I vescovi timidi e tremebondi di Galles e Inghilterra

Nella classifica mondiale delle conferenze episcopali e dei vescovi più asserviti al pensiero unico dominante e al politically correct credo che questa settimana il primo posto vada senza sforzo alla Gran Bretagna, per due distinti episodi.
Il primo, già di per sé piuttosto incredibile è questo. Due diocesi britanniche si sono scusate perché all’interno di alcune pubblicazioni cattoliche era stato inserito un manifestino che criticava la teoria Gender. Alcuni giornali di sinistra hanno protestato, e naturalmente le lobbies LGBT hanno strillato, e precipitosamente i vescovi sono corsi a scusarsi.
Ora la circostanza che rende ancora più incredibile questa notizia vera è che tutto questo è accaduto proprio nei giorni in cui la Congregazione per l’Educazione cattolica pubblicava il documento “Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione”. Un documento che parla di dialogo, ma comunque mette i puntini sulle “i”. In un’intervista a Vatican News il Prefetto della Congregazione, Giuseppe Versaldi, dice: “Ci sono argomenti razionali che chiariscono la centralità del corpo come soggettività che comunica l’identità dell’essere. In questa luce si comprende il dato biologico della differenza sessuale tra uomo e donna. La formazione dell’identità si basa sull’alterità e nella famiglia il confronto con la madre e il padre facilita il bambino nell’elaborazione della propria identità-differenza sessuale. Il genere “neutroˮ o “terzo genereˮ, invece, appare come una costruzione fittizia”.
Chiaro no? Anche dei vescovi inglesi potrebbero capirlo. E invece…
Il manifestino incriminato aveva come titolo: “Teoria del Gender NO!”. La pagina frontale della brochure presentava un gruppo di giovani ragazzi e ragazze che chiedevano. “Sono un ragazzo? Sono una ragazza? O entrambi?”. E sotto era riportato il versetto della Genesi, 1:27, lo stesso che da’ il titolo al documento vaticano: “Maschio e femmina li creò”. Il manifestino era il lancio di un libretto intitolato: “Teoria del gender: Diversity o Totalitarismo dei 21° secolo?” ed era pubblicato da Tradizione, Famiglia e Proprietà, un’organizzazione caritativa con sede in Scozia.
Il manifestino metteva in guardia dall’ideologia Gender, “un’ideologia delirante che sostiene che ciascuno può immaginare di essere un uomo, una donna, o entrambi allo stesso tempo a seconda del puro capriccio”. E avvertiva i genitori di diffidare da “attivisti sofisticati”, che sono “già al lavoro per imporre le loro vedute anticristiane e contro Dio ai ragazzi nella vostra scuola”. Ma l’arcivescovo di Liverpool (e quello di Southampton) invece di difendere la verità cattolica si sono scusati.
Il secondo episodio riguarda un tribunale inglese. Che ha ordinato che una ragazza di 20 anni, ma mentalmente bambina, rimasta incinta, debba abortire per ordine dello Stato “nel suo migliore interesse”. La ragazza non vuole; la madre della ragazza, pronta a occuparsi del piccolo neanche; l’assistente sociale è contraria; i legali della famiglia anche. Ora dopo un silenzio imbarazzante i vescovi hanno parlato. In realtà un vescovo (ma scozzese, John Keenan di Paisley) aveva protestato e esortato a lanciare una petizione online. Grazie a Dio il tribunale di appello ha capovolto la decisione del giudice, una donna filo-abortista. Ma solo lunedì è giunto il comunicato del presule che si occupa di questi temi nella Conferenza Episcopale. Vi invitiamo a leggerlo. Forse noi siamo strani, ma ci sembra di una delicatezza verso i poteri che hanno deciso questa condanna a morte straordinaria. Fra l’altro afferma che “In una società libera come la nostra c’è un delicato equilibrio fra i diritti dell’individuo e i poteri dello Stato”. Ma dire chiaro e tondo che siamo di fronte a un assassinio no? Di che cosa hanno paura questi pastori tremebondi?