Il mondo che cambia

Non c’è dubbio sul fatto che il mondo continuamente cambia. Questo è anche giusto e ragionevole, le cose evolvono, mutano, cambiano. Non c’è nulla di strano in questo, non è necessario evocare Eraclito per spiegare questo cambiamento che è evidente. Io credo che ciò che divide alcune persone sia se il cambiamento va subito o va guidato. Per alcuni tutto ciò che cambia, va accettato in quanto segno del nuovo. Ma il nuovo non è di per sé una cosa buona, può anche essere una cosa negativa. Non tutto quello che è nuovo è buono, pensiamo per esempio alla nostra vita. Possiamo avere un nuovo lavoro o una nuova malattia.
Tutte e due questi eventi sono nuovi ma non li giudicheremo tutti e due buoni. Ecco, io credo esista una falsa percezione che tutto ciò che è nuovo deve essere considerato buono e promosso senza esame critico, ma questo è falso, come credo di aver dimostrato con il semplice esempio poco prima. Il problema poi, lo sappiamo chiaramente, è che non si vogliono affrontare i criteri etici secondo cui giudicare ciò che ci accade. Viviamo in un tempo in cui tutto è relativizzato, anche l’insegnamento cattolico viene reso sempre più malleabile in modo che si adatti alle più svariate situazioni. Certo è un bene che esso possa affrontare uomo nella situazione in cui si trova, ma sarebbe meglio che lo portasse alla situazione in cui l’uomo dovrebbe essere e non vorrebbe essere.
Insomma, il cambiamento è una cosa che fa parte della vita, ma dobbiamo cercare di cavalcarlo e non di esserne travolti.