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Il rapporto tra il Sacrificio della Messa e il Sacrificio della Croce (Parte III)

Liturgia26 Agosto 2021
Testo dell'audio

Le parole del Salvatore e degli Apostoli, l’insegnamento dei Padri e le preghiere delle liturgie, la convinzione e il riconoscimento dei fedeli, pongono al di là di ogni dubbio che la celebrazione dell’Eucaristia ha anche per oggetto di portare davanti ai nostri occhi e di rappresentare per noi la morte sacrificale di Cristo, affinché la memoria di essa possa sempre essere conservata fresca e viva in tutti i cuori.

 

Un dipinto o un crocifisso possono rappresentare la morte del Signore sulla Croce; ma questa è una mera raffigurazione e, di conseguenza, una rappresentazione imperfetta di quel divino dramma sacrificale, un tempo attuato sul Monte Calvario. Ben diverso, – infinitamente più completo e attuale, è il sacrificio cruento di Cristo rappresentato dalla Messa. È, cioè, la rappresentazione reale ed oggettiva, la rappresentazione viva ed essenziale del Sacrificio della Redenzione compiuto sulla Croce.

La ragione sta nella natura più intima del Sacrificio Eucaristico, così come è stato istituito da Cristo. Sull’altare appaiono lo stesso Sacerdote e la stessa Vittima come sulla Croce. Pertanto nell’Eucaristia Gesù Cristo offre Se stesso, il Suo Corpo una volta immolato sulla croce e il Suo Sangue una volta versato sulla Croce, con tutti i meriti là acquisiti, in un modo incruento ma altrettanto reale e vero. – Dovremmo, inoltre, considerare il modo e la modalità con cui il Corpo e il Sangue di Cristo devono essere offerti. Questo consiste nello spargimento mistico di sangue, cioè nella consacrazione separata del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Le specie separate, sotto le quali il Corpo e il Sangue di Cristo sono resi presenti in virtù delle parole della consacrazione, cioè, misticamente immolate, sono simboli della morte violenta e sanguinosa di Cristo sulla Croce.

La separazione del Corpo e del Sangue di Cristo avviene sull’altare – ovviamente non in realtà, ma solo in apparenza: perché la Vittima Eucaristica non può più essere uccisa in un modo cruento (fisico), ma solo in modo incruento (mistico). Questa immolazione mistica, quindi, in conseguenza della quale la Vittima Divina sotto le due specie appare “come uccisa” (tanquam occisus), è ben calibrata per rappresentare il Corpo e il Sangue di Cristo in quella forma di separazione che ha avuto luogo sulla Croce. Con questo mistico spargimento di sangue, che rende vivido il vero spargimento di sangue sulla Croce, il Sacrificio Eucaristico diventa, in modo perfetto, un Sacrificio memoriale.

La consacrazione distinta degli elementi del pane e del vino, la rappresentazione separata del Corpo e del Sangue di Cristo sotto le due specie, ovvero lo spargimento mistico di sangue, è, in virtù dell’istituzione di Cristo, assolutamente necessario, non solo per la legittima, ma anche per la valida celebrazione del Sacrificio Eucaristico. Se colpevolmente o non colpevolmente, una sola sostanza viene consacrata, allora Cristo è effettivamente presente sotto una specie, ma il sacrificio non è compiuto, perché un’essenziale caratteristica e requisito, vale a dire, la doppia consacrazione, è mancante. Quindi è di ordinazione divina, che entrambi gli elementi – pane e vino – devono essere sempre consacrati, in modo che il sacrificio eucaristico possa avere luogo. Nostro Signore istituì il Sacrificio incruento dell’Altare in questo modo, perché Egli volle che per sua stessa natura fosse una rappresentazione visibile del Sacrificio della Croce, che fu compiuto mediante un violento spargimento di sangue fino alla morte.

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