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La Casa d’oro

Spiritualità25 Luglio 2020
Testo dell'audio

Nel libro dei Proverbi leggiamo : ‘La sapienza si è costruita una casa, ha intagliato le sue sette colonne.’ San Pier Damiani spiega: ‘Questa casa verginale è sostenuta da sette colonne perché la venerabile Madre di Dio ha ricevuto i sette doni dello Spirito santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, e timor di Dio.’ E questi doni, insieme a tutte le virtù teologali con tutte le ricchezze della grazia e della natura la Madonna li ha ricevuti ad un grado sovra eminente, così che san Tommaso asserisce che se Cristo possedeva perfettamente la pienezza di grazia, un certo inizio di essa pervenne anticipatamente nella madre.

San Bonaventura paragona questa pienezza di grazia con un oceano in cui confluiscono i fiumi della grazia di tutti i santi: il fiume della grazia degli angeli, il fiume della grazia dei patriarchi e dei profeti, il fiume della grazia degli apostoli, dei martiri, e dei confessori confluiscono in Maria. Tutti i fiumi confluiscono nel mare che è lei, e questo mare li contiene tutti.

Il divin Architetto, creando la Madonna, costruì il Suo santuario divino, oggetto delle Sue infinite compiacenze. Nelle parole di monsignor Gaume ella fu la Sua colomba, l’unica, tutta bella, senza macchia né ombra di macchia, bianca come il giglio, graziosa come la rosa, brillante come lo zaffiro, trasparente come il diamante, radiante di una luce così intensa e così pura, che, nelle parole di san Teodoro Studita, Dio Stesso si è unito sostanzialmente a lei per opera dello Spirito Santo, e da lei è nato come uomo perfetto; un essere infine così sublime nella santità che, secondo san Bernardo, a Dio non era propria altra madre che Maria e a Maria non era proprio altro figlio che Dio.

E come i raggi del sole colorano, traversandola, una nuvola diafana, le bellezze interiori della figlia del Re radiavano sul suo corpo virginale e la rendevano imparagonabilmente più bella , come spiega sant’ Alberto Magno, di tutte le sue figure nell’Antico Testamento: più bella di Eva, più bella di Rachele, piu’ bella di Rebecca, giovane vergine modesta scelta da Abramo per l’amato figlio Isacco; piu’ bella di Ester, e piu’ bella di Giuditta a cui Dio aveva aumentato la bellezza per renderla incomparabilmente bella agli occhi di tutti gli uomini.

Cosi’ era dunque il santuario divino, l’arca della nuova alleanza, la casa d’oro, l’opera piu’ grande dello Spirito Santo dopo la sacratissima Umanita’ di nostro Signore Gesu’ Cristo; un’opera che viene paragonata con una stella radiante di santita’ e di gloria lungi al di sopra di questo mondo oscuro e caduto: la stella del mare che mostra ai viaggiatori sull’oceano perfido ed amaro di questa vita la via al porto celeste che e’il suo Figlio; la stella mattutina che preannunzia quel giorno glorioso che non conosce tramonto, quel sabato eterno quando ci riposeremo dai nostri lavori in Dio; la stella che irradia sul mondo raggi di luce non creata e che partorisce il sole che preannunzia.

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