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Le opere dei Padri Somaschi (I parte)

Storia10 Gennaio 2018
Radio Roma Libera - Le opere dei padri somaschi
Testo dell'audio

L’azione umana, insegna Joseph de Maistre, è feconda quando ha come principio l’idea di Dio: «Una goccia di questo incommensurabile oceano di esistenza sembra staccarsi e cadere sull’uomo che parla e agisce in nome della divinità: la sua azione stupisce e dà un’idea della creazione. I secoli passano e la sua opera resta».

Dacché Girolamo Emiliani depose l’abito di patrizio veneto per vestire un rozzo saio e farsi uguale ai poveri, che aveva deciso di servire, Dio solo, nel quale aveva confidato, in breve tempo compì attraverso di lui opere per l’epoca eccezionali e dal successo prodigioso; ma le fondazioni di san Girolamo, come tutte le istituzioni divine, crebbero ulteriormente nel tempo: là dove quelle originarie non sopravvissero, il carisma somasco (rappresentare la Paternità di Dio), ivi impiantato e diffuso poi in gran parte d’Italia e fuori, ne suscitò comunque di nuove e maggiori.

A Venezia, dove quel «sole luminoso per l’esemplarità di vita» era sorto, vicino a San Rocco, eresse la prima casa destinata esclusivamente all’accoglienza degli orfani. Essa fu anche una scuola, in cui «il santo di Dio insegnava ai fanciulli il santo timor di Dio, a non considerare nulla come proprio, a vivere insieme come fratelli, a guadagnarsi la vita con il proprio lavoro e non mendicando».

Egli fu poi chiamato a governare l’ospedale degli Incurabili, dove si trasferì coi suoi orfani. I Somaschi avrebbero retto questo e l’altro ospedale dei SS. Giovanni e Paolo fino alle soppressioni napoleoniche, come pure l’Accademia dei Nobili alla Giudecca (dove si sovvenivano i figli di nobili famiglie decadute; ai Somaschi fu chiesto nel 1724 di riordinarla), il Seminario Ducale (per chierici poveri e sotto la giurisdizione del Doge e dei Procuratori di S. Marco) e il Seminario Patriarcale.

Quest’ultimo fece posto alla Basilica della Salute del Longhena, la cui officiatura fu affidata ai Somaschi; il generale Padre Zanchi allo stesso architetto commissionò lì accanto la casa professa, nella quale la Congregazione aprì inoltre scuole pubbliche; sempre dietro istanza dei Somaschi nel palazzo, che era stato spogliato dai Francesi (1797) e incamerato (1810), venne nel 1818 portato il Seminario da Murano, dove era stato trasferito nel 1630.

In Lombardia

L’ardore missionario aveva spinto il Fondatore a compiere «il suo corso diurno», toccando le principali città della Lombardia.

A Bergamo le tre opere dell’Orfanotrofio maschile, di quello femminile e della casa per le convertite (ex prostitute redente dal lavoro e dall’osservanza di una regola), attraverso vari traslochi e vicissitudini, durarono fino a ‘900 inoltrato.

A Milano ebbe origine lo storico istituto di San Martino, ubicato all’angolo delle vie Manzoni e Morone e in seguito trasferito a San Pietro in Gessate; pochi decenni dopo san Carlo Borromeo, che riconobbe per primo la santità di san Girolamo, dal profumo che emanava dal suo sepolcro, affidò ai Somaschi l’Ospedale dei mendicanti e dei vergognosi della Stella di corso Magenta, che diventerà nel 1752 l’Orfanotrofio femminile delle Stelline.

Anche a Como san Girolamo raccolse ragazzi abbandonati e fanciulle, ma la città lariana ospita soprattutto l’opera somasca più longeva, che dura ininterrottamente da più di quattro secoli: il Collegio Gallio.

Nel 1583 il card. Tolomeo Gallio dispose che l’ex-convento degli Umiliati diventasse un collegio per cinquanta ragazzi poveri, istituendo un consiglio d’amministrazione e chiamando all’insegnamento i Somaschi, in quanto «molto pratici nell’allevare, sempre con onore e frutto, la gioventù»; i Padri erano tenuti «ad insegnare ai putti la dottrina cristiana e grammatica e qualche onesto esercizio, come cucire e lavorare d’agucchia», ma negli anni della trasformazione dell’Alunnato in Seminario (1629-1792) si aggiunsero gli studi di retorica, filosofia e teologia; fiorirono inoltre le accademie.

Con la soppressione degli Ordini religiosi del 1810 i Somaschi continuarono a dirigere il Gallio come sacerdoti privati; essi ottennero il pareggiamento delle scuole dall’Austria prima, dall’Italia poi; nel 1976 hanno assunto la gestione diretta del Collegio.

L’edificio attuale è sopraelevato di due metri rispetto al convento ristrutturato dal card. Gallio, per evitare le esondazioni del torrente Cosia e del lago; alla magnifica ricostruzione settecentesca (i Somaschi finanziarono la nuova chiesa della Beata Vergine di Loreto, sul sito di quella del 1635, che sostituì la basilica di S. Maria in Rondineto, poi interrata) seguirono gli ampliamenti di fine ‘800 e metà ‘900; attualmente l’offerta formativa del Gallio va dalle elementari al liceo.

Pavia invece ospitò il centro principale della Congregazione, che venne da san Pio V annoverata fra gli ordini religiosi col nome di Chierici regolari di san Maiolo: il monastero pavese fu Curia generalizia, casa professa, primo studentato somasco e Archivio ufficiale; i Padri gestivano l’Orfanotrofio della Colombina, nell’area dove venne poi eretta (1767) la casa professa di San Maiolo nuovo (oggi Palazzo di Giustizia); Padre Angiolmarco dei conti Gambarana, futuro generale dell’Ordine, si occupò delle convertite di Santa Maria Maddalena e delle orfane di San Gregorio, fondando l’ospedale degli Incurabili.

Questo testo è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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