< Torna alla categoria

I Padri dell’Oriente (Parte I)

Liturgia06 Maggio 2021
Testo dell'audio

Tra queste prove si possono considerare anche le belle parole che si dice siano state indirizzate da S. Andrea, Apostolo, al proconsole che gli aveva ordinato di offrire un sacrificio agli dei pagani. Gli Atti del Martirio di questo Apostolo le riportano come segue: “Ogni giorno presento a Dio Onnipotente un sacrificio vivente. . . . Ogni giorno offro a Dio l’Agnello Immacolato sull’Altare della Croce (cioè su ciò che prende il posto della Croce). Dopo che i fedeli hanno mangiato la Carne di questo Agnello Immacolato e bevuto del Suo Sangue, Egli rimane integro e vivo. . . . Sebbene sia stato sacrificato e mangiato, questo Agnello rimane illeso e vive immacolato nel Suo regno.” S. Ireneo († 202) chiama distintamente l’Eucaristia la pura oblazione prevista dal Profeta Malachia. “Cristo”, egli scrive, “ha riconosciuto (nell’Ultima Cena) il calice come il Suo Sangue e ha insegnato il nuovo sacrificio della Nuova Alleanza, che la Chiesa ha ricevuto dagli Apostoli e offre a Dio in tutto il mondo (et Novi Testamenti novam docuit oblationem, quam Ecclesia ab Apostolis accipiens in universo mundo offert Deo).

“Gli Ebrei non hanno ricevuto la Parola (Verbum), che viene sacrificata.” Questo sacrificio, che nostro Signore ha comandato di essere offerto, è accettato da Dio come una “oblazione pura e ben gradita a Lui” (sacrificium purum et acceptum). S. Efrem († 379), il più grande e più dotto Padre della Chiesa siriana pieno di entusiasmo, esalta l’inconcepibile dignità del sacerdozio della Nuova Legge. “O sorprendente miracolo, O indicibile potenza, O terribile mistero del sacerdozio! Spirituale e santo, sublime e incommensurabile ufficio, che Cristo, dopo la sua venuta in questo mondo, ci ha dato senza nostro merito! Piegato in ginocchio, con lacrime e sospiri, prego di riflettere su questo tesoro del sacerdozio; ripeto, un tesoro per chi lo custodisce degnamente e santamente. Tuttavia, devo tentare di esaltare la dignità del sacerdozio? Supera ogni comprensione e ogni concezione.

È stato, credo, in considerazione del sacerdozio che S. Paolo ha esclamato : “O la profondità delle ricchezze, della saggezza e la conoscenza di Dio!” Per quanto riguarda l’Eucaristia, troviamo nei suoi scritti il seguente passaggio : “Un fuoco cadde sui sacrifici di Elia e li consumò. Per noi il fuoco della misericordia divenne sacrificio di vita. Un tempo il fuoco consumava il sacrificio; ma il Tuo fuoco, o Signore, noi lo consumiamo al Tuo Sacrificio.

Cirillone, il più famoso dei poeti siriani dopo Efrem, ripetutamente evidenzia in modo potente e originale l’Eucaristia come un Sacrificio e Sacramento. Nella sua prima omelia sulla Pasqua di Cristo, scrive: “Il Signore ha preparato un nuovo banchetto, invitando ad esso quelli della sua famiglia. Egli ha preparato una festa per la sua sposa per soddisfare la sua fame. Egli stesso prima ha offerto il proprio corpo, e poi è stato ucciso dall’uomo. Lo ha spremuto nel calice della redenzione, e più tardi anche il popolo lo ha spremuto sulla Croce.

Sul Suo capo pose la corona della gloriosa profezia. Affilò il coltello sacrificale della Legge, con il quale immolò il Suo Corpo come Agnello pasquale. Egli portò le nazioni al Suo banchetto e chiamò le tribù alla Sua festa. Si è rivestito del vero sacerdozio e della perfetta celebrazione del sacrificio. Stava lì e si sosteneva attraverso l’amore e teneva il Suo Corpo in alto nelle Sue mani. La sua mano destra era un altare sacro, la sua mano sollevata una tavola di misericordia. La sua onnipotenza esercitava il vero sacerdozio. Si consacrava e si benediceva, pregava e rendeva grazie sopra il proprio Corpo.

Ha sacrificato e ucciso Se stesso, ha elargito e spremuto il Suo Sangue che dona la vita. – Venite, miei discepoli, grida così il Signore, accoglietemi, mi metterò nelle vostre mani! Ecco, io sto veramente qui, ma allo stesso tempo voi mi consumate veramente. Venite, Miei amati, bevete anche del Mio Sangue, che è il Sangue della Nuova Alleanza! Bevete di questo calice di fuoco, il Sangue che infiamma tutti coloro che partecipano di esso, affinché non dimentichiate questa sera, più preziosa per voi del giorno, affinché non dimentichiate quest’ora in cui avete gustato la Divinità, Vi ordino anche, miei amati, confidenti dei miei misteri, di fare questo: il ricordo di questo non deve cessare tra voi fino alla fine del mondo! Così, fratelli miei, farete in ogni tempo e vi ricorderete di Me! Nella mia Chiesa sia questo il mio sublime memoriale e sulla faccia della terra questo sarà la mia Pasqua!

Nel poema siriano “Sul grano”, che con ogni probabilità proveniva dallo stesso Cirillone, leggiamo le parole : “Senza il grano (che costituisce l’elemento del Sacrificio Eucaristico) l’altare sarebbe vuoto, senza di esso lo Spirito Santo non potrebbe scendere (alla consacrazione dell’Eucaristia), senza di esso il sacerdote non potrebbe offrire il Sacrificio di propiziazione, senza di esso, infatti, nessun uomo sarebbe in grado di placare la Divinità.

Da Facebook