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La dottrina sul marito capo della famiglia

Catechesi18 Marzo 2019
Testo dell'audio

Ciò che in modo notevole manca nella Familiaris Consortio, nel Nuovo Catechismo, e nell’insegnamento recente della Chiesa sia a livello magisteriale, sia a quello episcopale, sia a quello meramente parrocchiale, è la dottrina che il marito è il capo della famiglia come Cristo lo è della Chiesa. Simili tendenze vedremo nella “Teologia del Corpo” di papa Giovanni Paolo II.

Queste mancanze dottrinali sono rinforzate dalla nuova liturgia in cui il brano della Lettera agli Efesini di san Paolo (soprattutto 5, 23) non è più obbligatorio bensì facoltativo tra un numero di altre letture possibili (tra cui anche un brano dallo stesso capitolo della Lettera agli Efesini dove è stato tolto il versetto 23).

Sembra che i responsabili delle sezioni rispettive del Concilio Vaticano II, assieme a papa Giovanni Paolo II, abbiano cercato di sostituire questa dottrina con una dottrina di completa uguaglianza, fondata sull’uguaglianza della dignità personale.

Il papa cita di nuovo Gaudium et Spes nell’enciclica sopracitata (§ 19) come segue: «L’unità del matrimonio confermata dal Signore appare in maniera lampante anche dalla uguale dignità personale sia dell’uomo che della donna, che deve essere riconosciuta nel mutuo e pieno amore»; similmente (§ 22): «Della donna è da rilevare, anzitutto, l’uguale dignità e responsabilità rispetto all’uomo».

Ciò che vediamo qui è il sopprimere o tacere una dottrina cattolica stabilita dalla Tradizione e radicata nella stessa Sacra Scrittura (Ef 5, 23, come anche 1Pt 3, 1) in favore di un principio puramente filosofico. Questo principio filosofico, quello della dignità uguale del marito e della moglie, ovviamente non elegge nessuno degli sposi come capo della famiglia; piuttosto lascia aperta la questione di chi debba assumere questo ruolo in ogni caso determinato.

Il tacere l’autorità dell’uomo ha chiaramente contribuito ad un atteggiamento dominante da parte della moglie, che si manifesta sempre di più nei matrimoni contemporanei quanto alla gestione della famiglia. È infelice che le conseguenze di questo silenzio da parte del magistero corrispondano ad ideologie ed atteggiamenti profondamente anticattolici, come possono essere il femminismo e la svirilizzazione dell’immagine e figura dell’uomo, marito, e padre (e anche dell’uomo e del padre nel sacerdozio).

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