< Torna alla categoria

I partecipanti ai frutti della S.Messa – II parte

Liturgia30 Giugno 2022
Testo dell'audio

II PARTE – 

Così è severamente vietato offrire il Santo Sacrificio per quelle persone scomunicate che non sono tollerabili, ma devono essere evitate (excommunicati vitandi), e questa proibizione è valida finché il divieto di scomunica non è stato rimosso dall’assoluzione. Secondo alcuni teologi, al contrario, una simile applicazione per le persone scomunicate che sono tollerate è considerata non solo valida, ma anche consentita. – Il Santo Sacrificio può essere lecitamente offerto, ma solo sotto certe restrizioni, per scismatici ed eretici, così come per i non battezzati o i non credenti (Ebrei, Turchi, pagani). E così facendo, si deve evitare tutto ciò che provocherebbe scandalo o offesa al popolo cristiano. La Santa Messa può essere offerta per gli scismatici e gli eretici prima di tutto e principalmente per ottenere la loro conversione, cioè con l’intenzione di placare l’ira di Dio nei loro confronti, nonché di ottenere per loro, dalla bontà di Dio, varie grazie e benefici, per cui possano più facilmente operare per la loro salvezza, essere portati alla conoscenza della vera fede e alla comunione con la Chiesa. 

  1. b) L’influenza salutare e salvifica del Santo Sacrificio si estende anche oltre la tomba. Può la Santa Messa essere offerta per tutti i defunti? 

Coloro che sono partiti da questo mondo, o sono entrati in paradiso, dove gioiscono nella felicità e regnano nella gloria – o sono sepolti nell’abisso dell’inferno, da dove non c’è redenzione; oppure soggiornano nella dimora della purificazione fino a quando non sono purificati nella sofferenza del fuoco e nel fuoco delle sofferenze, fino a quando non sono purificati da ogni contaminazione e trovati degni di comparire davanti al volto di Dio. 

  1. a) È solo per l’ultima di queste tre classi di defunti che la Messa può essere rigorosamente offerta e secondo la tradizione Apostolica viene veramente offerta. Il vescovo siriaco Balseus, vissuto verso la fine del IV e l’inizio del V secolo, dimostra che la preghiera e il sacrificio sono utili ai defunti. “È evidente a tutte le menti ragionevoli, che i fedeli defunti ottengono il beneficio delle veglie della Chiesa e del Sacrificio della Messa e dell’incenso della propiziazione, quando il sacerdote ne fa memoria all’altare. Allora i cittadini del cielo gioiscono, e quelli che vivono sulla terra sono rallegrati, ed anche i defunti esultano, perché sono convocati per essere rinfrancati dal Sacrificio celeste.” Le anime sofferenti, che soffrono nell’impotenza e sopportano dolori in purgatorio, hanno grande bisogno del Sacrificio propiziatorio della Messa, affinche la giustizia divina possa essere indotta a ridurre la loro pesante punizione, o alleviare le loro intense sofferenze. 

La Chiesa ha dichiarato che soprattutto (potissimum) la Messa procura aiuto e sollievo ai fedeli defunti. Il Sacrificio dell’Altare, di conseguenza, è il più efficace di tutti i mezzi sufficienti e sicuri per ottenere per le anime sofferenti in purgatorio conforto e ristoro; perché li aiuta più delle preghiere e delle indulgenze, più dei digiuni, delle elemosine e delle veglie notturne, più delle opere di carità, misericordia e pietà che i vivi possono offrire ai defunti. Poiché queste anime sofferenti sono sempre nelle migliori disposizioni, la Santa Messa, con ogni probabilità, non è mai priva di effetto quando viene detta per loro. Questo è tutto ciò che sappiamo, il resto è interamente avvolto da grandi tenebre, perché ci è nascosto in che misura ed estensione il Santo Sacrificio ogni volta riduce o allevia le sofferenze di una povera anima.

Da Facebook