Il Santo Sacrificio della Messa – Il centro del culto cattolico. PARTE II
Sull’altare tutti i raggi della verità e della grazia celeste si incontrano come in un fuoco: chi può avvicinarsi a questo focolare incandescente, senza essere infiammato di ardente devozione e di fervente amore di Dio? L’altare sul quale il Dio-Uomo giorno dopo giorno si offre davanti ai nostri occhi e mediante le nostre mani, è il focolare sacro dove vengono accesi e infiammati la fede, la speranza e l’amore, dove viene animato lo spirito di preghiera e la devozione è suscitata e ascende al Cielo stesso. Nella legge antica (Lv 6, 12) Dio ha detto: “Il fuoco sull’altare deve sempre bruciare”.
Ma in realtà è sui nostri altari che Dio ha acceso un fuoco che non si spegnerà mai. Tutti i misteri e le verità nascosti nel Sacrificio della Messa e che, dall’altare, attraggono il cuore con una forza meravigliosa, richiamano lo spirito e le parole della preghiera. È difficile elevarsi al Cielo col pensiero, elevare la nostra mente a Dio, sebbene la terra ci trascina sempre verso il basso come un peso di piombo, quando nella Messa il Cielo scende a noi, quando il nostro Dio e Redentore sta davanti a noi, umilmente velato sotto le apparenze del pane e del vino? Cristo scende sotto le apparenze di cibo materiale, al quale sono rivolti i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni, e dai quali Egli può distoglierci silenziosamente e delicatamente, e sollevare i nostri cuori verso il cielo.
Siamo in un meraviglioso mondo dei misteri, dove sotto l’ombra di esotiche apparenze cresce la Manna della vita eterna e scorrono le acque della salvezza. Il Nostro Signore e Salvatore è lì in attesa del tributo della nostra adorazione. Ecco! La Chiesa eleva in alto la Croce del Redentore, gridando a noi: “Voi siete poveri peccatori, del tutto privi di onore davanti a Dio”, e ci indica la mano vendicatrice della giustizia innalzata sopra la nostra vita e i nostri peccati. Poi ci battiamo il petto; la nostra coscienza si sveglia, ci accusa e ci condanna, così che esclamiamo: per mia colpa! E chiniamo il capo sotto il peso dei rimproveri e delle accuse dei nostri pensieri.
La Chiesa farebbe violenza a se stessa e agirebbe contro il fluire dei suoi sentimenti, se non rivelasse così in vari modi lo spirito della preghiera. Chi non sarebbe mosso a contemplare nello spirito di fede il nostro Salvatore ferito, disteso sul duro legno della Croce, il suo corpo ferito e lacerato, Il suo sangue versato, e tutto l’amore che arde dalle sue ferite? Quindi non è sorprendente se questi vivi sentimenti irrompono in preghiere incessanti e in una moltitudine di cerimonie che contornano il Santo Sacrificio, fino al colore dei paramenti sacerdotali. Queste non sono semplici forme vuote, sono consuetudini fatte con tutto il cuore, in cui trovano espressione le emozioni sempre giovani e fresche della nostra Chiesa.
Questi sentimenti nobili e santi si manifestano nelle antiche preghiere e nei canti intessuti durante il rito della Messa: nelle preghiere che sono insuperabili nella loro sublime semplicità, nei canti corali che risuonano nelle aule della Chiesa come melodie provenienti da un mondo superiore. Sono preghiere e canti che fioriscono in un’eterna giovinezza, sempre pieni del vigore della vita, sempre attraenti, come tutto ciò che emana dall’anima umana altamente dotata quando è piena di Dio.
- b) Per molti aspetti, il Santo Sacrificio della Messa detiene il posto più prominente fra gli ordinamenti riguardanti la dispensazione della grazia che si riferiscono principalmente e immediatamente alla santificazione dell’uomo. Questo si basa sulla relazione che il Sacrificio della Messa assume rispetto al Sacrificio della Croce. Il Sacrificio della Croce è la fonte originaria di ogni grazia; poiché tutte le benedizioni della redenzione procedono dal Sacrificio della Croce e tutti i mezzi di grazia vi traggono la loro virtù ed efficacia. Ora, nel Sacrificio della Messa la sorgente inesauribile della grazia e della salvezza del Sacrificio della Croce viene trasferita dal passato al presente, da una distanza che viene portata più vicina a noi. Per questo motivo e sotto questo aspetto, il Sacrificio Eucaristico può, in un certo senso, essere designato come la fonte dei sacramenti e dei sacramentali che donano la grazia.
Se consideriamo il Sacrificio della Messa principalmente come un mezzo di grazia, esso è, effettivamente, inferiore ai Sacramenti, in quanto non può, come questi ultimi, cancellare direttamente il peccato e impartire la grazia santificante; ma in altri aspetti il Sacrificio eccelle, poiché dai Sacramenti si ottengono solo certe grazie e quelle meramente per il destinatario, mentre la Messa può ottenere direttamente o almeno indirettamente tutte le grazie e benedizioni divine, e non solo per colui che celebra, ma anche per gli altri, a nome dei quali viene celebrata. Di conseguenza, l’efficacia della Messa è più universale e completa di quella dei Sacramenti.