Il trionfo della fede. Perché il mondo non è mai stato così religioso

In questo saggio Rodeny Stark dimostra con il consueto rigore l’infondatezza del mito secondo cui il mondo starebbe abbandonando la fede e la religione. Basandosi su un sondaggio che abbraccia più di un milione di persone in 163 nazioni, arriva alla conclusione opposta, ne spiega le ragioni e prevede le conseguenze sul nostro futuro, sbaragliando con dati e fatti l’opinione corrente. Soprattutto evidenzia come il crollo imminente della fede sia un’eventualità temuta e sbandierata da secoli: probabilmente – conclude – la fede più «irragionevole» di tutte è proprio quella nella secolarizzazione.
«Dio non è morto. Ci crediate o no, il mondo è più religioso che mai!», ha scritto il Wall Street Journal presentando il lavoro di Rodney Stark intitolato Il trionfo della fede. Perché il mondo non è mai stato così religioso (Lindau, Torino 2017, p. 282, €26, ebook €17). In questo saggio il noto sociologo delle religioni analizza i risultati di un sondaggio senza precedenti – più di un milione di persone in 163 nazioni – per tratteggiare un quadro reale della situazione e ragionare su numeri concreti, con risultati opposti a quelli del sentir comune: un ricorso stupefacente alla fede e una «crescita esponenziale» di fedeli, l’islam che non supera affatto il Cristianesimo, un basso numero di atei…
Sembrerebbe di vivere, quindi, in un mondo molto religioso, se l’81% degli intervistati dichiara di professare una fede religiosa organizzata; il 74% dice che la religione è una parte importante della propria esistenza quotidiana; il 50% riferisce di essersi recato in un luogo di culto o di aver assistito a una celebrazione religiosa negli ultimi sette giorni; il 56% crede che «Dio è direttamente coinvolto in ciò che accade nel mondo»; in pochissimi Paesi il 5% si professa ateo e solo in Vietnam, Cina e Corea del Sud gli atei superano il 20%.
Queste statistiche – sostiene l’autore – bastano da sole a sconfessare il luogo comune secondo cui la fede è in declino. Ed anche la pratica della fede. Certo, che se si passa nelle aule parlamentari e giudiziali (e in molte parrocchie), la prassi sembra andare in direzione decisamente opposta. Anche se si scopre che, nel mondo, c’è un 33% di cristiani, il 22% di musulmani, il 16% di induisti, l’8% di buddhisti ed altre religioni per il 2%, lasciando gli atei e secolarizzati al 19%. Solo uno su cinque, che però evidentemente conta molto, viste le legislazioni di tutti i Paesi.
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Questo testo di Gianandrea de Antonellis è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it