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La recita silenziosa del Cànone (Parte II)

Liturgia26 Novembre 2020
Testo dell'audio

La preghiera silenziosa è parente del silenzio religioso e quindi esprime l’umiltà, la riverenza, l’ammirazione e lo stupore con cui la Chiesa amministra e adora il Mistero dell’Altare. “Il Signore è nel Suo santo Tempio. Taccia, davanti a Lui, tutta la terra!” (Ab.2,20). La visione del sacerdote sull’Altare avvolto nel profondo quieto mentre si intrattiene silenziosamente con Dio, è capace di suscitare nei fedeli i più profondi sentimenti di ammirazione e adorazione, e con cui si uniscono al sacerdote nell’offrire un così grande e sublime Sacrificio.

Quam terribilis est haec hora! —così annuncia ad alta voce il diacono nella Liturgia Siriana (?) Mentre si compie il tremendo Sacrificio sull’Altare, tutti i presenti dovrebbero essere immersi nella contemplazione silenziosa e nella meditazione devota dei Mısteri Divini. E dunque, è precisamente questo muto silenzio che regna attorno all’Altare durante i momenti più sacri del Sacrificio e dirige l’attenzione alla misteriosità dell’atto sacrificale, che costituisce la più fragorosa chiamata di entrare in noi stessi, di raccogliere la mente e scuotere i nostri cuori alla devozione. La silenziosa recita del Canone dispone i fedeli all’adorazione interiore e alla concelebrazione riverente dei misteri celesti con cui Dio benevolmente favorisce e benedice noi poveri mortali. Inoltre, agli altri motivi principali menzionati [per il silenzio], va detto che la lingua arcana e la recita silenziosa servono a segregare le parole sacre del Canone e metterle a riparo dall’uso comune [la banalizzazione], per proteggerle dalle desecrazioni. Infine, si può asserire un motivo mistico.

Il sacerdote all’Altare è il rappresentante e l’immagine dell’orante e sacrificante Salvatore. Ora, come nell’orto degli Ulivi e sulla Croce, Gesù pregò a Suo Padre non solo a voce alta ma anche sottovoce, come anche nel silenzio del Suo cuore; e quindi è giusto che il sacerdote rassomigli Suo Divin Modello finanche in questo mentre rappresenta e rinnova il Sacrificio della Croce.

L’Altare diviene non soltanto la Croce, ma anche la mangiatoia; perché al momento della Consacrazione le meraviglie di Betlemme come quelle di Golgotha sono rinnovati, dum medium silentium tenerent omnia, et nox in suo cursu medium iter perageret, omnipotens Sermo tuus, Domine, a regalibus sedibus venit (Sap.18,14), Mentre un quieto silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo corso, l’Onnipotente Verbo di Dio scese dal Suo trono regale e venne a Betlemme in una mangiatoia; e dunque, similmente alla Consacrazione, nel silenzio più profondo il Re della Gloria scende sull’Altare.

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