La Santa Messa, un sacrificio di Propiziazione. – Parte IV

Soprattutto, la giustizia di Dio deve essere propiziata, e solo dopo che è stata soddisfatta, la Sua misericordia impartisce all’uomo peccatore particolari grazie che lo dispongono al dolore e alla conversione sincera. Con il commettere peccati, specialmente se sono numerosi e gravi, viene offesa la maestà di Dio e provocata la Sua vindice giustizia contro il peccatore. Ma tra le punizioni che il Dio giusto e santo infligge a causa del peccato commesso, una delle più severe consiste in questo: che Egli rifiuta o giustamente trattiene le grazie speciali e più abbondanti. Per questo San Bernardo dice dell’ingratitudine, che “è simile ad un vento rovente che asciuga la fonte della misericordia divina, il flusso della grazia, la rugiada del cielo”, si applica a tutte le offese, specialmente ai peccati mortali: e questi, essendo una negligenza e un abuso della grazia, sono atti di ingratitudine verso Dio, e, quindi, frenano il flusso più abbondante di grazie che Dio altrimenti concederebbe alla preghiera.
Il rifiuto di questa abbondanza di grazia, così necessaria all’uomo fragile contaminato dal peccato per consentirgli di attendere alla sua salvezza, è certamente una punizione molto nefasta. Perché senza molte e grandi grazie, l’uomo, ahimè!, come spesso si verifica, rimarrà nel peccato, commetterà peccato su peccato, e morirà nel peccato, in tal modo cadrà nella perdizione eterna. A questo proposito, il Sacrificio della Messa esercita il suo potere propiziatorio, in quanto riconcilia la Giustizia divina e allontana dall’uomo peccatore la severa punizione del ritiro degli abbondanti aiuti della grazia. – Ma se per mezzo del potere propiziatorio della Messa, le esigenze della giustizia divina sono soddisfatte e rimosso l’ostacolo che ha impedito il libero e pieno flusso di grazie dalle fontane del Salvatore, in aggiunta, la Messa, come Sacrificio di petizione, può ottenere dalla Divina misericordia e liberalità potenti aiuti di grazia, per permettere all’uomo peccatore di produrre degni frutti di penitenza, per convertirsi e ristabilirsi alla vita di grazia.
– La riconciliazione, in virtù della soddisfazione di Cristo della giustizia irritata e vendicativa di Dio, deve quindi precedere, cioè deve prima rimuovere gli ostacoli e preparare la strada, in modo che la bontà divina, attraverso i meriti e la mediazione di Cristo, può essere mossa per impartire quelle grazie che conducono l’uomo di nuovo alla via della salvezza e della virtù. Di conseguenza, la Messa contribuisce indirettamente come sacrificio propiziatorio, e direttamente come sacrificio di petizione, all’acquisizione effettiva della grazia implorata di conversione.
Questa espiazione è prodotta ex opere operato con l’offerta del Sacrificio della Messa, ma solo in una misura più o meno limitata, dipendente principalmente dalla volontà di Dio, ma anche dalla disposizione del peccatore. In che misura la giustizia di Dio venga placata da una sola Messa, e in che misura la punizione del ritiro delle grazie abbondanti venga rimossa, non lo sappiamo; perchè tutto questo dipende dalla libera disposizione di Dio, nonché dal numero e dalla gravità dei peccati per i quali si deve espiare. – Ne consegue che non solo è utile, ma spesso necessario offrire ripetutamente la Santa Messa per le stesse intenzioni e per le stesse persone, in modo che possa essere fatta a Dio piena soddisfazione, e che l’ostacolo che non consente l’abbondante effusione della bontà e liberalità divina possa essere del tutto rimosso.