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La Seu de Maiorca: un sogno che sfiora l’Assoluto

Tesori del Mondo06 Aprile 2019
Testo dell'audio

“Das ist unweltig!” (Questo è fuori dal mondo!). Allibita e letteralmente ansimando, la turista tedesca a mio fianco non poteva credere ai suoi occhi. Lì, a cento metri, illuminata a giorno come un sogno che emerge dalle brume della leggenda, si stagliava in tutta la sua maestà la Seu de Mallorca, ovvero la cattedrale di Palma di Maiorca, nelle Isole Baleari, Spagna. I suoi riflessi dorati luccicavano sulle tranquille acque del golfo, dando la sensazione di essere immersi in un mondo da favola.

Eppure, chiamare questa visione unweltig – fuori dal mondo – non è appropriato. La cattedrale, infatti, è solidamente cimentata sulla collina, con una saldezza che la rende tutt’altro che irreale. Ecco una caratteristica fondamentale del gotico: fermamente ancorato nella realtà, esso tuttavia si proietta verso l’alto con tale slancio, che sembra quasi staccarsi dal mondo per sfiorare l’Assoluto.

A ragione il grande storico urbanista francese, Pierre Lavedan, esclamava estasiato di fronte a questa cattedrale: «È la più bella vittoria dello spirito sulla materia prodotta dal Medioevo!».

La Cattedrale di Santa Maria

Il nome ufficiale è Cattedrale di Santa Maria di Palma di Maiorca. Ma i locali la chiamano Cattedrale del Mare, perché sembra proprio sorgere dalle onde, Cattedrale della Luce, per l’abbagliante luminosità delle sue 61 vetrate, oppure semplicemente la Seu, cioè la Sede in catalano. La sua storia si intreccia con quella del cristianesimo nelle Isole Baleari.

Di origini romane – fu conquista nel 123 a.C. dal console Quintus Caecilius Metellus – l’isola di Maiorca, con Palma capitale, fu successivamente occupata dai vandali e dai bizantini. Nel 903, il condottiero musulmano Isam al-Jawlani la espugnò per conto dell’Emiro di Cordova, chiamandola Medina Mayurqa.

L’Emiro fece costruire una grande moschea sulla sommità della collina che domina il golfo. Di epoca musulmana si possono tuttora ammirare il Palazzo della Almudaina, i bagni arabi, nonché la città araba sottostante quella attuale.

Nell’estate del 1229 Giacomo I, Re di Aragona e Conte di Barcellona, decise di riconquistare le Isole Baleari, salpando alla volta di Maiorca con un’importante flotta, che comprendeva anche diverse navi dei cavalieri Templari. Una violenta tempesta assalì la flotta. In mezzo al temporale, Giacomo fece voto alla Madonna di costruirLe una grande basilica.

Nonostante alcune navi venissero deviate dalla rotta dalla forza del vento, lo sbarco avvenne senza maggiori problemi nei primi giorni di settembre nell’attuale golfo di Santa Ponça. Dopo alcune battaglie, Palma fu finalmente espugnata il 13 dicembre. Questo trionfo segnò la fine del dominio musulmano nelle Isole Baleari, e la loro definitiva incorporazione nel Regno di Aragona, a sua volta confluito poi in quello di Spagna.

In assenza di chiese, all’inizio la grande moschea fu adibita al culto cristiano. Ma, proprio all’interno delle sue strutture, cominciò la costruzione della cattedrale dedicata alla Madonna, secondo il voto fatto dal Re. Perciò, per più di un secolo l’edificio offrì il curioso spettacolo di una moschea che man mano andava trasformandosi in chiesa, senza perdere le sue linee originali.

Nel 1306 Giacomo I nel suo testamento espresse il proprio desiderio di essere seppellito in un’apposita cappella, quella della Santissima Trinità, ma successivamente fu trasferito nella Cappella Reale.

La cattedrale, ancora non finita, fu consacrata alla presenza del Re Giacomo II nel 1386, ma i lavori continuarono fino al 1601, quando l’edificio fu finalmente inaugurato con una solenne Messa celebrata dal vescovo Vic i Manrique. Tranne alcune modifiche, tra cui i lavori eseguiti da Gaudí fra il 1904 e il 1914, la cattedrale ha conservato sostanzialmente il suo aspetto originale. Nel 1907, per privilegio di san Pio X, ricevette la condizione di Basilica pontificia.

Il più grande rosone del mondo

Nella cattedrale, in tipico stile gotico catalano, la luce unifica tutti gli elementi e li trasfigura. L’intensa luce mediterranea che penetra per le 61 vetrate – compreso il più grande rosone gotico del mondo, con ben 12 metri di diametro interiore – conferisce al tempio un clima da Gerusalemme celeste. Le vetrate della navata centrale rappresentano il canto di lode che tutte le creature elevano a Dio Creatore. Sulle navate laterali sono invece raffigurati passaggi dell’Antico e del Novo Testamento.

Per un curioso fenomeno, saggiamente studiato dagli architetti, in due occasioni ogni anno – il 9 novembre festa di san Martino, e l’11 febbraio festa della Candelora – le luci dei due principali rosoni si fondono in una sola, trasformando l’interno del tempio in una apoteosi di luci e colori.

Nota come “Portal Mirador” o “Puerta del Mar”, la porta laterale che guarda verso il mare è un vero capolavoro di gotico spagnolo, al quale contribuirono diversi tra i migliori artisti catalani. La Cappella Reale è imponente quasi quanto una chiesa a sé, con i suoi 25 metri di lunghezza per 16 di larghezza. Il coro è composto da 110 sedie da coro intagliate in legno in stile gotico fiammeggiante.

In diversi altari e vetrate sono venerati i principali santi di Maiorca: il beato Raimondo Lullo († 1316), santa Catalina Tomàs († 1574), sant’Alonso Rodríguez († 1617), nonché il beato Junípero Serra, fondatore della California († 1784). Nelle cappelle laterali vi sono anche le tombe di due Re di Maiorca, Giacomo I e Giacomo II.

Come in epoca medievale, ogni campana ha un nome proprio, ricordato con affetto dai fedeli: N’Eloi, Na Bàrbara, N’Antònia, Sa Nova, Na Mitja, Na Tèrcia, Na Matines, Na prima e Na Picarol. La più grande pesa ben 45 quintali!

L’opinione di Gaudí

Chiudiamo queste brevissime considerazioni sulla Cattedrale di Santa Maria di Palma di Maiorca citando un’opinione autorevole, nientemeno che quella di Antonio Gaudí, il geniale architetto catalano, artefice della Sagrada Familia a Barcellona: «Ogni monumento suole avere una qualità che lo distingue, una nota caratteristica che predomina su tutte le altre. Nel caso della Seu di Maiorca è la proporzionalità, l’armonica relazione delle sue proporzioni, sia all’interno che fuori. Di questo era ben consapevole chi ha progettato questa Seu, e questo è il maggiore fulgore del suo merito».

Questo testo di Julio Loredo è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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