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Le quattro note della Chiesa. L’Unità

Catechesi22 Ottobre 2018
Testo dell'audio

Il simbolo niceno-costantinopolitano professa dogmaticamente ed infallibilmente: Credo unam, sanctam, catholicam, et apostolicam Ecclesiam. Il Santo Uffizio sotto il beato Pio IX dichiara a riguardo nell’anno 1864: “La vera Chiesa di Cristo è determinata e definita nella sua essenza sulla divina autorità mediante il segno quadruplo che professiamo nel Credo come oggetto della Fede.” Questo segno quadruplo viene definito in termini di quattro ‘note’, ossia caratteri visibili, della Chiesa, cioè: Unità, Santità, Cattolicità, ed Apostolicità. Un’analisi delle note (soprattutto della prima) ci mostrerà in seguito che nessun altra sedicente chiesa può pretendere di essere la vera Chiesa di Gesù Cristo.

Cominciamo esponendo la sua unità.

 

L’Unità della Chiesa

      1. L’Unità come nota della Chiesa

Il simbolo professa l’unità come prima nota della Chiesa: “Credo unam… ecclesiam”. Ci chiediamo inanzitutto in quale senso la Chiesa è una.

Il Concilio Vaticano I dichiara (S.4, Pastor Aeternus): “Affinché la moltitudine universale dei fedeli rimanesse conservata nell’unità della fede e della comunione [il Signore] ha posto San Pietro come capo degli altri apostoli ed istituì in lui il principio perpetuo ed il fondamento invisibile della doppia unità”.

Vediamo qui che la Chiesa è una in due sensi, che c’è una doppia unità: l’unità della Fede e l’unità della communione.

L’unità della Fede consiste nel fatto che tutti i membri della Chiesa aderiscono alle verità della Fede proposte a loro dal magistero perenne della Chiesa: che le credano internamente (almeno in modo implicito) e le professino esternamente.

L’unità della comunione invece consiste nell’unità di governo: in primo luogo la sottomissione di tutti i membri della Chiesa all’autorità dei vescovi e del Papa, ed in secondo luogo l’unità di culto che assicura il collegamento tra di loro dei membri della Chiesa tramite i sacramenti.

Il Papa è il principio ed il fondamento di questa doppia unità. Come Sommo Docente garantisce l’unità della Fede; come Sommo Pastore garantisce l’unità di comunione.

L’unità della Chiesa viene espressa dalle parole del Signore Stesso. Lui esige l’unità della Fede quando dà il mandato agli apostoli di evangelizzare tutte le nazioni, e comanda che tutti gli uomini accettino la Fede incondizionatamente (alla fine del vangelo di San Matteo e di San Marco). Egli esige l’unità della comunione quando prega al Padre per l’unità degli apostoli e dei futuri fedeli: (Gv.17.20) “Non prego solo per questi ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

Ribadiamo a questo punto che l’unità di cui si tratta qui fa parte dell’unità di comunione propria alla Chiesa cattolica: la sottomissione di governo e l’unità di culto. Non si tratta dell’unità che unisce tutti i cristiani di tutte le confessioni – il loro denominatore comune più basso, come vedremo più avanti.

San Paolo rappresenta l’unità della Chiesa colle immagini di una casa e di un corpo umano, ed accenna alla sua doppia unità nelle seguenti parole: “Un solo corpo ed un solo Spirito… un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio, padre di tutti…” (Ef.4.4-6).

San Paolo aggiunge un aspetto morale all’unità di comunione: “Vi esorto… a comportavi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine, e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace.” (Ef.4.1-3)

Lo stesso Apostolo ammonisce contro i due mali che distruggono l’unità della Chiesa: l’eresia che distrugge l’unità della Fede e lo scisma che distrugge l’unità della comunione.

Ammonisce contro l’eresia con la parola: “Dopo una o due ammonizioni sta’ lontano da chi è fazioso” (Tit.3.10), ed ammonisce contro lo scisma con la parola (I Cor. 1.10) : “Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo ad essere tutti unanimi nel parlare perché non vi siano divisioni tra di voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di intenti.

La prima nota della vera Chiesa di Cristo è la sua unità, dunque. Vediamo che questa unità è sia interna che esterna: in quanto presta alla Chiesa cattolica da un lato la sua integrità, e dall’altro lato la distingue da tutte le altre sedicenti “chiese”. Sì può esprimere l’unità, sia interna che esterna, dicendo che la Chiesa cattolica è allo stesso tempo una ed unica.

 

      1. La nota di unità come criterio di cattolicità

Poiché questa prima nota, la nota dell’unità, è allo stesso tempo così precisa e larga nell’ambito, viene tipicamente applicata, anche senza le altre note, come unico criterio per determinare la cattolicità di una data comunità o persona. In questo contesto si parla piuttosto di un’unità triplice: ossia l’unità di Fede, di governo, e di culto (di cui le due ultime costituiscono insieme, come abbiamo già detto, l’unità di comunione) .

Ora, la nota dell’unità la possiede solo la Chiesa cattolica. Non la possiede la “chiesa ortodossa” e nemmeno la possiede la “chiesa protestante”, né qualsiasi chiesa che si presenta come una delle “chiese ortodosse” o “protestanti”, né qualsivoglia altra chiesa. Non la possiede alcun’altra sedicente chiesa in quanto nessuna di loro possiede insieme l’unità della Fede e l’unità di comunione – che comprende, come abbiamo già spiegato, l’unità di governo (cioè la sottomissione al Papa ed ai vescovi) e l’unità di culto (cioè i sette sacramenti); nessuna di loro possiede il principio ed il fondamento di questa doppia unità che è il papato. Anzi, tutte queste “chiese” sono caratterizzate piuttosto dalla loro divisione in piccoli gruppi innumerevoli: le sétte protestanti e le chiese autocefale ortodosse.

Difatti poiché nessun’altra chiesa ha le caratteristiche della vera Chiesa, è più accurato chiamarle “comunità religiose” e non chiese affatto. Chiamarle “chiese” sostiene la tesi che siano tutte mezzi di salvezza sullo stesso livello della Chiesa cattolica. Questa, però, è un’eresia condannata dal beato Pio IX nell’enciclica Quanto conficiamur moerere e nel Sillabo (n.18).

Nessuna ‘chiesa’ oltre alla Chiesa cattolica possiede la nota dell’unità, dunque. Non è vero neanche che ci sia una chiesa più grande della Chiesa Cattolica che si chiama “la Chiesa di Cristo” che consiste di tutte le confessioni insieme. Poichè anche a questa chiesa mancherebbe la nota dell’unità: non ci sarebbe l’unità di Fede, né di comunione (cioè quanto al governo e al culto), né il principio e fondamento dell’unità che è il Papa. Questo è l’errore a cui abbiamo già accennato, di ispirazione modernista. La sola unità che avrebbe questa chiesa sarebbe l’unità del denominatore più basso di tutte le confessioni: l’unità dei loro “articoli fondamentali” secondo la teologia protestante, ma questa è inconciliabile coll’ unica vera Fede.

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