Il Santo Sacrificio della Messa – Il centro del culto cattolico – I PARTE

Sull’altare tutti i raggi della verità e della grazia celeste si incontrano come in un fuoco: chi può avvicinarsi a questo focolare incandescente, senza essere infiammato di ardente devozione e di fervente amore di Dio? L’altare sul quale il Dio-Uomo giorno dopo giorno si offre davanti ai nostri occhi e mediante le nostre mani, è il focolare sacro dove vengono accesi e infiammati la fede, la speranza e l’amore, dove viene animato lo spirito di preghiera e la devozione è suscitata e ascende al Cielo stesso. Nella legge antica (Lv 6, 12) Dio ha detto: “Il fuoco sull’altare deve sempre bruciare”.
Ma in realtà è sui nostri altari che Dio ha acceso un fuoco che non si spegnerà mai. Tutti i misteri e le verità nascosti nel Sacrificio della Messa e che, dall’altare, attraggono il cuore con una forza meravigliosa, richiamano lo spirito e le parole della preghiera. È difficile elevarsi al Cielo col pensiero, elevare la nostra mente a Dio, sebbene la terra ci trascina sempre verso il basso come un peso di piombo, quando nella Messa il Cielo scende a noi, quando il nostro Dio e Redentore sta davanti a noi, umilmente velato sotto le apparenze del pane e del vino? Cristo scende sotto le apparenze di cibo materiale, al quale sono rivolti i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni, e dai quali Egli può distoglierci silenziosamente e delicatamente, e sollevare i nostri cuori verso il cielo.
Siamo in un meraviglioso mondo dei misteri, dove sotto l’ombra di esotiche apparenze cresce la Manna della vita eterna e scorrono le acque della salvezza. Il Nostro Signore e Salvatore è lì in attesa del tributo della nostra adorazione. Ecco! La Chiesa eleva in alto la Croce del Redentore, gridando a noi: “Voi siete poveri peccatori, del tutto privi di onore davanti a Dio”, e ci indica la mano vendicatrice della giustizia innalzata sopra la nostra vita e i nostri peccati. Poi ci battiamo il petto; la nostra coscienza si sveglia, ci accusa e ci condanna, così che esclamiamo: per mia colpa! E chiniamo il capo sotto il peso dei rimproveri e delle accuse dei nostri pensieri.
Ma noi non sprofondiamo nell’abisso della disperazione. La notte, mediante la misericordia di Dio, è diventata luce. Per la “Pace agli uomini di buona volontà” gli angeli cantavano; e sulla Croce questa pace abbracciava la giustizia incombente e la disarmava. Abbiamo davanti a noi il Corpo e il Sangue di Cristo, che ci dimostrano il grande amore di Dio e strappano dai nostri cuori un ringraziamento pieno di gioia. Con le parole: “Se chiedete al Padre qualcosa nel mio nome, Lui ve lo darà” (Gv 16, 23), il nostro Salvatore ci ha dato l’assicurazione più incoraggiante, perciò il nostro coraggio deve essere illimitato quando teniamo nelle nostre mani Cristo, il Suo stesso Figlio beneamato, quando Lo preghiamo e Lui stesso prega per noi.
Allora il nostro sguardo cade sulla grande comunità di coloro che sono uniti a noi attorno alla sacra tavola di famiglia di Gesù Cristo, sulla Sua santa Chiesa, sui nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto e sono detenuti nella purificazione e nell’espiazione del purgatorio, su tutti coloro per i quali Cristo è morto. Il nostro cuore, dilatato per abbracciarli tutti alla luce dell’amore di Cristo, li include nelle nostre preghiere. Così le preghiere si affollano in noi e sulle nostre labbra in modo
naturale. La preghiera trova convincente espressione nelle numerose cerimonie eseguite dal sacerdote: inchinandosi, baciando l’altare, facendo il segno della croce, inginocchiandosi e in molte altre azioni simboliche.