La Conversione (Parte III): L’impegno

La terra buona, invece, secondo san Tommaso, è la coscienza buona degli eletti, la mente dei santi. Ciò riceve la parola di Dio con gioia, con desiderio, e con devozione del cuore, mantenendola in prosperità ed in avversità, portandola avanti nel futuro per dare molto frutto. Tra le quattro classi persone che accolgono la parola, dunque, tre non si convertono, cioè a causa dell’indurimento nel peccato e nei piaceri, le concupiscenze (soprattutto l’avarizia), e le sollecitudini della vita.
E noi, quando magari un amico ci ha invitati ad un piccolo ritiro, una notte di preghiera, una conferenza spirituale, un pellegrinaggio; o quando abbiamo ammirato qualcuno per la sua devozione o virtù, o abbiamo sentito una frase di critica intesa per un altro ma che valeva anche per noi – quando in tal modo la parola di Dio ci ha toccati, quale frutto ci ha portato? Gli uccelli l’hanno subito portata via? La abbiamo subito accolta con gioia, ma poi siamo tornati ad una vita di piacere? O le sollecitudini della vita, la ricerca di guadagno, la sensualità, o l’orgoglio l’hanno soffocata?
Oppure ci siamo impegnati? e abbiamo portato frutto, molto — o poco? Guardando in dietro sul passato sicuramente ci ricordiamo di momenti di spiritualità che abbiamo condivisi con amici che hanno reagito diversamente: per uno significò poco o niente, per un altro una gioia passeggera, per un altro la svolta determinante della vita.
Dopo aver ricevuto la grazia iniziale, occorre un impegno per farla fruttificare: una battaglia contro il peccato mortale o contro le tre concupiscenze, un distacco del cuore dalle preoccupazioni della vita, che servono solo come fonti di mortificazioni da offrire a Dio, per poter crescere nella Carità, nella pazienza e nell’umiltà, per guadagnarci meriti per l’Eternità.
Molto utile per questo impegno è di mantenere vivo in mente il ricordo della grazia iniziale: il pensiero dell’Eternità, della Passione del Signore, o del bell’esempio di virtù che abbiamo testimoniato, il senso del nostro nulla, o della morte. Questo ci mette in confronto con la realtà affinché non viviamo più in un mondo di fantasia e di sogni, ma secondo la realtà, realisticamente: per la salvezza delle nostre anime.