ecumenismo riduce la Fede ad un amalgama di credenze diverse, che poi paragona con quelle di altre ‘fedi’ o ‘religioni’ in ricerca di una base comune d’unione. La santa Chiesa Cattolica invece insegna che la Fede costituisce un’unità indivisibile, che deriva dal suo oggetto che è Dio come è di per Sé Stesso. Per questo motivo non è possibile prescindere da qualsiasi dottrina cattolica nell’interesse della conformità altrui.

Vuoto morale

Ora l’Ecumenismo si presenta come un tipo d’amore spirituale ossia tra membri della Chiesa cattolica e coloro che sono fuori di essa: un tipo di amore, che promuove il loro bene spirituale tramite un’unione spirituale con loro. Per valutare questo tipo di amore, guardiamolo alla luce dell’amore che la santa Madre Chiesa nutre per tutti gli uomini.

Questo amore si orienta verso il loro bene definitivo ed eterno in Cielo: la loro salvezza alla Gloria di Dio . Questo è il fine ultimo della Chiesa, fine che Essa ricerca per mezzo dell’unione triplice con loro e che consiste:

a) nell’unione sotto l’autorità della gerarchia cattolica;

b) nell’unione dei sette Sacramenti; e

c) nell’unione della Fede cattolica.

Guardando l’amore ecumenico a questa luce, vediamo che non è un amore spirituale affatto, poiché non comprende né un’unione spirituale (in alcun senso sostanziale della parola), né un bene spirituale.

Mancanza di unione spirituale       

I) L’unione ricercata dall’Ecumenismo è soltanto un’unione parziale, in quanto mancano uno o più dei tre elementi, che costituiscono l’unione triplice, e perciò non è salvifica;

II) L’unione spirituale ricercata dall’Ecumenismo non è salvifica, dunque. Ma, tipicamente, non è neanche sovrannaturale, poiché l’Ecumenismo riduce il Cattolicesimo alla Fede (intesa solo come un insieme di credenze), e così facendo ignora i Sacramenti, che elargiscono sull’uomo la Grazia sovrannaturale, mezzo necessario per unirlo a Dio quaggiù e nel Cielo. Osserviamo che nei due documenti del Concilio Vaticano II, Ad Gentes e Nostra Aetate (che riguardano il rapporto tra la Chiesa e le religioni non-cristiane) non ricorre mai il vocabolo ‘sovrannaturale’ (cfr. Iota Unum.253);

III) L’unione spirituale ricercata dall’Ecumenismo tipicamente non è neppure morale, poiché esso riduce la Fede a quelle dottrine che concernono la natura della Realtà e di Dio. Così facendo, però, trascura le dottrine morali, che svolgono una parte essenziale della Fede e che sono, anch’esse, necessarie per la vita eterna. La Fede in una parola è la luce che ci mostra la via verso il Cielo.

Mancanza di un bene spirituale

La Chiesa cattolica cerca l’unione spirituale triplice con altri, perché solo questo può condurli al loro bene spirituale, cioè la vita eterna. L’Ecumenismo, invece, cerca un’unione inferiore, che mira ad un bene inferiore: la pace o felicità terrena, che costituisce un bene meramente politico. In una parola, la Chiesa cerca un bene spirituale che mira alla vita eterna, mentre l’Ecumenismo cerca un bene terreno che mira alla vita presente. Questo bene terreno è al massimo solo un compito secondario della Chiesa, come conseguenza del Suo compito primario cioè il bene spirituale dell’uomo e, chiaramente, non è mai da cercare a costo di quello spirituale.

Concludendo, l’Ecumenismo non è il tipo d’amore che conviene tra la Chiesa e le altre religioni o confessioni. Il tipo d’amore che conviene è piuttosto l’Ecumenismo vero, o, secondo il termine più tradizionale e chiaro, l’Evangelizzazione, in quanto, come ogni tipo di amore razionale, mira al vero bene degli altri. Anzi, come abbiamo appena detto, mira al loro bene supremo, che è la loro salvezza e che cerca di assicurare mediante la loro conversione.

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