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 I Partecipanti ai Frutti della Messa  – Parte I 

Liturgia19 Maggio 2022
Testo dell'audio

Lo scopo principale del Sacrificio Eucaristico è quello di rendere a Dio il dovuto culto di adorazione e di ringraziamento, di propiziazione e di petizione; allo stesso tempo, viene offerto anche per gli uomini a loro beneficio. Tra gli effetti che scaturiscono dalla Messa, quelle grazie, quei vantaggi e benedizioni spirituali, quei doni e favori temporali che Dio elargisce in ragione del Sacrificio offerto, sono in senso più ristretto chiamati frutti sacrificali. Di regola, per applicazione del frutto si intende quando la Messa viene offerta per una persona particolare. È evidente che in tal caso deve essere principalmente considerato il carattere propiziatorio e supplicatorio della Messa, poiché, come Sacrificio di petizione e propiziazione, procura all’uomo la pienezza delle benedizioni; considerato, quindi, in questo duplice carattere, il Sacrificio della Messa è in senso stretto offerto ai bisognosi. 

Offrire la Messa per qualcuno può anche significare, ma raramente, offrirla nel nome e al posto di un altro. In questo senso, la Messa, in quanto è un Sacrificio di adorazione e ringraziamento, può anche essere offerta, ad es., al posto di altri, senza che alcun frutto sacrificale sia applicato in modo speciale ad essi o vi sia per loro una ricaduta. L’adorazione e l’azione di grazie offerta a Dio da Cristo nella Messa è, in effetti, benefica anche per gli uomini, ma solo in quanto l’adorazione e il rendimento di grazie del Sacrificio Eucaristico suppliscono per i difetti che invariabilmente accompagnano la loro imperfetta adorazione e ringraziamento. Al contrario, come Sacrificio di propiziazione e di petizione, la Messa tende in modo molto diverso a beneficio e vantaggio delle persone per le quali viene offerta; per la sua efficacia propiziatoria e impetratoria procura loro benefici e grazie di tutti i tipi. Queste benedizioni spettano all’uomo considerato, quando si tratta della partecipazione ai frutti del Sacrificio e dei suoi partecipanti. 

Abbiamo già menzionato le diverse fonti da cui i frutti della Messa scorrono e scendono sull’uomo. Qui tratteremo principalmente della partecipazione al frutto sacrificale essenziale (ex opere operato), che ha la sua fonte direttamente da Cristo come Sommo Sacerdote. Questo frutto principale del Sacrificio è condiviso dai diversi partecipanti ed è da loro ottenuto in modi diversi. Tra le complicate questioni che sono state discusse su questo argomento, il seguente occupa il primo posto. Da cosa dipende la partecipazione al frutto sacrificale designato – e chi poi vi partecipa? Alcuni sostengono che tutti hanno una parte in questo frutto sacrificale, chi in qualsiasi modo coopera al Sacrificio della Messa – sia se la Messa sia offerta per loro o no; altri, al contrario, sono di opinione, e giustamente, che il Sacrificio (ex opere operato) beneficia le persone solo nella misura in cui esso viene offerto per loro. In realtà ambedue le condizioni di solito concorrono; ovvero, il Sacrificio, almeno in modo generale, viene sempre offerto per coloro che lo offrono o che lo offrono insieme ad essi; finora entrambe le condizioni richieste possono pertanto portare ad assicurare detto frutto sacrificale.

In questo frutto c’è la condivisione di tutta la Chiesa, i fedeli che effettivamente prendono parte alla Messa, il sacerdote celebrante, e quelli a cui il sacerdote applica in particolare il frutto della Messa. 1. Il frutto sacrificale che ha una ricaduta su tutta la Chiesa è chiamato il frutto generale (fructus generalis vel generalissimus). Esso ha una duplice fonte: in primo luogo l’offerta di Cristo, in quanto Egli offre Se stesso per la Chiesa; e poi l’offerta della Chiesa, in quanto essa offre la Messa stessa, attraverso il sacerdote, anche per il proprio bene. Entrambe le fonti confluiscono l’una nell’altra e riversano un flusso di benedizioni in tutta la Chiesa e a tutti i suoi figli.

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