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I partecipanti ai frutti della S.Messa – V Parte

Liturgia21 Luglio 2022
Testo dell'audio

Qualunque sia il loro destino eterno, questo è certo: che sono irrevocabilmente esclusi, non solo dalla beatitudine del cielo, ma, in generale, da ogni partecipazione ai beni soprannaturali che Cristo ha acquisito per il genere umano, e che si applicano ai singoli uomini principalmente attraverso il Sacrificio della Messa. 

  1. c) Al contrario dei reprobi, che, nella loro separazione eterna da Cristo, non possono né essere raggiunti né influenzati dalla grazia, “gli spiriti dei giusti resi perfetti” in cielo sono intimamente uniti a Lui e, di conseguenza, non hanno bisogno dell’aiuto della grazia. I beati abitano nella terra dei vivi, dove sono liberi da ogni male e in pieno possesso di tutte le ricchezze del Signore. Da ciò è chiara la ragione del perché il Sacrificio della Messa non può mai essere offerto propriamente (proprie) per loro. Essi sono liberi da ogni colpa di peccato e dalla sua punizione; perciò la Messa, come Sacrificio di propiziazione, non può essere offerta per loro. Inoltre, poiché la loro gloria essenziale non può essere aumentata, perché rimane immutabile, la Messa non può essere celebrata nemmeno come Sacrificio di petizione per loro in questo senso, cioè, per ottenere un aumento della loro gloria essenziale. Ora, anche se la Messa non può essere offerta ai Santi, o in realtà per loro, tuttavia la celebrazione di essa contribuisce in vari modi al loro onore e alla loro gloria. 

Poiché la Messa è un Sacrificio di lode e di ringraziamento, in un certo senso può essere celebrata o ascoltata per i beati, cioè nel loro nome, al fine di lodare e ringraziare Dio per i doni di grazia e gloria che Egli ha generosamente elargito loro. Di questo i beati gioiscono; perchè la Messa è un omaggio di lode e di ringraziamento al Signore più glorioso di quello che i cori combinati dei beati e degli angeli potrebbero renderGli, ed è quindi un mezzo per rispondere ai loro ardenti desideri di glorificare sempre più Dio. – I beati si rallegrano anche che le loro grazie e virtù, le loro azioni e miracoli, i loro combattimenti e le loro vittorie, il loro potere e la loro grandezza ci offrono un’opportunità e ci danno la materia per lodare e onorare degnamente Dio, il Testimone di ogni santità, con la celebrazione del Sacrificio Eucaristico. 

come Sacrificio di petizione, la Messa può anche essere celebrata con l’intenzione di promuovere sulla terra la maggiore gloria dei beati. Ma offerta in questo modo, la Messa non è tanto a vantaggio dei Santi, ai quali l’aumento della gloria esterna non porta alcun profitto reale, quanto piuttosto per noi uomini, perché in tal modo siamo arricchiti con favori spirituali. Il frutto che Dio, in questo caso, impartisce in ragione del Sacrificio offerto a titolo di petizione, consiste in grazie con le quali i fedeli sono animati e spronati ad onorare, invocare e imitare i Santi. La diffusione della venerazione dei Santi sulla terra porta grandi benedizioni all’uomo, e ai beati in cielo nuova gioia, poiché in tal modo la Santissima Trinità è glorificata, la comunione dei Santi resa attiva, la vita della Chiesa rafforzata e la salvezza dei fedeli promossa. 

Questi effetti, che la Messa produce nei confronti dei beati in cielo, cioè, per il loro onore e la loro gioia, procedono semplicemente dalla celebrazione della Messa offerta con un’intenzione appropriata. La Chiesa ha collegato con il Sacrificio Divino un rito copioso, in cui la venerazione dei Santi trova molteplici espressioni. La liturgia del Sacrificio Divino, in cui compaiono i loro nomi, viene invocata la loro intercessione e ci viene esposto l’esempio delle loro virtù, già di per sé versa grande gloria sugli amici benedetti di Dio e figli della Chiesa – i Santi del cielo. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda le messe festive e votive, composte espressamente per onorare singoli Santi o intere classi di essi.

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