Il bene della Fede

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Meditiamo adesso sui benefici della Fede coll’aiuto della definizione della Fede di san Paolo, come viene interpretata da san Tommaso. Questa breve meditazione può servirci come una piccola sintesi di alcuni tratti principali della Fede. Nella sua epistola agli Ebrei XI,1 san Paolo scrive: ‘La Fede è sostanza delle cose che si sperano e prova delle cose che non si vedono’.
Notiamo per prima cosa come la Fede si riferisca al futuro: alle ‘cose che si sperano’, alle ‘cose che non si vedono’. Queste cose le possiederemo nel futuro, le vedremo nel futuro, cioè nel Cielo. Queste cose sono le verità divine ed eterne, che non sono altro che Iddio Stesso. In questo mondo quaggiù abbiamo una conoscenza oscura di queste cose; nell’altro mondo ne avremo una conoscenza chiara. Qui crediamo con la luce della Fede; là vedremo con la luce della Gloria: ‘Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto’ (Cor. I, 13).
Il secondo elemento di questa definizione che vogliamo meditare è l’espressione: ‘La Fede è sostanza’. Questo significa che la Fede ci dà già in questo mondo la comprensione dei suoi oggetti, cioè le verità divine ed eterne che sono Dio: così afferriamo quaggiù in modo iniziale e preparatorio ciò che possiederemo in Cielo in modo perfetto e definitivo.
Ebbene, in cosa consiste questa comprensione di Dio, questa conoscenza di Dio? Evidentemente è una specie di unione con Dio, un’unione che la Sacra Scrittura paragona al matrimonio: nel libro di Osea (2, 20) leggiamo: ‘Ti fidanzerò con me nella Fede.’ Quando pensiamo all’unione con Dio, in genere, pensiamo forse all’unione con Dio nel Cielo o all’unione mistica con Dio su questa terra, come quella di un santo rapito nell’amore dell’Onnipotente. Dimentichiamo che la Fede in Sé stessa è già un’unione con Dio.
Ma questa comprensione, questa conoscenza di Dio, non è soltanto un’unione con Dio, ma anche la vita eterna stessa, perché questa comprensione amorevole di Dio sulla terra (che è la Fede) è già l’inizio della visione beatifica del cielo (che è la vita eterna). A questo riguardo ci dice il Signore: ‘Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo’ (Gv. 17, 3).
Il terzo elemento della definizione di S. Paolo, che vogliamo guardare adesso, è la parola ‘prova’. La Fede costituisce una prova e comporta dunque una certezza assoluta. Se questa non è la certezza della ragione, è comunque la certezza più grande che si possa raggiungere qui sulla terra su Iddio e sulle cose di Dio. Per citare il sacro Concilio di Trento: ‘Il verbo ‘credere’ significa il sicurissimo assenso, in virtù del quale l’intelligenza aderisce con fermezza e tenacia a Dio che rivela i propri misteri. Perciò chi crede (nel senso qui inteso) possiede indubbia e nettissima convinzione di qualcosa’. Il Catechismo Maggiore di san Pio X aggiunge (19) : ‘La parola Credo vuol dire: io tengo per verissimo tutto quello che in questi dodici articoli si contiene: e credo queste cose più fermamente, che se le vedessi cogli occhi miei…’.
In questo senso la Fede è una luce più forte di quella della ragione. Infatti la luce della ragione è solo un riflesso pallido di essa. Qualcuno potrebbe chiedere, però, a questo punto, perché si parli allo stesso tempo dell’oscurità della Fede. La risposta è che la Fede è chiara quanto al modo e oscura quanto all’oggetto, della sua conoscenza. Il suo oggetto, come abbiamo già detto, è Iddio Stesso, Che non può essere compreso che imperfettamente ed oscuramente dalla conoscenza finita dell’uomo; il modo di conoscere questo oggetto invece è una luce forte, una certezza assoluta,perché unisce la mente direttamente e immediatamente alla Verità Stessa, Che è Dio.
In questa analisi breve della natura della Fede abbiamo visto il suo beneficio principale, cioè che ci dà la vita eterna già su questa terra, legata evidentemente ad una vita buona, alle opere buone ed alla Carità (nel senso dell’amore sovrannaturale).
Il suo beneficio secondario è che ci insegna come arrivare a questa vita eterna mediante i nostri atti o, in altre parole, come condurre una vita buona. In breve: la Fede è la nostra guida. La Fede dà la buona direzione alla nostra vita terrestre: ci insegna le grandi verità, tra le quali si trovano ad esempio il fatto che vi sia una vita dopo questa vita terrestre e che Dio ricompensi il bene e punisca il male; la Fede ci dà i Comandamenti, la predicazione e l’esempio di Nostro Signore Gesù Cristo.
Infine, in questo modo la Fede ci dà i mezzi per superare le tentazioni: nella sua lettera agli Efesini, S. Paolo ci parla del combattimento spirituale, scrivendo:‘Tenete sempre in mano lo scudo della Fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno’ (6, 16). San Pietro dice: ‘Il vostro nemico, il diavolo, come un leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella Fede.’ (1,5.8).
Tutto ciò che abbiamo meditato sulla Fede può essere espresso con l’immagine della luce: la Fede è la luce nella quale vedo Iddio già in questo mondo; questa luce è la luce d’aurora, che precede la luce del giorno nel quale vedrò Iddio nel cielo; la Fede è la luce che mi condurrà attraverso la valle oscura di questo mondo per unirmi a Lui in un’unione perfetta e stabile per tutta l’eternità.