La Santa Messa, un Sacrificio di Petizione – Parte I

Infine, che la Messa sia anche il più potente ed efficace Sacrificio di impetrazione, è incontestabilmente chiaro dalla dottrina e dalla pratica della Chiesa. Essa ha dichiarato che la Santa Messa non può essere offerta solo per la remissione dei peccati e la soddisfazione dovuta con la loro punizione, “ma anche per tutte le altre necessità, cioè per ottenere tutto ciò di cui abbiamo bisogno nell’ordine della grazia e della salvezza. Basta una rapida occhiata alle varie liturgie per convincerci che la Santa Messa è sempre stata considerata ovunque come il mezzo più efficace per ottenere assistenza in tutte le necessità e le preoccupazioni della vita. Ora ci resta solo da spiegare in che modo la Santa Messa agisce e quali effetti ha come sacrificio di petizione.
I. Come Sacrificio di petizione la Santa Messa produce i suoi effetti attraverso la preghiera (per modum orationis vel impetrationis); l’offerta della Messa è, cioè, essenzialmente preghiera o vera petizione, e, quindi, proprio per indurre il cuore del Padre Celeste ad impartirci la ricchezza delle Sue grazie e benedizioni. Sull’altare, Gesù Cristo come Sommo Sacerdote si offre e intercede in nostro favore, presentando e offrendo all’Eterno Padre la sua dolorosa morte e tutti i suoi meriti, per indurlo a comunicarci i suoi doni. Sotto questo aspetto, il frutto irnpetratorio del Sacrificio Eucaristico origina ex opere operato; poiché ha il suo fondamento nella celebrazione del Sacrificio, negli atti e meriti di Gesù Cristo, e non nella devozione del sacerdote che celebra né dei fedeli per i quali viene offerto.
Gli effetti impetratori seguono infallibilmente, – o no? A questa domanda si risponde in vari modi, ma la differenza sta più nell’espressione che nella materia stessa. L’efficacia propiziatoria della Messa è infatti più certa di quella impetratoria; ma anche quest’ultima può essere chiamata infallibile – cioè, quando esistono tutte le condizioni necessarie. Nel caso in cui l’una o l’altra delle condizioni manchi, non otteniamo i favori desiderati. – Soprattutto, è necessario che l’oggetto della nostra petizione sia conforme alla volontà di Dio, cioè che si armonizzi con l’economia divina e l’ordine super-naturale della salvezza. E spesso non è così, in quanto i fedeli si sforzano di ottenere frutti speciali dalla Messa; “perché non sappiamo come dovremmo pregare per pregare come si conviene (Rm 8, 26). Ma quelle grazie che il nostro Salvatore vuole donarci e applicarci, le otteniamo sempre in modo infallibile, a condizione che non poniamo ostacoli sulla strada: Egli vuole procurarci solo tali favori, come Dio è disposto a concederci. Ciò che Cristo chiede in nostro favore, Egli lo ottiene sempre: la sua volontà non può mai essere incompiuta. Se Egli vive sempre nella gloria del Padre, per intercedere per noi: quanto più Egli, nel Suo carattere e ufficio di “Sommo Sacerdote di Dio misericordioso e fedele,” impiega in nostro favore il Suo onnipotente aiuto in quel momento e in quell’ora in cui Egli è misticamente immolato come vittima sull’altare! Allora Egli, come “nei giorni della Sua vita nella carne,” invierà preghiere e suppliche a Dio, e “a causa della Sua riverenza e dignità Egli sarà ascoltato” (Eb 5, 7). Sì, il Padre ascolta Lui (Gv 11, 42); perché nella Messa Cristo Gli offre sempre di nuovo il prezzo della Sua vita divino-umana, il Suo Sangue, le Sue ferite, il Suo amore, la Sua obbedienza, la Sua umiltà, – in breve, l’intero tesoro incommensurabile dei Suoi meriti, che Egli ha accumulato dal presepe alla Croce: non dovrebbe il Padre Celeste, a guardare il volto del Suo Cristo (Sal 83, 10), per amor Suo concederci favori e benedirci con ogni benedizione celeste? Il Signore non prega per le grazie, come noi; Egli ha piena pretesa su di esse, dal momento che le ha meritate. Poiché queste grazie sono tanto più l’effusione della più pura bontà e misericordia del Signore, più alto e più doloroso è il prezzo con cui Egli le ha acquistate per noi, così immeritevoli di favore.
Per ottenere una sovrabbondanza di grazia da Dio attraverso il Sacrificio Eucaristico, la Chiesa, il sacerdote e i fedeli offrono la Messa, unendo le loro richieste ad essa. Senza dubbio il risultato delle petizioni che sono portate e sostenute in virtù del Sacrificio Eucaristico, è meno ingannevole di quella di una semplice preghiera. Perché all’altare non siamo soli a gridare dal profondo della nostra miseria e povertà al trono di Dio, ma è Cristo, il nostro Capo e Mediatore, che prega e offre con noi e per noi. Sì, non ci limitiamo a implorare, ma allo stesso tempo offriamo al Padre Eterno il più prezioso dei doni – il Corpo e il Sangue del Suo amato Figlio, per muoverLo, con questa offerta, per impartirci, secondo la misura della Sua misericordia, ogni sorta di benedizione.