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La Cappella del Transito di Santa Caterina da Siena

Arte e Cultura01 Ottobre 2018
Testo dell'audio

Santa Caterina (1347-1378), con un gruppo di discepoli e discepole che l’avevano seguita, giunse a Roma il 28 novembre 1378 per ordine di Papa Urbano VI. Il Pontefice cercava di radunare intorno a sé i “servi di Dio” per porre un argine allo scisma che aveva avuto inizio il 20 settembre 1378 con l’elezione di Roberto di Ginevra, l’antipapa Clemente VII. Passerà alla storia come il Grande Scisma di Occidente (1378-1417).

Fra la Minerva e Campo de’ Fiori, nella strada allora denominata Via Papae, attualmente Piazza Santa Chiara, è collocata la cappella del Transito di santa Caterina da Siena, piccolo gioiello di arte barocca. Per Via Papae o Via Papalis si intendeva il tragitto che il corteo papale percorreva da San Giovanni in Laterano alla Basilica di San Pietro, dove il pontefice la domenica successiva alla sua elezione era consacrato.

L’appartenenza dell’edificio che ospitò santa Caterina e i discepoli è evidenziata dall’affresco raffigurante l’Annunciazione che sormonta il portone d’ingresso, mentre, a fianco, una lapide marmorea attesta che ivi dimorò la santa e sulla parete destra dell’entrata un’altra lapide ricorda il VI centenario della sua stimmatizzazione.

La trasformazione della stanza di Caterina in cappella fu fatta nella prima metà del XVII secolo. La denominazione Cappella del Transito di santa Caterina da Siena si deve alla prof.sa Giuliana Cavallini, studiosa di fama internazionale della Senese.

La cappella si presenta di modeste dimensioni. Sopra l’altare è posto un dipinto della Santa in orazione. Sulle pareti laterali sono presenti cinque raffigurazioni riguardanti diversi episodi della sua vita: Caterina dona la sua croce d’argento a un povero; sceglie per sé la corona di spine; ha una visione del Padre tra Cristo e San Domenico; riceve le stimmate; scambia il suo cuore con quello di Cristo. Alle due pareti laterali vi sono due monumenti sepolcrali in marmo.

Dell’ambiente originario rimane visibile soltanto il soffitto ligneo, le cui travi rappresentano la parte più preziosa della cappella.

Sappiamo che nella stanza Caterina trascorse l’ultimo periodo della sua vita e qui dettò le sue ultime Lettere in difesa del Pontefice legittimo. Da qui, durante la Quaresima del 1380, si mosse ogni mattina per recarsi in San Pietro e trascorrere l’intera giornata in preghiera per la pace e l’unità della Chiesa, e chi l’avesse vista andare avrebbe potuto credere di veder camminare una morta, tanto era sfinita, come ella stessa attesta in una sua lettera al suo biografo e figlio spirituale, il beato Raimondo da Capua (Lett. 373).

Qui ancora, il 29 aprile 1380 aveva termine la lunga sofferenza di Caterina, il suo martirio per la Chiesa divisa dallo scisma.

Nulla sappiamo circa l’aspetto originale dell’edificio di Via del Papa: doveva essere spazioso, se Caterina vi ospitava oltre ai suoi discepoli (più di venti), anche gruppi di pellegrini senesi. L’unica scarna indicazione offertaci dalle fonti è contenuta in una lettera di Caterina, nella quale sono menzionati una cappella, uno studio e una camera, questa al piano superiore.

L’edificio, che oggi racchiude la Cappella del Transito, ha subito nei secoli molti interventi d’ampliamento e di ristrutturazione. I più importanti avvennero nel 1638, epoca in cui lo stabile era proprietà dell’Arciconfraternita della SS.ma Annunziata. Il lavori si resero necessari a seguito della traslazione delle mura e dei mattoni dell’impiantito, nonché dal distacco degli affreschi quattrocenteschi che ne decoravano le pareti; questi furono divisi, insieme al resto, tra la Chiesa di Santa Maria sopra Minerva e il Monastero di Santa Caterina in Magnanapoli. L’iniziativa dello spoglio e del trasporto è da ricondurre al card. Antonio Barberini, fratello del pontefice Urbano VIII.

Trovandosi completamente disadorna, la cappella dovette subire un radicale intervento di ristrutturazione e decorazione, che fu affidato al Cavalier d’Arpino.

Infine nel 1989, l’ultimo mercoledì di giugno, la Cappella fu trovata invasa dall’acqua e nel 1993 iniziò il primo e più urgente intervento di deumidificazione. I lavori di ristrutturazione e restauro dei dipinti e degli stucchi terminarono il 18 ottobre 2000, giorno in cui a cura del dott. Giuseppe Di Paola venne inaugurata la Cappella del Transito.

 

Questo testo di Marcella La Gumina è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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