Insondabili e inesauribili sono i tesori del Redentore

Perciò la compensazione operata da Cristo per noi è infinita, superiore a tutti i peccati immaginabili: è una riparazione al di là della quale non esiste altra più ricca e più completa.“Assai più di quanto siamo colpevoli, Cristo ha pagato per noi: come l’immensità dell’oceano supera una goccia, così anche la soddisfazione di Cristo surclassa la nostra colpa” (S. Giovanni Crisostomo).
Perciò il numero e la quantità dei peccati non ci devono togliere la fiducia, nemmeno portarci alla disperazione; siano essi pure così numerosi e gravi, dobbiamo, per amor del sangue di Cristo, sperare sempre nella misericordia e nel perdono poiché Gesù Cristo stesso è l’espiazione per i nostri peccati; “e non solamente per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1Gv 2, 1).
Tutti i peccati che Dio ha perdonato sin dall’inizio dei tempi e che Egli rimetterà fino a quando terminerà il tempo, Egli li ha rimessi – e li rimetterà – solamente perché la loro remissione è stata espiata tramite il sangue dell’Agnello versato nel sacrificio della Croce.
Altrettanto infinito è il merito che Cristo ha ottenuto per noi; cioè un merito al di là del quale non si può immaginarne uno più grande e più prezioso. Perciò, grazie agli infiniti meriti di Cristo possiamo e dobbiamo, con fiducia, tutto sperare e tutto ottenere quanto è utile alla salvezza; infatti non si possono immaginare altri doni e altri beni paragonabili ai Suoi meriti.
Tutte le grazie che furono donate ai mortali sin dall’inizio, cioè dal momento della caduta di Adamo, e che verranno donate fino alla fine del mondo furono e saranno donate solamente perché Cristo ne ha pagato il prezzo con il Suo preziosissimo Sangue.
L’immenso coro dei santi in Cielo, che nessuno può contare, è un glorioso frutto del Sacrificio di Cristo: poiché l’Agnello è stato ucciso e ci ha riacquistati a Dio da ogni lingua e popolo e nazione con il Suo sangue (cfr. Ap 5, 9); essi hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello cosicché sono più pure della neve appena caduta (cfr. Ap 7, 14). Per questo si prostrano davanti all’Agnello adorandoLo, giubilando eternamente nel canto entusiasta di lode e di ringraziamento al suono delle arpe celesti: “Degno è l’Agnello che è stato ucciso di ricevere la potenza, la ricchezza, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode!” (Ap 5, 12).
Insondabili e inesauribili sono i tesori del Redentore. Dalle Sue ferite aperte, dal Suo cuore trafitto sgorga ogni benedizione e tutta la salvezza temporale ed eterna. Il sangue del Suo sacrificio espiatorio versato sul Golgota è la sorgente della Grazia che si sparge salutare e santificante su tutto il mondo.
Da essa si può bere grazia su grazia, forza e salute, luce e pienezza di vita: tale sangue resta eternamente fresco e sempre abbondante; non diminuisce mai e non si esaurisce anche se milioni e milioni vi attingono.