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I quattro scopi del Sacrificio

Liturgia22 Agosto 2018
Testo dell'audio

L’offerta del Sacrificio intende essenzialmente glorificare Dio quale Signore e dominatore illimitato di tutte le creature, il che equivale ad adorarLo. Questo significato è inseparabilmente unito al sacrificio che, in primo luogo, è sempre un atto di culto dovuto esclusivamente a Dio: un’adorazione. A questo scopo principale si uniscono quasi naturalmente il ringraziamento e la supplica, quando l’offerta venga fatta per lodare Dio come l’onnipotente e misericordioso donatore di ogni bene; cioè, per manifestare la nostra riconoscenza per i benefici ricevuti e per implorare nuove grazie.

Per adempiere questo doppio obbligo il Sacrificio si presta ancora meglio della preghiera, poiché in questo modo noi non solo preghiamo con le parole ma, mediante un atto concreto, vogliamo rendere grazie con una controfferta ossia un’offerta al Creatore e Redentore del mondo, fonte prima di tutti i beni naturali e soprannaturali. Poiché da Dio – Creatore e dispensatore di tutta la luce nella natura e della grazia nel mondo – discende ogni buon talento e ogni dono salutare (Iac. 1,17), la Chiesa Lo loda spesso come “il dispensatore di tutti i beni” e “l’elargitore dei doni celesti”, come “la sorgente da cui fluisce ogni bene”. Queste preghiere, dette mentre si compie il Sacrificio, ci vogliono ricordare anche la verità che Dio, nell’amore più puro, ci dona solo bene, compreso il bene che già possediamo.

Che cosa hai, che tu non abbia ricevuto? Ma se tu l’hai veramente ricevuto, perché ti vanti come se tu non l’avessi ricevuto?” (1Cor. 4,7). Perciò anche noi, tramite l’offerta del Sacrificio, dobbiamo umilmente riconoscere che ogni talento e ogni dono proviene dalla mano di Dio, da Cui dobbiamo tutto attendere.

In conseguenza del peccato originale il Sacrificio assume anche il valore di penitenza. Viene offerto, infatti, per rimediare all’offesa alla giustizia di Dio e così essere liberati dal peccato e dai castighi. L’espiazione per i peccati commessi si compie tramite il Sacrificio, che supplisce quanto necessario per glorificare l’offesa Maestà di Dio, per risarcirLo dell’onore leso e del torto commesso. L’offerta del Sacrificio è perfettamente adeguata a questo scopo. E come potrebbe l’uomo peccatore ammettere in maniera più evidente e commovente di essere meritevole della morte e pronto a subirla, se non – tramite l’imposizione delle mani – scaricando i suoi peccati sull’animale da sacrificare, sacrificarlo, spargere il sangue e quindi offrire la sua vita al posto della propria?

Storicamente, in tutti i sacrifici si associa all’adorazione una particolare intenzione espiatoria. La prima necessità e il più grande desiderio dell’umanità decaduta erano di placare l’ira di Dio offeso per ottenere la Sua misericordia e il perdono dei propri peccati; perciò è del tutto naturale che il rito del sacrificio, nelle generazioni piene di colpa dei tempi non ancora redenti da Cristo, fosse primariamente caratterizzato dal senso di espiazione.

Può essere che l’uomo, afflitto dai peccati, voglia presentarsi al cospetto del suo Dio – non importa con quale intenzione – per compiere un atto religioso: sia esso l’adorazione, il ringraziamento o la richiesta di una grazia. Egli si sentirà comunque, fondamentalmente, un povero peccatore, indegno di essere ascoltato ed esaudito da Dio. Perciò è naturale che proprio negli atti di culto più intensi, com’è difatti il Sacrificio, egli esprima in primo luogo la coscienza della propria peccaminosità e colpevolezza. E come potrebbe egli altrimenti – da peccatore qual è – avvicinarsi degnamente e sentirsi a suo agio al cospetto della Maestà di Dio santo e giusto, mostrarsi grato nella giusta maniera e implorare sperando di essere esaudito?

Quindi si compie il Sacrificio con uno scopo quadruplo: l’adorazione, il ringraziamento, la supplica e l’espiazione. Questa classificazione non è fatta in senso esclusivo, ma piuttosto in base allo scopo predominante del Sacrificio. Con ciò si vuole semplicemente dire che nel rito dell’offerta e nell’intenzione del celebrante si dà risalto a uno scopo senza che gli altri siano esclusi. Ogni sacrificio ha dunque sempre una quadrupla intenzione: esso intende glorificare la divina Maestà, ringraziare per il bene ricevuto, implorare nuovi doni e, infine, riparare alle colpe ed evitare i conseguenti castighi.

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