Le nostre opere e il loro valore

Resta ora a vedere più da vicino quali possibilità abbiamo di sollevare le anime purganti dalle loro pene. Sulla scorta della Teologia affermiamo che le nostre opere buone, finché viviamo, possono essere meritorie, impetratorie e soddisfattorie, secondo che ci danno diritto ad un nuovo grado di gloria in Paradiso, o muovono Iddio a concederci qualche grazia particolare, o valgono a rimetterci una parte più o meno grande della pena che ci rimarrebbe a scontare in questo mondo o nell’altro per le nostre colpe passate.
Che ogni opera buona fatta nelle debite condizioni sia meritoria pel cielo, è un punto di fede che il Concilio di Trento stabilì contro i protestanti, i quali sostenevano che tutto il merito consiste nella fede, anche se accompagnata dalle opere. Le promesse evangeliche sono chiare ed assolute a questo riguardo: sarà ricompensato il buon servo che fu fedele nelle piccole cose, quia super pauca fuisti fidelis (Matth. 25,-23) dice S. Matteo; e in altro luogo ci raccomanda di accaparrarci per mezzo delle nostre buone opere
tesori pel cielo (6, 2o), e ci avverte che nel dì del giudizio gli eletti entreranno in possesso della gloria eterna appunto per le loro opere di carità: Io ebbi fame, e voi mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere (Matth. 25, 35).
Ed affinché non avessimo a credere che solo le opere grandi saranno rimunerate, soggiunge: In verità vi dico: se darete un solo bicchier d’acqua ad un povero in nome mio, ne riceverete ricompensa (Matth. 10 42). Egli è chiaro quindi che ogni opera buona, per quanto piccola ed indifferente, merita un premio eterno. Di più quest’opera può essere impetratoria, cioè può valere ad ottenere da Dio questa o quella grazia per noi o per gli altri.
Così nella sacra Scrittura vediamo Giuditta e Davide digiunare e distribuire elemosine, la prima per ottenere la buona riuscita della sua ardita intrapresa, il secondo per impetrare la guarigione del figlio avuto da Bersabea. Lo stesso Signor nostro Gesù Cristo c’insegna a digiunare per iscacciare certi demoni che solo coll’astinenza si vincono. Questi esempi,
ed altri molti che potremmo citare, chiaramente ci mostrano che le nostre opere buone possono avere, se noi lo vogliamo, anche il valore di preghiere, ed inclinare Dio, nostro Padre e Signore, ad usarci misericordia. Finalmente che le nostre opere siano soddisfattorie, è un punto di fede basato pure sulla Scrittura.