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Il legittimista che rifiutò la corona

Storia03 Settembre 2021
Testo dell'audio

Nata nella «città più reazionaria d’Italia», educata alla corte degli Austria-Este, figlia di quel Francesco IV odiatissimo dai liberali e vestito dei panni del tiranno perfetto da Stendhal nella Certosa di Parma, Maria Teresa ereditò tutti i valori dell’Ancien Régime, una fede profonda e il coraggio di combattere per difenderla.

La giovane Maria Teresa venne descritta dalle cronache come devota, studiosa, dotata di talenti artistici, ma soprattutto capace di riconoscere i pericoli che minacciavano Chiesa e Monarchia. Non meraviglia che il figlio della Duchessa di Berry, giunto all’età di sposarsi, guardasse alla Casa d’Austria-Este. L’ultimo dei Borboni, privato del trono dalla rivoluzione, incarnò quel legittimismo perseguitato che il Duca di Modena stava difendendo più di chiunque altro.

Enrico chiese la mano di Maria Beatrice Anna, che, già fidanzata con l’Infante di Spagna, rifiutò. E dunque si rivolse a Maria Teresa, qualcuno disse a malincuore per via dell’aspetto fisico, anche se in realtà Maria Teresa non era meno bella della sorella. In alcuni scritti viene definita “brutta” a causa d’un difetto al viso, un’asimmetria che nei dipinti viene omessa ma che si scorge nelle fotografie.

A fargli inizialmente preferire Maria Beatrice è stata l’età: essendo del 1820, deve aver considerato più adatta a lui la sorella nata nel 1824, di quella nata nel 1817. Comunque il 7 novembre 1846 si celebrarono le nozze per procura, il 9 Maria Teresa lasciò Modena e a Bruck incontrò Enrico, con Maria Carolina di Berry che l’abbracciò commossa: «Vi raccomando mio figlio, egli ha tanto bisogno di contentezza interna, nella triste vita a cui fu condannato».

Enrico, duca di Bordeaux, portava il titolo di conte di Chambord in seguito a un dono: vasto possedimento della Loira detto “la Versailles della Turenna”, con la rivoluzione Chambord divenne proprietà nazionale ed un gruppo di francesi di fede legittimista lo acquistò per farne omaggio a Enrico V. La residenza ufficiale rimase comunque a Frohsdorf, in Austria: qui i conti di Chambord vissero con una corte, rispettarono l’etichetta e ricevettero l’aristocrazia francese, mantenendo col partito legittimista i contatti necessari a portare avanti i diritti di Enrico. Maria Teresa dunque deve «immediatamente convertirsi in Principessa francese», cosa che non le costa affatto, anche perché «i due sposi trovaronsi tosto nella più perfetta corrispondenza», ci dice il Galvani.

 

Questo testo di Elena Bianchini Braglia è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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