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I partecipanti ai frutti della S.Messa – IV Parte

Liturgia14 Luglio 2022
Testo dell'audio

Se agisse diversamente, metterebbe in pericolo il dogma della sua esclusiva verità e autorità e aprirebbe porta e cancelli all’indifferenza in materia di fede. – Finché gli eretici e i non credenti sono vivi, il Sacrificio della Messa può essere offerto per loro, per ottenere in loro nome la grazia della conversione. Con la loro morte la loro conversione cessa di essere possibile: da qui la differenza nel regolamento ecclesiastico che permette al celebrante l’applicazione del frutto della Messa, da una parte, per i non cattolici viventi e, dall’altra, lo proibisce per i non cattolici deceduti. 

Recentemente si è tentato di operare una distinzione tra domanda pubblica e privata per i non cattolici deceduti, e di considerare quest’ultima domanda come ammissibile. Ma questa distinzione non ha fondamento nella legge e, quindi, appare inattendibile (Ubi lex non distinguit, neque nos distinguere debemus – Dove la legge non fa distinzione, neanche noi lo dovremmo fare). Il parere sulla legittimità dell’applicazione della Messa in questo caso è, quindi, almeno insicuro e dubbio. La Chiesa ha vietato ogni applicazione speciale della Messa e della sua celebrazione per defunti non cattolici per gravi motivi; quindi, non è responsabile per il danno che la separazione dalla sua comunione visibile può aver comportato anche al di là della tomba. Quanto al resto, i defunti non cattolici non sono totalmente privati dell’influsso benedetto della Messa; dato che le preghiere e la Messa sono offerte in generale anche per loro, e quando la Messa è celebrata per tutte le anime sofferenti, anch’essi ne traggono vantaggio. 

Nondimeno è vero che i figli della Chiesa cattolica nella vita e dopo la morte godono di molte grazie e di vantaggi speciali, dai quali i non cattolici sono esclusi. Questa è una benedizione immeritata ed un privilegio inestimabile per il quale dovremmo essere molto grati a Dio. Allo stesso tempo dovremmo “lodare e magnificare la Sua infinita bontà e misericordia, con la quale siamo in grado di dare soddisfazione l’uno per l’altro”, – e per la ragione che col Sacrificio della Messa ci ha dato principalmente un mezzo così eccellente ed efficace per procurare indicibile conforto, sollievo e conforto a favore delle anime sofferenti nel loro doloroso esilio. L’ingegnoso amore della Chiesa ha fissato una speciale solennità per il conforto e la pace di queste anime. 

Per secoli, nella Commemorazione dei fedeli defunti, essa veste abiti di lutto sull’altare e sulla tomba. È un giorno triste; ma in cui le Messe per i morti si moltiplicano, le preghiere e i sospiri sono più ferventi, i fedeli più raccolti e meglio disposti, quando fiumi di grazia scendono verso i sofferenti in purgatorio, quando il cielo spalanca loro le porte, e segni di pace aleggiano sull’abisso. Oh, questo è un giorno benedetto! Anche se le tenebre che ci avvolgono sono sempre così dense e per noi impenetrabili, eppure da migliaia di altari risplende la luce del Corpo glorificato di Cristo, proiettando i suoi raggi nel cielo, sul volto stesso del Padre infinitamente giusto, facendola risplendere nella clemenza amichevole e benevola, e, dal trono di Dio, riflette i suoi raggi verso il basso nel buio della prigione sotterranea, affinché la luce perpetua della casa celeste possa risplendere su di essa. 

  1. b) Per i reprobi il Santo Sacrificio non può e non può in alcun modo essere offerto: per loro non c’è né redenzione (in inferno nulla est redemptio) né alleviamento dei loro tormenti. Come tralci appassiti sono completamente recisi dalla vera vite, Gesù Cristo; per tutta l’eternità sono esclusi dalla comunione dei Santi. I loro tormenti nell’oceano di fuoco e zolfo non sono alleviati neppure da una goccia di acqua fredda; nessun singolo raggio di luce o di speranza penetra mai nella dimora oscura dell’inferno. Altrettanto illegittimo è celebrare la Messa per i bambini che non hanno raggiunto l’età della ragione e che sono morti senza il battesimo.
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