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Il beato Innocenzo XI difensore della fede e della cristianità

Storia17 Agosto 2018
Testo dell'audio

Durante il secondo assedio di Vienna (1683) sul soglio di Pietro sedeva – eletto sei anni prima – il beato Innocenzo XI, che fu tra i pochi regnanti del tempo a rendersi conto di come il pericolo maggiore per la civiltà cristiana venisse dall’Impero Turco.

 

Un Pontefice sobrio e moralizzatore

Nato nel 1611 con il nome di Benedetto Odescalchi, dopo aver lavorato presso il banco di prestiti della propria famiglia, lasciò l’attività finanziaria per frequentare i corsi di diritto.

Finiti gli studi ricevette la tonsura, entrò nelle grazie del futuro Innocenzo X, Giovanni Battista Pamphili, facendo una brillante carriera fino a divenire commissario straordinario delle tasse nelle Marche.

Non si creda però che tale carriera fosse dovuta alle importanti amicizie (che pure non gli mancarono): Benedetto era infatti molto ben preparato in campo economico e fiscale e gli ottimi risultati raggiunti gli assicurarono la carica di governatore di Macerata (1644), la porpora cardinalizia (1644), la carica di legato pontificio a Ferrara (1648), dove la sua lotta alle frodi gli procurò il titolo di “padre dei poveri” e quindi la cattedra vescovile di Novara (1650).

Divenuto Papa nel 1676 con il nome di Innocenzo XI, dimostrò immediatamente la propria volontà di riformare i costumi e correggere gli abusi amministrativi: iniziò a combattere il nepotismo, le sinecure, le pratiche usurarie e l’uso degli schiavi nelle colonie.

 

La Lega Santa

Ma il suo maggior sogno fu quello di realizzare una nuova Lega Santa che si opponesse alla Sublime Porta: sotto il suo pontificato si svolse infatti il terribile secondo assedio di Vienna, che segnò l’apogeo della potenza turca in Europa.

Un primo esercito, guidato da Giovanni III di Polonia e sostenuto spiritualmente dal beato Marco d’Aviano, riuscì a sconfiggere gli Ottomani sotto le mura di Vienna (12 settembre 1683) e tolse l’assedio alla capitale.

Passato il pericolo imminente, Innocenzo XI cercò di promuovere una nuova crociata che avrebbe dovuto unire le maggiori potenze dell’epoca. Il 5 marzo 1684 fu siglato a Linz un patto fra i componenti della Lega: il Portogallo, la Polonia, le Repubbliche di Genova e Venezia, le maggiori potenze navali nel Mediterraneo dell’epoca, il Granducato di Toscana ed il Ducato di Savoia; due anni dopo avrebbe aderito anche la Russia.

Questa Lega Santa (la quarta di tal nome) sconfisse i Turchi nella seconda battaglia di Mohács (1687) e a Zenta (nel 1697, sotto il comando di Eugenio di Savoia), anche se di fatto l’esercito messo in campo era quasi esclusivamente quello asburgico.

 

Il gallicanesimo

Un ulteriore motivo di attrito tra Papato e Luigi XIV era dato dalla “questione gallicana”, nata intorno alla consuetudine delle “regalie” (riguardante i diritti economici del Re sulle sede episcopali vacanti).

Il problema si inasprì quando Innocenzo XI minacciò una censura contro il Re Sole, il quale inviò al Papa un ambasciatore per dirimere il problema. Ma il clero francese, non senza un certo servilismo, si schierò dalla parte del Re, creando una situazione di stallo e riunendosi in una Assemblea generale (1681), sostenendo in quattro articoli la superiorità del Concilio sul Papa e negandogli il diritto di deporre i principi.

Di fronte alla prospettiva della nascita di una “ Chiesa nazionale” la reazione di Roma non poteva mancare. Difatti un paio di vescovi che avevano firmato i “quattro articoli” non vennero confermati e le due questioni delle regalie e degli articoli pesarono sui rapporti tra Francia e Santa Sede.

I successori di Innocenzo XI, Alessandro VIII e Innocenzo XII, pur dimostrandosi disposti a trattare, rimasero rigidi sulla questione delle regalie e Luigi XIV, in difficoltà per via delle guerre che aveva mosso a mezza Europa, dovette alfine cedere, rinunciando nel 1693 a far valere i “quattro articoli”. Rimaneva accantonata, ma non risolta, la questione delle regalie, che si protrasse fino alla fine dell’Ancien Régime.

Di contro lodò pubblicamente il Re Sole quando revocò, con l’Editto di Fontainbleu nel 1685, il noto editto di Nantes, con il quale si concedevano agli ugonotti (i calvinisti francesi) intere piazzeforti dove esercitar liberamente il loro culto e dove essi divennero padroni effettivi anche dal punto di vista politico-militare.

Innocenzo XI morì nel 1689: nel 1714 venne istituita la causa per la sua canonizzazione, sospesa trent’anni dopo per le pressioni del Re di Francia. Essa fu riaperta nel XX secolo e papa Pio XII lo beatificò nel 1956. Sepolto nella  Basilica di San Pietro, Innocenzo viene ricordato il 12 agosto.

 

Questo testo di Luigi Vinciguerra è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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