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Le Virtú della Religione nelle Sacre Scritture

Liturgia24 Settembre 2020
Testo dell'audio

La Sacra Scrittura trasmette spesso queste verità con vivacissime e impressionanti descrizioni. “Il Signore è terribile ed immenso e la Sua potenza è ammirabile” (Sir. 43,29). “Nel turbine e nella tempesta è il Suo cammino e le nubi sono la polvere dei Suoi piedi” (Na.1,3). Dio è il Maestro Supremo e Proprietario dell’universo, perché esso uscì dalla Sua mano di Creatore ed è opera Sua; perciò canta con gioia il salmista “Del Signore è la terra e quanto contiene, l’universo e i suoi abitanti. E’ Lui che l’ha fondata sui mari, e sui fiumi l’ha stabilita” (Sal. 23, 1-2).

Chi ha misurato le acque del mare con il cavo della mano, o ha calcolato a palmi il cielo e con il moggio la polvere della terra (…) Ecco, le nazioni sono come una goccia da un secchio, sono considerate come polvere sulla bilancia. Ecco, le isole pesano quanto un granello. (…) Egli siede sopra la volta del mondo (…) Colui che stende i cieli come un velo, li dispiega come una tenda in cui abitare. (…) fa uscire in ordine il loro esercito e chiama ciascuno per nome; davanti al Suo grande vigore e alla Sua ardente forza nessuno manca” (Is. 40,12-26). “E gli astri brillarono nella loro veglia e gioirono. Furono chiamati ed essi risposero eccoci! E sfavillarono con allegrezza per Colui che li ha creati” (Bar. 3,34-35).

O Signore, grande Sei Tu e glorioso, mirabile nella Tua potenza e insuperabile! Ti serva tutta la Tua creazione, perché hai pronunciato una parola e tutte le cose furono create, hai inviato il Tuo spirito e furono formate; non c’è nessuno che possa resistere alla Tua voce. Dalle
fondamenta i monti saranno scossi assieme alle acque le rocce si fonderanno davanti a Te come cera” (Gdt. 16,13-15). “Egli guarda la terra ed essa trema tocca i monti ed essi fumano” (Sal. 104 (103),32).

E che cosa è l’uomo dinanzi all’Altissimo, dinanzi all’Onnipotente Creatore e Re potente, che è molto terribile e sta assiso sul Suo trono, il Dio delle dominazioni (Sir. 1,8). “L’uomo come l’erba sono i suoi giorni, come il fiore del campo egli fiorisce. Lo sfiora il vento ed egli scompare e il suo posto più non si trova” (Sal. 103 (102),15-16). Gli uomini sono polvere e ceneri (Sir. 17,27); paglia secca, una foglia sbattuta dal vento; sboccia come un fiore e appassisce, fugge come l’ombra (Gb. 13,25; 14,2). E allora, non dovrebbe l’uomo — una creatura debole, fragile e miserabile — chinarsi e prostrarsi fino alla polvere Non dovrebbe tremare con stupore, riverenza e meraviglia davanti al potere, la grandezza e la maestà di Dio, per il Quale “il cielo è il (…) trono e la terra è lo sgabello dei Suoi piedi” (Is. 66,1)

Le colonne del cielo si scuotono e fremono alla Sua minaccia. (…) le stelle del mattino gioiscono insieme e i figli di Dio cantano a Lui gioiose melodie” (Gb. 26,11; 38,7). Al Signore i cori di spiriti celesti cantano giorno e notte nel più alto dei cieli un incessante “Santo, santo, santo”, i gloriosi santi si prostrano davanti a Lui che è assiso sul trono, e adorano Lui che vive nei secoli dei secoli; depongono innanzi al trono le loro corone dicendo “Degno Sei, nostro Signore e Dio, di ricevere gloria, onore e potenza,  Tu Che hai creato tutte le cose, le quali non esistevano e per Tuo volere furono create” (Ap. 4,10-11). A questa esultanza di lodi e di adorazione eterna, anche l’uomo dovrebbe unirsi, secondo la sua capacità, glorificando Dio il Quale è giustamente innalzato sopra ogni cosa.

La virtù della religione inoltre stimola lo zelo e sprona a compiere atti mirati a rendere dovuto onore e gloria alla Maestà Divina; questi atti possono essere divisi in due classi. Nella prima classe sono compresi tutti gli atti che in sé stessi si riferiscono all’onore di Dio e lo promuovono, cioè, quelli che nella proprio natura sono intesi e calcolati a rendere il dovuto culto e riconoscimento alla grandezza di Dio. Compiamo questi atti quando preghiamo per esempio, quando offriamo sacrifici, quando facciamo e adempiamo a dei voti, quando adorniamo le chiese e gli altari.

Nella seconda classe sono compresi gli atti di tutte le altre virtù, nella misura in cui essi siano compiuti per commando di Dio, ossìa per ispirazione di Lui e avendo come scopo quello di onorarLo, col desiderio di darGli gloria. La virtù della religione può e deve dirigere tutte le opere e gli esercizi di una vita cristiana alla gloria di Dio, perché codesta vita sia un perpetuo servizio divino. “Sia dunque che mangiate, sia che beviate o qualsiasi cosa facciate, fate tutto per la gloria di Dio” (1Cor. 10,31).

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