La gloria dei Monasteri

Penso vale sempre la pena di riflettere su quanto tesoro di spiritualità, arte, cultura, e tanto altro, ci è stato dato dai Monasteri. Queste istituzioni hanno veramente conservato e accresciuto tutto ciò che di bello e grande ha poi formato la nostra civiltà occidentale. Pio XII, nella sua costituzione apostolica Sponsa Christi, così diceva: “Se a questo punto volessimo introdurci nei profondi segreti della vita monastica, chi potrebbe enumerare e valutare i tesori di perfezione religiosa nascosti nei monasteri? chi i fiori e i frutti di santità che questi orti chiusi portarono a Cristo e alla Chiesa? chi l’efficacia della preghiera, l’abbondanza di dedizione, i beni di ogni genere, con cui le Monache, con tutte le loro forze, adornarono, sostennero, confortarono la loro Madre Chiesa?”.
Certo, sarebbe impossibile enumerare questi grandi tesori, per quanti sono. Ma come conciliare l’opera nel mondo con la fuga dallo stesso? Lo spiega il professor Roberto de Mattei nel primo volume del suo La Chiesa fra le tempeste, in cui fra l’altro dice: “Come si possono conciliare, ci si potrebbe chiedere, due prospettive apparentemente contrastanti: la conquista sociale del mondo, ovvero la sua cristianizzazione, dopo Costantino, e la fuga dal mondo dei monaci nello stesso periodo? Bisogna tornare, per comprenderlo, alle parole del Vangelo: «Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18, 36)”. Ciò non significa che il Regno di Cristo non si estenda al mondo e nel mondo non si realizzi, ma vuol dire solo che esso non ha in questo mondo la sua origine né il suo fine ultimo, che è soprannaturale.
Nel mondo però il cristiano vive e il mondo il cristiano deve conquistare. La conquista del mondo, la sua cristianizzazione, può avvenire attraverso vie diverse: il monachesimo è una di queste, come lo era stato il martirio e come lo saranno le crociate: si tratta di modelli ideali destinati ad attraversare i secoli, non contrapposti, ma complementari, che nascono dal medesimo spirito di fede”. Insomma, conquistare il mondo con l’arma della preghiera e della solitudine. E, nel frattempo, arricchire il mondo di arte, cultura, filosofia, teologia, e tutto quello che ci rende quello che siamo e che forma la gloria della cultura cattolica a beneficio di tutta l’umanità.