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La Natività

Arte e Cultura17 Dicembre 2020
Testo dell'audio

La Beata Vergine, nell’episodio della Natività, «meditava tutte queste cose nel suo cuore». La parola latina «conferens» suggerisce di fare dei paragoni tra l’umano e il divino: l’umano, nella nascita di un bambino da una madre nelle più povere e meschine condizioni; il divino, nella nascita di Dio annunziato da un arcangelo, nascita predetta dalla concezione e dall’esultanza in grembo di san Giovanni Battista, dalle profezie di santa Elisabetta e san Zaccaria, dalla moltitudine degli angeli e dalla stella. E tra i segni dell’azione divina possiamo includere anche il carattere del parto in sé stesso, nonché la presenza di angeli ministri.

Il parto non violò l’integrità verginale della Madre, così come non lo fece il concepimento, in quanto la Madre di Dio è perpetuamente Vergine prima, dopo e durante il parto; né il parto fu in alcun modo doloroso, in quanto i dolori delle doglie non furono ereditati dalla Nostra Madre Santissima, poiché immune da ogni macchia del peccato originale. Perché laddove Eva, la madre di morte, partorì nel dolore come pena per il peccato, la Beata Vergine, la Madre della Vita, partorì nella gioia, esente da ogni peccato.

La Madonna rivelò a santa Brigida: «Egli uscì dal mio chiuso grembo verginale con indicibile gioia ed esultanza […] io lo partorii… inginocchiata da sola in preghiera nella stalla. Perché con tale esaltazione e letizia dell’anima io l’ho partorito, che non ebbi alcun travaglio né provai dolore veruno, ma subito Lo avvolsi nelle vesti pulite che io avevo già da lungi preparate». Nel discorso angelico leggiamo: «Inoltre, quando il Figlio di Dio fu concepito, Egli entrò nell’intero corpo della Vergine con la Sua Divinità, cosicché, quando nacque con la Sua umanità e la Sua Divinità, Egli uscì versato attraverso il suo corpo, siccome tutta la dolcezza esce interamente dal seno della rosa, rimanendo la gloria della verginità nella Madre Sua».

Dove si fermò Nostro Signore al momento della Sua nascita? Barradio asserisce ch’Egli s’adagiò sul terreno per la Sua Divina umiltà, mentre, secondo una tradizione riportata dal Ribadaneira, la Beata Vergine, non appena vide Cristo, fu colta da gran meraviglia per il Dio fatto uomo e si prosternò a terra davanti a Lui e, con la più profonda riverenza e gioia del cuore, Lo salutò con queste parole: «Tu sei venuto da me, che tanto Ti ho desiderato, o mio Dio! Mio Signore! Mio Figliuolo!», non dubitando affatto di esser stata compresa da Lui, pur Bambino quale era. Lei dunque Lo adorò, baciandogli i piedi in quanto Egli era il suo Dio, le mani in quanto Egli era il suo Signore, il Suo volto in quanto Egli era il suo Figliuolo. Altri sono invece dell’opinione ch’Egli fu posto dagli angeli nelle braccia della Sua Beatissima Madre; altri ancora, tra cui santa Brigida e il padre Cornelio a Lapide, affermano che il Divino Bambino si alzò con la Sua stessa forza e si mise tra le braccia della Sua dolcissima Vergine Madre.

Per quanto riguarda la presenza di angeli ministri, padre Cornelio a Lapide commenta giustamente: «Se le stelle del mattino lodavano Iddio e tutti i Suoi figli ovvero gli angeli si rallegravano della creazione del mondo, come dice Giobbe (38,7), quanto più devono aver gioito al momento dell’Incarnazione e della Natività del Verbo? Infatti, san Paolo afferma (Eb 1,6): “Quando il Padre fece nascere il Suo primogenito nel mondo, Egli ordinò che tutti i Suoi angeli Lo adorassero”». E possiamo facilmente immaginare che non solo nel cielo sopra i pastori, circondato da una nuova e maestosa luce divina, ma certamente pure nella stalla di Betlemme le schiere degli angeli lo adorassero.

Proprio come la Rivelazione di Dio sotto le spoglie di un bimbo neonato suscita meraviglia negli angeli per la sublime novità, così eleva il cuore dell’umanità, e soprattutto della Madonna, all’adorazione della Divinità, siccome canta la Chiesa nel Prefazio di Natale: «Poiché dal mistero del Verbo Incarnato, la nuova luce del Vostro splendore rifulse agli occhi della nostra mente, sicché, mentre venivamo a conoscere Dio visibilmente, siamo rapiti dal desiderio per le cose invisibili». E così la Beata Vergine, tutti gli angeli e gli uomini gioiscono assieme e così anche noi gioiamo insieme e ringraziamo Iddio per esser venuto sulla terra per amor nostro, sicché pure noi possiamo amarLo come un piccolo bambino, come il nostro Dio, il nostro Redentore, il nostro Bene Infinito.

 

Questo testo di padre Konrad zu Löwenstein è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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