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La Santa Messa, un Sacrificio di Propiziazione – Parte X

Liturgia14 Aprile 2022
Testo dell'audio

Gridano i giusti, e il Signore li ascolta e li libera da tutte le loro tribolazioni (Sal 33, 16-18). Se teniamo a mente questo, capiremo perché la Chiesa nella celebrazione della Messa, e specialmente nella raccolta segreta, implora così spesso il Signore per la riconciliazione. Non si stanca, nel corso di questa santa azione, di ripetere questo grido di riconciliazione, e lo pone in anticipo delle richieste per la grazia di Dio. Così prega la Chiesa, perché sa bene e vuole far capire ai suoi figli, che noi poveri uomini carichi di peccati dobbiamo, prima di tutto essere riconciliati con Dio, e, allontanando i flagelli della Sua rabbia, essere degni di partecipare alle sue molteplici benedizioni.

Quanto è necessario per noi un Sacrificio perpetuo di propiziazione! Sul Golgota si aprì la fontana dell’espiazione; sull’altare continua a scorrere; da essa possiamo e dobbiamo attingere le sue acque, affinché Dio ci sia clemente e misericordioso, affinché rimetta il nostro debito e la nostra punizione. C’è un male più grande del peccato e delle sue terribili punizioni? Da questo male possiamo liberarci per mezzo del Santo Sacrificio della Messa; “per la grazia di Dio nel Sangue di Gesù ripariamo ogni ferita”. Prezioso è il frutto del Sacrificio Eucaristico propiziatorio.

Ricordiamoci che la santità e la giustizia di Dio sono altrettanto infinite e insondabili quanto la Sua bontà e misericordia; riflettiamo su quanto sia malvagio e meritevole di punizione ogni peccato, anche il minimo; cerchiamo di rappresentare a noi stessi quanto sono lunghi e gravi i dolori del purgatorio; cerchiamo di essere pervasi in profondità dalla grandezza della nostra miseria e debolezza, che ci fa cadere così facilmente nel peccato veniale, caricandoci così di nuovi debiti; consideriamo il mistero della passione e della morte propiziatoria che Cristo ha sopportato per amore nostro: allora la nostra carne sarà penetrata con un salutare timore della maestà inviolabile di Dio, e tremeremo alla severità dei Suoi giudizi; allora saremo cauti e sempre in guardia per evitare anche lievi colpe; allora, pieni dello spirito e del fervore della penitenza, cercheremo sempre di più di purificarci e santificarci; allora trascorreremo con cura e gratitudine il tempo benedetto del Santo Sacrificio, affinché possiamo lavare di nuovo il nostro vestito di bianco nel sangue dell’Agnello. Quanto immensamente grande è la bontà e la benevolenza di Dio nel rendere così facile per noi quaggiù essere liberati dal peccato e dalla sua punizione, in modo che dopo la morte possiamo essere rapidamente con Cristo!

Cerchiamo ogni giorno, presso l’altare, la grazia efficace di un vivo e sincero spirito di penitenza. Usiamo fedelmente il grande Sacrificio di propiziazione,per ottenere una luce chiara per comprendere quanto sia odioso e rovinoso il peccato, e che possiamo avere una volontà più risoluta, per rompere del tutto col peccato e liberarci completamente da esso. Ogni volta che l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo, viene offerto in nostra presenza “per la remissione dei peccati”, dovremmo in tutta umiltà riconoscere noi stessi colpevoli e meritevoli di punizione; allora dovremmo ardentemente implorare che Dio possa, riguardo a questo Sacrificio propiziatorio, riempirci sempre più con un tranquillo, sensibile e permanente dolore per il peccato, con una santa e sana paura del peccato, con grande delicatezza di coscienza, con un’ineffabile rettitudine e purezza di cuore.

Per mezzo di opere di penitenza, dovremmo di nuovo accendere l’ardore del nostro primo fervore nel servizio divino. Poichè questa severa ammonizione del Signore si applica a ciascuno di noi: “Ho qualcosa contro di te, perché hai abbandonato la tua prima carità. Sii consapevole, dunque, da dove sei caduto, e fa’ penitenza e fa’ le opere di prima” (Ap 2, 4-5). Per questo motivo, nella Messa, mescoliamo quotidianamente le nostre lacrime di dolore, uniamo le nostre penitenze e mortificazioni con il Sangue di Gesù nel calice, per renderle degne dell’accoglienza di Dio e per dare loro pieno valore agli occhi di Dio.

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