L’atto sacrificale del Servizio eucaristico (Parte III)

Il servizio eucaristico non solo è un vero sacrificio, compiuto nel presente sull’altare, ma, allo stesso tempo, è anche la misteriosa ripetizione e rappresentazione, o rinnovamento, del passato sacrificio della croce. Perciò la doppia consacrazione dovrebbe essere considerata sotto un duplice aspetto; in primo luogo, nella misura in cui è una mistica immolazione e rende l’attuale offerta del corpo e del sangue di Cristo un vero e proprio sacrificio; e in secondo luogo, in quanto rappresenta in modo visibile il passato sacrificio della croce. È, quindi, per lo stesso motivo, vale a dire per la transustanziazione dei due elementi, che l’offerta eucaristica acquisisce il carattere di un sacrificio assoluto e relativo, cioè di un vero sacrificio in sé, ma che, secondo la sua natura intrinseca e la sua costituzione, non solo si riferisce al sacrificio della croce, ma anche visibilmente lo rinnova. C’era qualcosa di simile nei sacrifici cruenti del Vecchio Testamento. Una sola e medesima immolazione, o spargimento di sangue, li rendeva non solo peculiari sacrifici del culto così ottenuto, ma anche prefigurazioni del futuro sacrificio di Cristo.
Nell’Eucaristia basta uno spargimento meramente mistico di sangue per costituire un vero sacrificio, perché sull’altare c’è richiesta, non di acquisire il merito della propiziazione, ma solo di applicare i frutti della redenzione acquisiti sulla croce. A questo fine la vittima effettivamente immolata sul Golgota, con i suoi inesauribili tesori di meriti, è costantemente rappresentata e sacrificata al Signore Dio, nel servizio eucaristico attraverso l’immolazione incruenta. – L’essenza completa del Sacrificio Eucaristico consiste, quindi, nel mistico spargimento di sangue operato dalle parole che consacrano entrambi gli elementi; – e, in effetti, consiste in questo spargimento di sangue, in quanto detto spargimento di sangue è una vera espressione dell’attuale intenzione del sacrificio e dell’offerta di Sé di Cristo che avviene sull’altare, e, allo stesso tempo, nella misura in cui rappresenta e rinnova il Sacrificio della Croce.
Questa concezione del Sacrificio Eucaristico si accredita, non solo per la sua semplicità e per il fondamento teologico, ma anche perché ha un sicuro fondamento nelle parole dell’istituzione di nostro Signore e nella tradizione ecclesiastica. Il Salvatore Stesso caratterizza il Sacrificio Eucaristico come un’offerta incruenta, o frazione, del Suo corpo, e come un mistico spargimento del Suo sangue “per la remissione dei peccati.” In accordo con ciò la teologia pre-tridentina ha sempre insegnato, che il carattere formale del sacrificio dell’Eucaristia consiste unicamente nella mistica immolazione di Cristo attraverso le parole della doppia consacrazione.
Il sacerdote dovrebbe riflettere spesso che è Dio che lo ha chiamato e consacrato all’alto ufficio, come servo di Cristo e nel nome della Chiesa, per compiere e offrire l’adorabile Sacrificio dell’Eucaristia. L’atto più sublime del suo potere sacerdotale consiste nella celebrazione del Santo Sacrificio, ovvero, nel suo potere “di chiamare il Signore della Gloria con parole sante sulla terra, di benedirLo con le sue labbra, di tenerLo nelle sue mani, di accoglierLo nella sua bocca e di distribuirLo ai fedeli,” mentre allo stesso tempo “gli angeli stanno attorno a lui per onorare Colui che viene sacrificato.” Da qui l’obbligo rigoroso incombente su di lui di preservare puri il suo corpo e l’anima, e di lavorare incessantemente alla propria santificazione.
“Nel Signore”, disse il Serafico Francesco ai suoi figli spirituali, “Prego tutti i miei fratelli, che sono sacerdoti dell’Altissimo, che, ogni volta che celebrano la Messa, siano immacolati e che offrano così con purezza il Sacrificio del Corpo e del Sangue di nostro Signore Gesù Cristo.” Per animarli ancora di più, attira la loro attenzione sulla Vergine che concepì nostro Signore con la potenza dello Spirito Santo e che, nei giorni della sua infanzia, lo toccò con le sue purissime mani e lo portò fra le sue purissime braccia. E in verità, il sacerdote ha ragione di considerare con particolare venerazione quell’unica Beata, la Beata sempre Vergine Maria, dalla quale è nato per noi il Dio presente nel Sacramento, e di sforzarsi con particolare fervore di rendere il proprio cuore simile al Suo cuore santo e immacolato.
Come Maria, in modo meraviglioso, concepì e diede alla luce il Figlio di Dio, il sacerdote ha ricevuto il potere di chiamare Gesù Cristo dal cielo alla terra. Come Maria, stando costantemente e sino all’ultimo ai piedi della Croce, ha offerto il suo Divin Figlio al Padre Celeste, allo stesso modo il sacerdote lo offre ogni giorno sull’altare della Croce. Come Maria fu adombrata dallo Spirito Santo, così i sacerdoti sono gli strumenti dello Spirito Santo, per continuare nella Chiesa il mistero dell’Incarnazione per la salvezza degli uomini. Come Maria si è donata senza riserve a Dio, la Chiesa richiede ai suoi sacerdoti un amore accogliente e oblativo. Come Maria, che concepì il Figlio di Dio e lo portò nel suo grembo, eccelleva in purezza di cuore fra tutte le creature essendo piena di Spirito Santo (vas spirituale), così Cristo e la Chiesa richiedono una speciale purezza di cuore al sacerdote che pone il Cristo eucaristico sull’altare, lo porta nelle sue mani, lo riceve e lo dona agli altri, e così in modo più speciale appare come un “vaso” riempito di Spirito Santo.
La Vergine Maria è, di conseguenza, l’onore e la gioia di tutti i buoni sacerdoti. Un sacerdote, infiammato dall’amore per Cristo nell’Eucaristia, si aggrappa anche alla più tenera devozione e all’amore veramente filiale verso la Vergine Madre di Dio, e tale sentimento gli procura la speciale protezione di questa potente Vergine. Sotto i suoi auspici, egli è abilitato a vivere una vita pura e a celebrare in modo santo il vero Sacrificio del Corpo e del Sangue di nostro Signore Gesù Cristo. La sua pietà filiale in ogni momento lo spinge ad implorare la santa Vergine perché gli permetta di partecipare alla Sua profonda umiltà, alla Sua eccezionale purezza e alla Sua ardente carità. Un sacerdote, assiduamente rivolto a tale oggetto, apprenderà dall’esperienza che la Madre del Verbo Eterno gli sarà propizia.